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Book Review: Imperfezione. Una storia naturale

Recensione al saggio di Telmo Pievani


Con questa frase rivelatrice si apre “Imperfezione. Una storia naturale”, l’ultimo saggio di Telmo Pievani, filosofo della scienza ed evoluzionista tra i più apprezzati nel panorama editoriale della divulgazione scientifica. Un’opera avvincente che propone ai lettori un viaggio alla ricerca delle radici della straordinaria biodiversità che ci circonda, alla scoperta del valore inatteso dell’imperfezione, fonte inesauribile delle possibilità che hanno alimentato l’intera storia naturale, dall’origine della vita fino all’evoluzione degli esseri viventi più complessi.

La tesi che guida il racconto infatti è che le innumerevoli imperfezioni che si osservano nel mondo biologico non siano – come a lungo si è ritenuto – i costi collaterali inevitabili di un affinamento progressivo delle forme viventi, ma rappresentino il motore stesso dell’evoluzione. La grande varietà che osserviamo non è figlia di una teleologia, non persegue il fine ultimo della perfezione, ma è soltanto un esito contingente, figlio di fluttuazioni e di deviazioni inattese, uno tra i tanti possibili.

È l’imperfezione e non la perfezione l’impulso che offre l’abbrivio e mette in moto l’evoluzione. È lei che dobbiamo ricercare nella storia del mondo biologico, a cominciare dai tratti vestigiali degli organismi viventi, oggi privi di funzionalità, che testimoniano non solo le trasformazioni del passato ma anche la relazione intima e irrinunciabile tra l’imperfezione e il modus operandi dell’evoluzione.

La storia stessa dell’universo fu il risultato di una sequenza di asimmetrie. L’avvio avvenne nel momento in cui la simmetria primordiale si ruppe per una infinitesima deviazione, la prima di tutte le imperfezioni. Fu la fine di quella simmetria a dare vita alla combinazione di caso e necessità che ancora oggi alimenta l’evoluzione della vita. L’imperfezione è la trama comune che disegna le origini e l’evoluzione dell’universo, del mondo biologico e dell’uomo stesso. Una trama dove noi non siamo l’esito necessario e atteso, ma solo una delle innumerevoli possibilità.

Noi stessi siamo frutto di una combinazione non ripetibile di eventi e contingenze, il risultato imprevedibile di una serie di imperfezioni di cui portiamo traccia. Come ci ricorda Pievani: “due tra i più complessi e creativi sistemi mai inventati dall’evoluzione – il genoma e il cervello – sono reticolari, ridondanti, palesemente imperfetti, inutilmente complicati, figli di rabberci, aggiustamenti, accrocchi e compensazioni”.

Con solide argomentazioni, l’autore mette in discussione lo stereotipo, ancora oggi molto diffuso, di una natura finalizzata alla conquista della perfezione, che opera incessantemente, con inesorabile efficienza e profonda saggezza, alla ricerca di soluzioni ideali. In modo puntuale e con un filo di ironia, Pievani ci ricorda quanto spesso la natura si dimostri distante dall’attesa perfezione. Come nel caso del Koala, ormai adattato alla vita arboricola, ma con il marsupio ancora girato all’ingiù come il suo antenato marsupiale scavatore, che propone una pessima soluzione per chi vive sugli alberi e ha la necessità di evitare di far cadere la prole. O come il panda che, pur essendo potenzialmente onnivoro come altri orsi (nei giardini zoologici non disdegna miele, uova e frutta), si nutre in natura ormai da oltre due milioni di anni come gli erbivori ma, non avendo il loro stomaco e la loro dentatura, si ritrova costretto a trascorrere l’intera giornata masticando in continuazione.

Complessivamente la nuova opera di Pievani si propone come una lettura molto scorrevole, capace di coniugare il rigore della divulgazione scientifica con una narrazione brillante ed avvincente che trova, nei tanti esempi di vita animale, momenti di gradevole ironia e vivacità descrittiva. Nell’apertura di ciascuno dei sette capitoli che formano il saggio, l’autore propone brevi citazioni di Voltaire, tracciando un fil rouge con il “Candido, o l’ottimismo”, richiamando l’opera del filosofo illuminista che critica la pretesa di “vivere nel migliore dei mondi possibili”. Si tratta di un esempio dei riferimenti ai grandi pensatori del passato che Pievani introduce lungo l’intera esposizione del libro, da Lucrezio a Galileo, fino a Charles Darwin che, come sottolinea l’autore, fu tra i primi a intuire che la regola in natura è l’imperfezione e non la perfezione.

Lontano da ogni visione nichilistica, l’autore ci offre anche una riflessione sulla nostra condizione esistenziale, ricordandovi che, anche in una realtà sfuggente e imprevedibile alimentata dall’imperfezione, all’uomo resti ancora molto da fare.  Nel mondo dell’imperfezione, infatti, le nostre azioni sono forze in gioco e tutt’altro che irrilevanti: “I punti critici, i clinamen dell’evoluzione insegnano che il passato in più occasioni è stato aperto a esiti differenti. Non c’era una strada prefissata. Molti contro-presenti possibili, più o meno imperfetti del nostro, non si sono realizzati, ma avrebbero potuto. Non vi è allora motivo per pensare che il futuro sarà diverso. Anch’esso è aperto.”

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SCHEDA DEL LIBRO

Titolo: Imperfezione. Una storia naturale.

Autori: Telmo Pievani

Editore: Raffaello Cortina

Anno edizione: 2019

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