La competizione internazionale Cybathlon 2020 si terrà a maggio allo Stadio di Zurigo
Otto squadre da tutto il mondo si sono sfidate a Zurigo lo scorso 29 agosto, all’interno della stazione centrale di Zurigo, dando un’anticipazione di quella che saranno Cybathlon 2020, le olimpiadi cyber, che si terranno a maggio allo stadio Letzigrund di Zurigo. Ogni squadra era composta da ingegneri, robotici e persone con disabilità fisiche – nella veste di piloti – che hanno dovuto svolgere percorsi di gara impegnativi con l’uso di nuovi sistemi protesici. «Ho dovuto affrontare diversi compiti che simulano le attività di vita quotidiana, come ad esempio preparare la colazione, fissare una lampadina o piantare un chiodo», racconta Maria Fossati, pilota e ricercatrice della squadra dell’IIT, la quale collabora con il team di progettisti in veste di utente esperto per le sperimentazioni sulla mano protesica, ma anche come designer per gli aspetti di finitura, avendo un dottorato in Disegn.
L’evento è stato organizzato dal Politecnico Federale di Zurigo (ETH Zurich) in collaborazione con la Federazione Internazionale di Atletica (IAAF), ed è stato uno degli eventi legati alla Diamond League Zurich (evento gemello del Golden Gala a Roma), una delle più importanti gare di atletica per le qualificazioni al Campionato mondiale di atletica 2020 a Doha. L’obiettivo è portare la tecnologia protesica a superare i propri standard, in una vera competizione internazionale.
Le gare in corso sono state di quattro tipi: “powered arm prosthesis” dedicato alle protesi per gli arti superiori, “power leg prosthesis” per le protesi degli arti inferiori, “powered exoskeleton” sugli esoscheletri e “powered wheelchair” per le sedie a rotelle motorizzate. La squadra IIT ha partecipato a due sessioni di gara sfidando l’islandese Ossur, tra le aziende leader nella commercializzazione di protesi. Nelle due sessioni Maria Fossati ha “guidato” la SoftHand Pro attraverso il percorso di gara affrontando compiti di precisione e di velocità con estrema concentrazione, come per esempio il wire-loop, una serpentina metallica dentro cui fare scorrere un oggetto senza toccare la serpentina stessa, o il riconoscimento della forma e materiale di oggetti all’interno di scatole non illuminate. «Io e la mia squadra ci siamo dovuti allenare molto per raggiungere elevati livelli di precisione e velocità», commenta Fossati.
«La nostra protesi è ancora un prototipo di ricerca, ma il continuo confronto con gli utenti ci sta portando verso un design e funzionalità uniche», dichiara Manuel Catalano, ricercatore del laboratorio Soft Robotics for Human Cooperation and Rehabilitation di IIT . «La nostra mano bionica SoftHand Pro è caratterizzata da un’estrema flessibilità e adattabilità delle dita, da una intrinseca intuitività di utilizzo e da elevati livelli di robustezza».
Cybathlon è una competizione sportiva che ha ispirato numerosi giovani ricercatori nella ricerca di soluzioni tecnologie in grado di superare gli ostacoli che le persone con disabilità affrontano ogni giorno. La mano SoftHand Pro è un’evoluzione di tipo protesico della SoftHand, la mano robotica sviluppata da IIT in collaborazione con l’Università di Pisa, realizzata all’interno del progetto SoftPro finanziato dall’unione europea e che è stata testata in già 3 competizioni Cybathlon.
Per il prossimo evento Cybathlon 2020 Maria Fossati, Manuel Catalano e tutto il team della SoftHand Pro – coordinati da Antonio Bicchi – ambiscono a consolidare la loro posizione tra le migliori squadre nello scenario internazionale. Nei prossimi mesi Maria Fossati sarà impegnata con intensi allenamenti settimanali, mentre il team di Ingegneri e ricercatori lavorerà al raffinamento e miglioramento del dispositivo. A maggio il team dovrà affrontare sedici diverse squadre provenienti da tutto il mondo, all’interno dello stadio Letzigrund di Zurigo. «Le attese sono alte e la nostra concentrazione è al massimo», dice Catalano.