Storie di talento e d’impresa sostenibile
Silvia Stefini con questo saggio dedicato alle storie di talento e d’impresa sostenibile ci conduce su temi che sono le radici della nostra Fondazione, oltre a ricordarci l’amicizia con Maria Cristina Origlia che firma la postfazione. Questo lavoro nasce dalle analisi e dagli incontri realizzati, nel corso degl’anni, dal Forum della Meritocrazia che ha visto la partecipazione anche di esponenti di IIT. L’Associazione che raccoglie professionisti provenienti da vari settori del mondo produttivo e della società civile è nata con “l’ambizione di rendere l’Italia una comunità meritocratica in cui i valori del merito, distinguibili nell’uguaglianza delle opportunità e nel riconoscimento dei meriti individuali, siano pienamente condivisi e praticati”. Stefini è stata manager di GE e anche citando questa esperienza ci ricorda i valori positivi della cultura del talento in un momento storico della nostra Fondazione nel corso del quale sembra finire in controluce questo elemento distintivo che come per GE è anche nostro. Stefini sottolinea che ai manager di GE veniva chiesto di valutare in modo olistico gli individui includendo aspetti di performance (what), il raggiungimento degli obiettivi di business e aspetti di leadership (how), senso di responsabilità, etica professionale, capacità di giudizio indipendente, collaborazione, spirito di iniziativa, curiosità. Questo modello dovuto alla leadership di Jack Welch (Presidente e Ceo General Eletric N.d.R.) si è poi indebolito nel tempo quando la governance non ha più saputo esprimere un deciso indirizzo strategico e quando si è verificata una forte semplificazione del sistema meritocratico. Così si è indebolito il legame tra strategia, valori e organizzazione. Oltre questo illuminante esempio, che è alla base dell’esperienza dell’autrice, è interessante seguire il percorso proposto dal saggio perché potrebbe divenire un utile ausilio per chi, e in IIT è evento frequente, deve organizzare una start up. Stefini, con il gruppo di lavoro del Forum della Meritocrazia, ha avviato un progetto sul governo societario delle aziende italiane restringendo la sua analisi alle aziende italiane di medie dimensioni, imprese poco osservate da questo punto di vista ma che hanno offerto esempi eccellenti nella definizione della relazione tra la struttura del governo societario, il merito e la sostenibilità nel lungo periodo.
Tra i casi analizzati quello della Farmaceutica Zambon presieduta da Elena Zambon che fa parte anche del Consiglio d’amministrazione dell’Istituto Italiano di Tecnologia, presenza coerente con la forte predisposizione all’innovazione e alla ricerca che si concretizza nell’impegno di Zcube, il research venture che identifica e supporta la validazione di tecnologie innovative nelle scienze della vita, Open Zone, un campus scientifico nato per creare valore nel settore della salute promuovendo una community dinamica e offrendo spazi e laboratori d’avanguardia corredati da servizi innovativi e la Fondazione Zoé, costituita per promuovere la conoscenza e la consapevolezza sui temi legati alla salute. Nella Farmaceutica Zambon “la relazione azionisti, presidente e amministratore delegato viene poi rafforzata dalla scelta di dotarsi di un consiglio di amministrazione di alto profilo affinché possa svolgere il delicato e indispensabile ruolo di sfidare il piano strategico”. Accanto al Consiglio di Amministrazione vengono costituiti due advisory board per accompagnare l’azienda nelle decisioni più importanti. Il modello di governance di Zambon è stato scelto ed è continuamente valutato per consentire un’innovazione sostenibile, supportare l’accettazione del rischio grazie a evidenze e processi di analisi strutturati.
Origlia, nella postfazione del saggio, evidenzia un valore della governance, da tempo patrimonio del CdA di IIT, “il CdA rinnovato e inclusivo di personalità e competenze diverse diviene il motore in grado di generare una visione di lungo periodo e di compiere scelte coraggiose. Tutti aspetti, tra l’altro, essenziali per rimanere competitivi nell’epoca della rivoluzione digitale che, va ribadito, è una discontinuità culturale prima ancora che tecnologica”.
La meritocrazia, come la governance, richiede metodo da non confondersi con burocrazia.
Titolo: La governance meritocratica, Storie di talento e d’impresa sostenibile. A cura di Silvia Stefini
Editore: Guerini e Associati
Anno: 2022