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Arianna Traviglia e Alessandra Sciutti, Tecnovisionarie 2021

Svelate le 13 Tecnovisionarie 2021

Verranno premiate oggi all’evento online  in diretta streaming su Zoom per il “Premio Internazionale Le Tecnovisionarie®”. L’iniziativa, ormai alla sua XV edizione è promossa da Women&Tech – Associazione Donne e Tecnologie – e quest’anno è dedicata al tema “Intelligenza Artificiale, le eccellenze al femminile”, premiando le figure che stanno contribuendo maggiormente allo sviluppo di questa disciplina. Con oltre 70 segnalazioni, le vincitrici di quest’anno sono 13, di cui due ricercatrici IIT: Arianna Traviglia, Coordinatrice del CCHT per la categoria AI e Cultura e Alessandra Sciutti, responsabile dell’unità CONTACT – Architetture Cognitive per Tecnologie Collaborative per la categoria AI e Robotica. Dal 2008 sono state 147 le premiate tra cui personaggi illustri come Ersilia Vaudo Scarpetta, Elsa Fornero, Maria Chiara Carrozza e Mariya Gabriel. Nata nel 2009, l’Associazione Donne e Tecnologie identifica e valorizza il talento femminile nelle tecnologie al servizio della ricerca scientifica, dell’orientamento dei giovani e di modelli imprenditoriali innovativi e sostenibili.

Abbiamo intervistato Gianna Martinengo, Presidente Didael KTS e Fondatrice e attuale Presidente di Women&Tech.

Martinengo, qual è lo spirito che accompagna il Premio dalla sua prima edizione?

Questa iniziativa è nata 15 anni fa con l’obiettivo di premiare simbolicamente, e più concretamente mettere in luce, donne che nella loro attività professionale hanno testimoniato di possedere visione, privilegiando l’impatto sociale, la trasparenza nei comportamenti e l’etica. L’intento è rendere visibili quelle donne che contribuiscono al futuro del nostro Paese con il loro lavoro in tutti i settori più avanzati e in cui il loro punto di vista è fondamentale. La selezione delle Tecnovisionarie è fatta da una Giuria composta da me e altre professioniste ai vertici dei più svariati ambiti lavorativi come Diana Bracco, Presidente e Amministratrice Delegata Gruppo Bracco e Presidente Fondazione Bracco; Daniela Aleggiani, Brand & Communications 3M Italia, Sustainability South East Europe Region, Vicepresidente Fondazione 3M; Deborah Chiodoni, Capo Ufficio Stampa, Museo Nazionale Scienza e Tecnologia “Leonardo da Vinci”; Franca Melfi, Direttrice Centro Multidisciplinare Chirurgia Robotica, Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana; Patrizia Rutigliano, Executive Vice President Government Affairs, CSR e Communications SNAM; Federica Villa, Dirigente Presidenza e Relazioni Istituzionali Camera di Commercio di Milano e Maria Elena Viola, Direttrice ELLE.

Cosa l’ha portata a ideare e creare un evento come questo?

La spinta è derivata dalla necessità di combattere lo stereotipo che, soprattutto in passato, voleva che le donne non fossero portate per alcuni mestieri considerati “da uomini”, specialmente nell’ambito delle tecnologie. Con questa iniziativa intendevo dimostrare e far conoscere a più persone possibile le molte professioniste di grandissimo valore in questo settore che io avevo incontrato, prevalentemente all’estero, negli anni ’90. Inoltre, già dal 1999 prima del Premio, quando è nato il Progetto Women & Technologies, sostenevo quanto fosse importante proprio il punto di vista delle donne per lo sviluppo e la crescita in ambito tech.

15 anni fa come adesso o qualcosa sta cambiando nella società?

Con piacere constato che oggi c’è molta più attenzione per il settore STEAM per quanto riguarda le attività di sensibilizzazione delle giovani donne nella scelta del percorso di studi. Il problema resta invece ai livelli decisionali, nei luoghi di rappresentanza, nei convegni internazionali, nelle occasioni in cui si fa sentire la propria voce e ci si fa conoscere, dove oggi come un tempo, la stra grande maggioranza delle persone sono uomini.

Perché avete scelto l’Intelligenza Artificiale come tema di questa edizione?

L’AI rappresenta lo studio scientifico dell’intelligenza individuale e collettiva grazie all’uso di modelli computazionali che possono simularla, ma anche l’ingegneria delle macchine capaci di comportamenti che chiunque qualifica intelligenti. Sicuramente richiede, come poche altre discipline, una grande cultura scientifica ed umanistica insieme, nonché un approccio olistico: inutile ripetere che proprio le donne sono naturalmente dotate in questo e, come prevedibile, il loro ruolo è sempre più di primo piano nelle sfide legate all’IA. Nel caso specifico del Premio Internazionale Tecnovisionarie®, ci sono legami particolari con l’AI che le donne hanno saputo esprimere al meglio in questi anni, dando vita a progetti non solo basati sull’alta tecnologia, ma carichi di una forte valenza umana e sociale.

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