Il buon posizionamento dei due team IIT dimostra l’importanza della creazione di dispositivi tecnologici a partire dalle esigenze delle persone.
Si è concluso venerdì 13 novembre Cybathlon Global Edition 2020, l’edizione delle olimpiadi dei cyborg che verrà ricordata anche per il nuovo assetto causa emergenza sanitaria Covid19. Il team IIT SoftHand Pro si è posizionato al secondo posto nella categoria Power Arm prosthesis – protesi attiva di mano – dietro solo al pilota croato, superando le altre 11 squadre provenienti da 9 paesi nel mondo (India, SudAfrica, Russia, Gran Bretagna, Cina, Germania, Svizzera, Svezia, Italia).
Maria Fossati, la pilota del team SoftHand Pro, designer nella linea di ricerca IIT Soft Robotics for Human Cooperation and Rehabilitation, ha portato a termine l’intero percorso di gara, lungo 30 metri e caratterizzato da 6 stazioni, in un tempo di 6 minuti e 46 secondi, posizionandosi davanti ai piloti di Svezia e Russia della top 4 che hanno ottenuto rispettivamente il terzo e il quarto posto.
Al sesto posto della classifica invece, il pilota del team IIT-INAIL, RehabTech, Colian Rossi, con la protesi robotica Hannes che nonostante l’ottimo tempo non è riuscito a completare la stazione di gara relativa alle haptic box – le scatole aptiche – dove il pilota deve riconoscere con la protesi di mano robotica oggetti alla cieca.
Essersi qualificati nei primi posti della competizione offre a IIT la possibilità di far conoscere a livello mondiale le proprie tecnologie , favorendo lo sviluppo, l’ottimizzazione e la commercializzazione dei dispositivi. L’evento non è stata tanto una dimostrazione delle capacità atletiche dei partecipanti, quanto delle prestazioni dei device tecnologici in uso e della sinergia tra pilota e dispositivo. In particolare, il punto di forza del team SoftHand Pro, oltre all’abilità di Maria Fossati, è la tecnologia impiegata nella realizzazione della protesi robotica sviluppata in collaborazione con l’Università di Pisa e al centro del progetto “Natural Bionics”, finanziato dell’European Research Council (ERC) nel contesto dei Synergy Grant, che si propone di sviluppare protesi in grado di integrare il senso del tatto.
“La protesi SoftHand Pro ha delle caratteristiche uniche che afferiscono al mondo della soft robotics, la cosiddetta robotica soffice – ha dichiarato Antonio Bicchi, Direttore del laboratorio IIT Soft Robotics for Human Cooperation and Rehabilitation. – Il nostro è un lavoro di ricerca che non si ferma mai, guardando al miglioramento e alla possibilità di sondare diversi percorsi. Riusciamo in questo intento anche grazie ai feedback che ci vengono restituiti direttamente dalle persone che indossano la protesi SoftHand Pro nel mondo. Lavorare a stretto contatto con il fruitore ultimo delle nostre tecnologie e nello specifico avere uno di loro nel nostro stesso team non è solo prezioso ma anche un’ispirazione per il nostro lavoro”.
Maria Fossati è riuscita a portare a compimento tutti i task previsti dalla gara tra cui accendere un fiammifero, aprire un barattolo di latta, allacciare le stringhe di un paio di scarpe, chiudere una cerniera lampo, riconoscere degli oggetti alla cieca e fare una piramide di bicchieri.
“Siamo contenti del risultato ottenuto, considerando che la nostra è una protesi mioelettrica- conclude Maria Fossati, pilota SoftHand Pro. – È stata un’esperienza significativa per me e per tutto il team SoftHand Pro, sia a livello tecnico che a livello umano, che credo siano i due punti cardine su cui si fonda l’evento”.