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Al via oggi ESOF2020 EuroScience Open Forum

Intervista a Paola Rodari, Program Manager di Science in the City Festival – Collisioni

È stato inaugurato da poche ore a Trieste ESOF EuroScience Open Forum 2020, il Forum biennale europeo su scienza, società, economia, inizialmente previsto dal 2 al 9 luglio, poi rinviato al 2-6 settembre per ragioni legate all’emergenza sanitaria Covid19.

All’interno della manifestazione 150 gli appuntamenti sottoforma di conferenze e panel riadattati per l’occasione in collegamenti virtuali da remoto, in formato ibrido e una piccola parte mantenuta nel formato originale in presenza, osservando tutte le norme vigenti. Un segno della necessità di reinventare modi di stare assieme dati per scontati.

Si tratterà quindi di un’edizione particolare ma non per questo meno ricca di temi di grande attualità e speaker di rilievo internazionale i cui interventi saranno disponibili via streaming o registrati e successivamente resi disponibili su richiesta.

Il programma è incentrato su tematiche altamente impattanti, non solo per il progresso della scienza e della tecnologia, ma anche per la loro influenza nel disegnare il futuro: cambiamento climatico e sviluppo sostenibile, Covid-19 e pandemie, migrazioni, economia blu, pari opportunità di genere nella scienza e nella società. Oltre 700 gli esperti che parteciperanno da tutto il mondo, tra cui, nella proposta del primo giorno il ricercatore IIT, vincitore del prestigioso riconoscimento ERC, Sauro Succi con l’intervento “Big Data meets Big Theory: the dawn of a new scientific method?” .

Tra le iniziative realizzate in occasione di ESOF2020 anche il Science in the City Festival – Collisioni, iniziato a luglio e previsto fino all’autunno,  è il festival “della scienza per tutti” con 26 mostre tra cui la mostra Cyborn. L’alba di un mondo artificiale a cura dell’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, promossa dal Comune di Trieste e da FIT Fondazione Internazionale Trieste, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Tecnologia – IIT. Cyborn, allestita presso il Salone degli Incanti, verrà inaugurata questa sera e aperta ufficialmente al pubblico dal 3 settembre fino al 10 novembre. La mostra è stata pensata per accompagnare il visitatore in un viaggio scientifico e tecnologico che comincia all’inizio del Novecento, con la scoperta dei raggi X e conduce al futuro, grazie alle nuove frontiere dell’imaging e della terapia medicali e dell’innovazione robotica. Attraverso un percorso fatto di installazioni multimediali, exhibit interattivi e oggetti scientifici, Cyborn offre ai visitatori una nuova esperienza di conoscenza. Chi visiterà la mostra potrà vedere tra le altre cose, l’ultima frontiera della protesica realizzata nel laboratorio congiunto Rehab Technologies IIT – INAIL, azionando la protesi robotica di mano Hannes attraverso un sensore touchless che “legge” e trasferisce i movimenti della mano del visitatore alla protesi robotica, o ancora, testare le potenzialità degli algoritmi di intelligenza artificiale, del tutto analoghi a quelli che l’IIT applica e perfeziona in svariati campi di ricerca, grazie all’applicazione di una rete neurale per l’analisi e il riutilizzo dei dati in tempo reale che consentirà al visitatore di ‘impersonare qualcun altro’. Nell’installazione l’intelligenza artificiale applicata all’analisi dei volti cattura l’espressione del visitatore e la applica all’immagine di un personaggio famoso, le cui espressioni sono così controllate dal visitatore stesso. L’installazione porta anche a far riflettere anche su questioni etiche rilevanti: quale potrebbe essere l’effetto di questa tecnica se sfruttata, per esempio, per influenzare il dibattito politico?

Abbiamo raggiunto telefonicamente Paola Rodari, Program Manager di Science in the City Festival – Collisioni

Rodari, l’edizione ESOF2020 è stata ripensata nella nuova ottica dell’emergenza Covid. Perché è importante che una manifestazione come questa, pur proposta in una versione rivisitata per rispettare tutte le norme necessarie, non sia stata definitivamente cancellata?

È stato importante mantenere l’evento perché mai come in questo periodo storico la gente ha capito l’importanza della scienza ed è interessata a conoscere il nesso scienza-società, ad ascoltare, a prendere parte a dibattiti, ad informarsi e per questo è necessario che la Scienza faccia sentire la propria voce e lo faccia negli spazi in cui il dialogo è più immediato: nelle piazze, nei musei e nelle conferenze.

Science in the city Festival prevede un fitto calendario di eventi per il grande pubblico distribuiti per la città di Trieste. Dopo tanti mesi di confinamento all’interno delle proprie case e l’incombente minaccia che la pandemia possa avere una ricaduta nel nostro Paese, tornare ad occupare coscienziosamente spazi pubblici, a vivere la propria città fruendo di eventi culturali, incarna uno dei tanti aspetti dell’ormai famosa “ripresa” post Covid? Che valore può avere per i cittadini di Trieste e non solo?

Credo che questo sia uno degli eventi più grandi e più diffusi che inaugura l’epoca post Covid. Rappresenta sicuramente un modo per tornare ad incontrarci, con tutte le precauzione del caso, facendo attività piacevoli e allo stesso tempo riflettendo e pensando al futuro. Da quello che abbiamo potuto vedere c’è molta voglia sia da parte delle organizzazioni che dei visitatori e dei cittadini di aprirsi e confrontarsi su tematiche di attualità come a voler recuperare un periodo in cui questa possibilità era venuta meno.

Ci può fare un esempio?

Incarna questo spirito di partecipazione la mostra collettiva TAC&ART Memorie dal sottosuolo, cronaca di una pandemia, che è il risultato di una chiamata nazionale a cui hanno risposto moltissimi artisti, invitati ad esprimere attraverso la pittura, il disegno, la fotografia, la grafica quello che per loro è stato il blocco forzato.

In occasione di Science in the city Festival si contano mostre e 180 fra spettacoli, laboratori e science café, toccando una gamma estremamente vasta di argomenti.

La parola chiave con cui è stato pensato il festival è “collisioni” con l’accezione scientifica, perché dalle collisioni nascono nuove particelle. Non è uno schianto distruttivo, bensì un incontro produttivo e l’idea è che nel festival si incontrino tanti argomenti, tante persone, tante idee espresse in formati diversi per generare nuove idee. La mostra Cyborn. L’alba di un mondo artificiale ne è un esempio: istituti di ricerca come IIT e INFN hanno collaborato con artisti per realizzare un’esposizione che non è più solo arte o solo scienza, ma qualcosa di più ricco. Video, arte, ambientazioni immersive, strumenti della fisica e nuove tecnologie accompagneranno il pubblico lungo un racconto, verso una nuova visione dell’umanità e del mondo.

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