Tamara Fernandez Cabada e Valentina Castagnola vincono un finanziamento per i loro progetti di ricerca in Oncologia e Neuroscienze
Sono due le giovani ricercatrici dell’IIT ad avere vinto il bando “Fondazione Roche per la Ricerca Indipendente” rivolto a scienziati under 40: Tamara Fernandez Cabada, biologa che si dedicherà allo sviluppo di terapie innovative in campo oncologico, in particolare del glioblastoma umano, tramite l’uso di nanoparticelle, e Valentina Castagnola, neuroscienzata, che affronterà il tema delle malattie neurodegenerative ideando nuovi nanorobot per intervenire con precisione sul tessuto cerebrale. Le ricercatrici avranno a disposizione 50.000 euro ciascuno per svolgere i propri studi nel corso dei prossimi 12 mesi. Il finanziamento è stato assegnato ufficialmente durante una Cerimonia di premiazione che la Fondazione Roche ha organizzato lo scorso 10 novembre presso la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli a Milano, con la presenza della Presidente della Fondazione Roche, Mariapia Garavaglia.
“Oggi più che mai abbiamo bisogno della scienza per la ripresa del Paese, ma anche per continuare a cercare risposte in grado di migliorare la vita dei pazienti in tutti gli ambiti terapeutici” ha dichiarato Garavaglia. “Bisogna quindi investire sui giovani ricercatori, creando percorsi formativi per coltivare i talenti nel nostro Paese e per contribuire allo sviluppo economico”.
I progetti delle ricercatrici IIT, insieme ad altri 6 risultati vincitori, sono stati selezionati e valutati da esperti di Springer Nature; il Vice President del gruppo Publishing, Nature Research Partnerships Springer Nature, Richard Hughes, ha sottolineato come possa essere “feroce” la competizione per i fondi tra i ricercatori all’inizio della loro carriera. Arrivato alla sesta edizione, il Bando Roche ha visto stanziati oltre 3 milioni di euro, finanziando in totale 48 progetti.
“Come ricercatore emergente, questo premio è prima di tutto un’opportunità per continuare a impegnarmi in ciò che mi appassiona fin dall’infanzia: fare ricerca per trovare risposte alle domande che ci circondano e per affrontare e risolvere le sfide che riguardano la salute dell’essere umano” ha commentato Tamara Fernandez Cabada, ricercatrice nel gruppo di Teresa Pellegrino all’IIT di Genova. “Questo premio è anche una sfida personale, un’opportunità eccezionale per imparare a condurre una ricerca indipendente e fornire un impulso positivo alla mia carriera scientifica”.
Cabada studierà la possibilità di utilizzare una terapia combinata per il trattamento del glioblastoma umano, in particolare eliminando le cellule staminali tumorali responsabili della recidiva e dell’aggressività del glioblastoma. A tal fine, si propone di combinare l’ipertermia magnetica con terapie di differenziazione cellulare, terapie alternative che eviterebbero gli effetti collaterali, rendendo le cellule staminali tumorali più sensibili agli aumenti di temperatura e facilitando la loro eliminazione.
“Le malattie neurodegenerative coinvolgono un numero sempre crescente della popolazione mondiale e rappresentano uno dei problemi più laceranti del nostro tempo, con gravissime ricadute sociali, economiche ed emotive per i pazienti e le loro famiglie”, commenta Valentina Castagnola, ricercatrice del gruppo di Fabio Benfenati presso il Centre for Synaptic Neuroscience and Technology dell’IIT a Genova. “Come sappiamo ad oggi purtroppo ancora non esistono cure definitive per arrestare o recedere il progredire di queste patologie. Credo dunque sia un’urgenza proporre approcci terapeutici innovativi ed ambiziosi, come ho cercato di fare con questo progetto. La mia speranza quella di riuscire a fondare basi solide per lo sviluppo tecnologico di questo approccio terapeutico ad ampio raggio”.
Il nuovo approccio terapeutico sarà basato sull’impiego di nanorobot, ovvero navicelle di dimensioni molto piccole, capaci di attraversare lo scudo della barriera ematoencefalica e raggiungere specifici neuroni bersaglio. Queste navicelle saranno caricati con nanoparticelle funzionali in grado di convertire un segnale luminoso remoto in un segnale elettrico. La combinazione di questi due componenti (nanorobot e nanoparticelle) darà origine a dei sistemi ibridi (biologici e sintetici) che potranno raggiungere un neurone denervato ed integrare la perdita di funzione, stimolandolo tramite impulsi luminosi remoti. La possibilità di modulare l’attività neuronale in modo non invasivo attraverso la stimolazione wireless ad alta risoluzione temporale/spaziale e con capacità di indirizzarsi a specifiche aree del cervello rappresenterà un progresso tecnologico applicabile a una vasta gamma di malattie neurodegenerative.
La Fondazione Roche ha confermato il suo impegno anche per il prossimo anno, lanciando la nuova edizione del Bando che prevedrà il finanziamento complessivo di 400.000 euro a favore di 8 progetti di ricerca per le aree: oncologia, ematologia oncologica, oftalmologia, neuroscienze, malattie ereditarie della coagulazione, SARS-COV2, digital health e medicina personalizzata (PHC).