Perché siamo fatti per dormire
Musicista e medico, Enzo Jannacci cantava in un suo celebre brano: “… quelli che con una bella dormita passa tutto anche il cancro, oh yeh…”. Valter Tucci direttore del laboratorio di Genetica ed Epigenetica del Comportamento all’Istituto Italiano di Tecnologia ci introduce in un affascinante percorso di divulgazione scientifica in compagnia dei geni del sonno. Quella che sembra un eccesso cabarettistico del musicista milanese trova nel lavoro di Tucci conferme scientifiche puntuali, seppur non così definitive per quanto riguarda la cura del cancro.
“La cronoterapia nel trattamento del cancro sta guadagnando importanza giorno dopo giorno, poiché può aumentare l’efficacia complessiva di molti farmaci impiegati in terapie antitumorali e chemioterapiche. Il flusso sanguigno ai tumori e la velocità di crescita dei tumori sono fino tre volte maggiori durante la fase di attività quotidiana del ciclo circadiano rispetto alla fase di riposo … Alcuni studi su scala genomica hanno fornito una descrizione ampia della disregolazione dei geni circadiani e dei geni associati all’orologio circadiano in 32 diversi tipi di cancro. Da queste analisi stanno derivando molti bersagli nuovi per la terapia anticancro. PER1, uno dei geni più importanti nella regolazione dell’orologio circadiano, interagisce direttamente con il meccanismo di soppressione tumorale”.
L’orologio circadiano è il nostro compagno di viaggio in questa esplorazione del mistero del sonno accompagnati da Tucci. Esso, nell’essere umano, ha una durata di circa 24 ore e regola l’alternanza tra sonno e veglia. Immersi nel nostro mondo, quello frenetico delle grandi città sparse alle diverse latitudini del globo dove la velocità è spesso sinonimo di ricchezza, dormire sembra una perdita di tempo. Ne “Il mistero del sonno” si dimostra il contrario. I geni del sonno che regolano l’alternanza tra veglia e sonno sono i registi della nostra salute, presidiano la nostra capacità di recuperare delle energie e creano le basi per un sonno rasserenante e corroborante.
E l’insonnia che effetto produce sulla nostra vita? Uno tra gli effetti più importanti è senza dubbio la depressione. Valter Tucci che dal 2023 è anche Fellow della Royal Society of Biology del Regno Unito ricorda gli studi del chierico inglese Robert Burton che nel suo libro pubblicato nel 1621, Anatomia della Malinconia evidenzia, tra i primi, che l’insonnia può essere causa di depressione. Secondo gli studi molto più recenti, approfonditi da Tucci, il legame tra sonno e depressione è bidirezionale: i disturbi del sonno possono alterare il funzionamento del cervello e dei suoi sistemi regolatori, influenzando neurotrasmettitori come serotonina e dopamina coinvolti nella depressione.
La qualità di questo lavoro letterario si evidenzia, oltre al trasferimento di una assoluta competenza scientifica dell’autore, nell’attenzione riservata anche al lettore non esperto proponendo rimandi storici e aneddotici. Si può leggere così che il nostro ritmo è scandito dai nostri geni e alcune piccole variazioni nelle sequenze del DNA possono fare in modo che questo ritmo sia più lento o più veloce. Tali variazioni allungano o accorciano il ritmo giornaliero allo stesso modo in molte specie. Le osservazioni di queste differenze nel mondo animale fanno sì che si possano individuare due tipi distinti di pattern di attività sonno veglia nelle persone: le allodole e i gufi. Le prime sono persone mattiniere più produttive nelle prime ore del giorno che si coricano presto alla sera. I gufi, al contrario restano svegli fino a tarda notte e alla mattina si svegliano con difficoltà. Sono più energici e produttivi nelle ore serali. Oltre queste semplificazioni va sottolineato che ognuno di noi ha un suo cronotipo e, come ricorda Tucci, sarebbe utile conoscerlo fin dalla nascita per comprendere quali sono le sue implicazioni nella vita di tutti giorni.
Dormire è un piacere e quando veniamo privati del sonno ci rendiamo conto di quanto sia importante lasciarsi cadere tra le braccia di Morfeo. La privazione forzata del sonno è una tortura e anche in questo caso Tucci ci ricorda uno dei primi impieghi conosciuti di questa pratica belluina. La subì il console romano Marco Attilio Regolo che, consegnato ai cartaginesi, venne torturato a morte. Gli amputarono le palpebre costringendolo a fissare il sole affinché rimanesse sveglio. Quanto tutto ciò sia vero è ormai inverificabile ma rimane la certezza che anche oggi in molti paesi del mondo la privazione del sonno è una forma di tortura utilizzata costantemente.
Sonno e mare. Dormire tra le onde: strategia di sopravvivenza nella navigazione solitaria è il titolo positivo e beneaugurante dell’ultimo capitolo di questo libro. Un invito alla lettura che ci sveli ,magari anche con qualche sogno, il mistero del sonno.
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Titolo: Il mistero del sonno. Perché siamo fatti per dormire
Autore: Valter Tucci
Editore: Longanesi
Anno edizione: 2024