Intervista a Sergio Dulio, Head of Research & Innovation Business unit Atomlab
Il Gruppo ATOM, del quale la divisione Innovazione ATOMLab fa parte, è attivo nella progettazione e produzione di macchinari e sistemi di processo per la fabbricazione di calzature e articoli di pelletteria. La sede è a Vigevano, in provincia di Pavia, ma il gruppo è strutturato su cinque unità produttive (di cui due in Cina) e 10 filiali distribuite in tutte le parti del modo. Realizzano diverse famiglie di prodotti, dai macchinari di taglio a controllo numerico ai sistemi per iniezione di suole in materiale plastico, ad una vasta gamma di macchinari per la fase di montaggio e assemblaggio della calzatura; recentemente hanno studiato soluzioni robotiche ad alta automazione che stanno ora entrando nel mercato. Hanno anche una divisione che sviluppa un software molto apprezzato per la progettazione parametrica in 3D della calzatura. Il Gruppo da lavoro in Italia a circa 300 addetti e nel 2018 (ultimi dati disponibili) ha realizzato un fatturato di poco superiore ai 100 milioni di Euro.
Ingegnere, la comparsa del Coronavirus in Cina è stata la prima avvisaglia di problemi per la sua attività. Si poteva prevedere successivamente uno sviluppo tanto drammatico?
Abbiamo avuto le prime notizie riguardo alla emergenza virus dalla nostra unità produttiva in Cina, che è situata nell’area di Shanghai. Dopo la pausa per le festività del Capodanno Lunare la fabbrica, come molte altre in quel paese, non ha potuto riprendere la sua attività se non dopo altre tre settimane. L’emergenza sembrava sotto controllo, e confinata in quel continente. Certo non ci aspettavamo che arrivasse fino da noi e con così tanta violenza.
La sua attività progressivamente si è fermata. Oggi qual’ è la situazione?
Dopo la dichiarazione delle prime “zone rosse” la nostra azienda aveva già attuato dei cambiamenti organizzativi adottando un modello diffuso di smart working per tutte le funzioni tecniche (reparti progettazione e innovazione) ed amministrative, mantenendo operativa la produzione. A seguito dell’adozione del lockdown generalizzato su base nazionale, anche l’attività produttiva è stata ridotta al minimo. Cionondimeno abbiamo continuato ad operare fornendo macchinari di taglio a molte aziende impegnate nella produzione di dispostivi di protezione individuale (mascherine).
Tutti attendiamo la ripresa delle produzioni, speriamo a breve. Quali sono i correttivi che dovrà adottare per riprendere il lavoro in sicurezza?
Per quanto le disposizioni di legge non siano chiarissime, ci siamo già adeguati alle nuove indicazioni di sicurezza già nei giorni scorsi per consentire di operare in sicurezza al personale necessario a portare avanti le attività ridotte a cui accennavo prima. Ora ci stiamo preparando alla ripresa completa (sperabilmente a breve) adottando tutti i provvedimenti previsti dalle direttive: distanziamento minimo del personale, rilevamento della temperatura corporea, utilizzo di guanti e mascherine, riorganizzazione dei turni di lavoro, sistematizzazione dello smart working. Siamo sicuri di poter riprendere in piena sicurezza per i nostri lavoratori, i nostri fornitori ed i nostri clienti non appena lo stato ce lo consentirà.
Qual è la sua valutazione della reazione dei mercati nel dopo Coronavirus?
È ancora presto per fare un’analisi precisa anche per il fatto che le diverse aree produttive del mondo calzaturiero sono entrate in crisi in modo asincrono; l’estremo oriente si è rimesso già in moto e gli ordinativi di macchinari con qualche eccezione sono stati mantenuti. Ci aspettiamo peraltro una contrazione perché con il calo della domanda sul fronte dei consumi è prevedibile che anche la produzione in quei paesi calerà. Per altre aree produttive specie in Europa il discorso è diverso; i segnali sono di un mantenimento dei piani inziali di investimento, soprattutto su certe tipologie come quelle dell’automazione, ma servirà un po’ di tempo per capire se questi segnali si consolideranno.
Crede che dietro a tanta rigidità nei confronti del nostro Paese da parte di alcuni rappresentanti della Comunità Europea si nasconda il tentativo di minare il Made in Italy?
Personalmente non ne sono convinto; non credo che si tratti di tentativi di questo o quel paese per minare il vantaggio competitivo delle nostre aziende. Piuttosto penso che l’Europa, e in generale il mondo, ancora debbano rendersi conto che questa crisi globale richiede risposte globali, lo sviluppo di un senso di solidarietà che ancora in parte manca e la coscienza che per ritornare a prosperare occorre lavorare insieme. Forse una visione un po’ idealistica ma in questa fase ritengo sia oltremodo necessaria.
Questa sosta forzata ci permette di rivalutare tante relazioni e iniziative cancellate, in precedenza, da un sistema frenetico. Tra le attività che vengono riproposte vi è la formazione. Ci può illustrare la sua iniziativa organizzata in questo ambito?
In effetti questo lungo periodo diciamo di riflessione ci ha permesso di concentrarci su priorità e tematiche che nel ritmo frenetico della vecchia vita non trovavano posto. La formazione, sia quella fatta in modo individuale che quella collettiva ed organizzata, è una di queste. Questo è stato uno dei modi con il quale è stata mantenuta continuità operativa con il mio team di Innovazione; personalmente sono convinto che questa sarà un’area nella quale dovremo concentrare energie ed attenzione, anche in relazione alle trasformazioni che questa crisi indurrà nel mondo del lavoro con l’avvento di nuove professioni e la trasformazione di quelle vecchie. Un impegno al quale sto dedicando buona parte del mio tempo professionale ed anche privato; ed è in questo che si inserisce il progetto di didattica complementare a distanza al quale sto lavorando assieme alla Fondazione bancaria di Piacenza e Vigevano (che ne è il promotore e finanziatore) e il Rotary Club Vigevano Mortara. Il nostro intento è quello di fornire ai ragazzi delle scuole medie primarie e secondarie un vasto programma di formazione, socializzazione e intrattenimento intellettuale con l’intento di dare loro sostegno e scopo in questo periodo in cui vengono a mancare la socialità e l’impegno regolare in aula. A questo proposito sono grato al supporto che l’Istituto Italiano di Tecnologia si è dichiarato pronto a darci sul tema della robotica e come parte di un percorso di alto livello che ha come oggetto Industria 4.0
Nella sua azienda l’utilizzo delle nuove tecnologie è molto diffuso perché e con quali risultati? Pensa che in futuro questa visione estremamente innovativa potrà essere incrementata?
La nostra azienda è da tempo impegnata nello sviluppo di macchinari e sistemi che incorporano diverse tecnologie avanzate: dalla visione alla robotica, più recentemente alla realtà aumentata. Abbiamo anche iniziato le prime esplorazioni nel campo dell’Intelligenza Artificiale e del Machine Learning per comprenderne l’applicabilità ai processi di produzione della calzatura. Siamo convinti con questo di intercettare una domanda crescente da parte dei nostri clienti e nel contempo stiamo adottando alcune di queste tecnologie anche direttamente nei nostri processi produttivi. Alla luce delle trasformazioni che l’emergenza che stiamo vivendo porterà, siamo convinti che la spinta verso l’innovazione potrà solo incrementarsi.