Storia di un errore
Paolo Zellini matematico, accademico e saggista ci accompagna con il suo ultimo libro in un affascinante e inconsueto viaggio in una profonda rivisitazione del concetto di matematica, illuminando tutti coloro che hanno cercato di studiarla e utilizzarla dopo avere appreso le nozioni dispensate dai docenti delle scuole di diverso ordine e grado. La matematica per molti ha sempre e solo avuto un fine risolutivo. Leggendo Zellini si approfondisce invece quanto questa sia legata al rito. Il saggio, attraverso un’analisi accurata e illuminante di scritti matematici, religiosi, filosofici, evidenzia l’inevitabilità del continuo e come il calcolo discreto non sia altro che una modalità per immaginare il continuo e generarlo attraverso processi effettivi. Il lettore può raccogliere la sfida di Zellini e cercare qualcosa, nel nostro mondo, che non abbia a che fare con la matematica. Impresa ardua, ampiamente frustrata dalle considerazioni dell’autore che per, spiegare la soluzione di continuità, cita i diavoli del sedicesimo secolo, molto presenti nella cultura e nella società di quel tempo mentre i matematici cercavano di sviscerare il concetto di continuità studiando le equazioni algebriche superiori a due. Discreto e continuo sono elementi di una vitale partita di ping-pong dove la pallina che vola da uno all’altro è la mente umana. Il pensiero di tutti i tempi gioca questa incessante sfida dove i risultati sono le applicazioni, i pilastri del nostro progresso culturale e tecnologico: dai numeri irrazionali agli algoritmi che comandano il nostro tempo. Da sempre pensiamo al continuo come l’origine di ogni cosa ma poi questo primum lo troviamo anche tra i numeri quindi nel discreto, osservazione che sottolinea anche Zellini quando scrive che ciò che conosciamo effettivamente è solo il discreto. L’autore si chiede se è possibile l’impresa estrema di abbandonare il continuo, che non potremo conoscere mai, per giungere alla considerazione che il continuo potrebbe essere “un’approssimazione del discreto”. Zellini ci invita a ricorrere con lui al pensiero di tanti filosofi e matematici che, nel corso del tempo, hanno elaborato l’essenza del pensiero umano. Tra i tanti che l’autore cita Proclo Licio Diadoco, filosofo e matematico bizantino nato a Costantinopoli nel 412 d.C., lo fa nell’interessante analisi dedicata al punto e alle sue definizioni e utilizzi. Proclo cita l’infinita potenza del punto, da cui si generano tutti gli intervalli. “Essendo il punto un limite, conserva la sua propria potenzialità nelle cose di cui partecipa; e poiché possiede l’illimitato in modo latente, si affretta ad essere presente nelle cose che lui stesso limita, e così si trova potenzialmente nelle cose che di lui sono partecipi”.
È facile, dopo aver letto il libro di Zellini, condividerne una passione razionale per la matematica, con un unico rammarico non averlo avuto come insegnante per poter abbandonare nella giusta stagione ingombranti stereotipi.
Titolo: Discreto e continuo. Storia di un errore
Autore: Paolo Zellini
Editore: Adelphi Edizioni
Anno: 2022
Collana: Biblioteca scientifica, 67