Un Synergy Grants tra l’Università Sapienza e l’IIT
Per IIT è il progetto numero 37 finanziato dall’European Research Council (ERC), il secondo del tipo Synergy Grants, ovvero per programmi che prevedono il coinvolgimento di più scienziati con competenze e risorse complementari fra loro ma con un unico ambizioso obiettivo.
Ma è il primo di questo tipo che quest’anno è stato assegnato a ricercatori che svolgeranno il loro lavoro unicamente in Italia, grazie alla collaborazione tra IIT e l’Università di Roma la Sapienza. La squadra è composta dai ricercatori Irene Bozzoni del Dipartimento di Biologia e biotecnologie della Sapienza e del CLNS di IIT, Giancarlo Ruocco coordinatore del Center for Life Nano Science (CLNS) di IIT a Roma e del Dipartimento di Fisica della Sapienza e Gian Gaetano Tartaglia del Dipartimento di Biologia e biotecnologie della Sapienza e del CLNS di IIT. Argomento di studio saranno le cause molecolari delle patologie neurodegenerative, quali la malattia di Alzheimer, il morbo di Parkinson e la Sclerosi Laterale Amiotrofica (ALS).
Il nome del progetto è ASTRA, acronimo di un titolo più lungo, “ASsembly and phase Transitions of Ribonucleoprotein Aggregates in neurons: from physiology to pathology”, che unirà, in un approccio multidisciplinare, biologia molecolare, imaging e biofisica computazionale, per studiare la formazione di aggregati proteici nei tessuti neuronali e il loro collegamento con le patologie neurodegenerative.
I ricercatori, infatti, si sono posti l’obiettivo di analizzare la formazione degli aggregati proteici a livello cerebrale, di chiarire come questi aggregati interferiscano con le normali funzioni neuronali e, infine, di identificare i processi che li collegano con l’insorgenza e la progressione di processi neurodegenerativi.
«Da anni studio il ruolo che l’RNA svolge in diverse patologie e sono quindi contenta che sia stata riconosciuta la sua importanza nella regolazione di processi alla base di malattie neurodegenerative», ha dichiarato Irene Bozzoni.
In ASTRA i ricercatori utilizzeranno gli RNA per controllare, prevenire e sciogliere gli aggregati patogenetici. Un’altra componente innovativa introdotta nel progetto è l’impiego di metodi teorici computazionali per lo studio della composizione degli aggregati a complemento dei metodi sperimentali.
«Questo progetto si propone di rompere le barriere tra campi della scienza e di favorire lo sviluppo di progetti in maniera sinergica», aggiunge Gian Gaetano Tartaglia. «E proprio la libertà di investigazione permetterà di creare nuovi posti di lavoro per ricercatori».
Strumenti di microscopia saranno utilizzati per visualizzare in vivo la formazione degli aggregati nelle fasi precoci delle patologie, offrendo un metodo non invasivo ed efficace per la loro diagnosi precoce.
«Le nuove tecnologie ottiche – spiega Giancarlo Ruocco – permettono di individuare la eventuale presenza di piccoli aggregati proteici nella retina, segnale questo dei primissimi stadi delle patologie neurodegenerative, permettendo quindi una diagnosi precoce delle stesse. Questo avrà una ricaduta non tanto per azioni di ‘screening di massa’, ma piuttosto per rendere fattibili i trial clinici e il test di quei farmaci che possono essere efficaci contro le patologie neurodegenerative se la terapia è effettuata con largo anticipo rispetto all’insorgere dei deficit neurologici».
Nel concorso del 2019 l’European Research Council (ERC) ha premiato per la categoria Synergy Grants (SyG) circa 40 gruppi di ricerca per un totale di 400 milioni di euro.