Legaltech e altri strumenti per professionisti e imprese
Nicola Attico è un fisico che ha lavorato all’Università di Pisa e al MIT. È un esperto di enterprise software e si occupa di piattaforme per la digital transformation, l’automazione dei processi e l’intelligenza artificiale. È al suo secondo libro sulla blockchain e il suo impegno da saggista ha il pregio di cercare di chiarire non solo agli esperti ma anche al grande pubblico un processo in continua evoluzione e che probabilmente connoterà in molteplici ambiti il nostro futuro. La tecnologia blockchain, ricorda Attico, introduce un nuovo modo di creare una piattaforma condivisa tra organizzazioni, consumatori e cittadini che non è sotto il controllo di un’unica entità ma rappresenta un bene comune condiviso tra un gruppo specifico di organizzazioni o addirittura tra partecipanti pseudonimi. La tecnologia blockchain compare nel mining del blocco zero di Bitcoin il 3 gennaio 2009 ma solo ora si sta iniziando a capire come utilizzarla in maniera sistematica in processi strutturati che vedono profondere un grande impegno per la trasformazione delle organizzazioni e la loro automazione. Il mondo delle blockchain è in continua evoluzione ed espansione e il nostro lettore impegnato in un Centro di Ricerca può trovare in questo volume indicazioni interessanti per il proprio lavoro. Infatti, “Enterprise blockchain”, dopo le analisi di tipo generale sull’argomento, introduce casi d’uso che vanno dalla filiera ai diritti d’autore, ad applicazioni sperimentali quali le organizzazioni decentrate o visioni molto creative come i cripto-stati. Ma l’autore segnala anche delle controindicazioni per l’utilizzo di questa piattaforma. È lenta e, per esempio, con l’aumento del numero delle transazioni si rischia di rimanere intrappolati in un collo di bottiglia. Le blockchain Bitcoin ed Ethereum stanno cercando di porre rimedio a queste criticità e sarà interessante seguire questa possibile evoluzione. Interessante sottolineare le conclusioni che propone Attico al termine del suo lavoro editoriale: “l’intersezione tra la blockchain, che è in grado di disintermediare l’azienda, permettendo agli individui di lavorare insieme, e le tecnologie, che invece sono in grado di automatizzare l’attività dei lavoratori, come l’intelligenza artificiale e l’Internet of things, porta a immaginare una nuova direzione per l’automazione, rappresentata da aziende completamente autonome che potremo chiamare lights out organizations in analogia con il lights out manufacturing”.