I progetti vanno dalla robotica collaborativa alle biotecnologie per la salute
Sono 4 i nuovi progetti finanziati dall’ERC-European Research Council conquistati dall’IIT-Istituto Italiano di Tecnologia, grazie alle ricerche di Arash Ajoudani, Francesco Di Stasio, Ilka Kriegel e Velia Siciliano. I giovani scienziati potranno nei prossimi 5 anni consolidare i loro studi nel campo della robotica collaborativa, delle tecnologie optoelettroniche quantistiche, dei nanomateriali per l’energia e delle biotecnologie per la salute, come le cellule CAR-T.
L’assegnazione dei finanziamenti “Starting grant” è stata comunicata ufficialmente oggi dall’ERC, con 408 vincitori in tutta Europa e un investimento complessivo di 621 milioni di euro, come parte del programma Ricerca e Innovazione di Horizon 2020. Dei 408 premiati dall’ERC, solo 18 saranno attivi in istituti di ricerca italiani. Inoltre, sebbene siano 37 i ricercatori italiani vincenti, rappresentando la terza nazionalità più rappresentata dopo la Francia (38) e la Germania (72), solo in 10 svolgeranno il loro lavoro in Italia. Gli “starting grant” possono ammontare fino a 2,5 milioni di euro e hanno la durata di 5 anni.
IIT si conferma un istituto in grado di attrarre e fare crescere scienziati con progetti all’avanguardia. Dei 4 nuovi ricercatori finanziati da ERC, 2 sono italiani rientrati nel nostro Paese dall’estero, dalla Spagna e dagli Stati Uniti, e 2 sono di nazionalità straniera ma presenti in IIT da diversi anni. Inoltre, IIT ha da poco acquisito nei propri laboratori altri 2 ricercatori finanziati dall’ente europeo: l’italiano Antonio Ambrosio, che ha lasciato l’Harvard University negli Stati Uniti per diventare responsabile del Laboratorio Vectorial Nano-Imaging presso il Centro di IIT a Milano, per continuare le sue ricerche nel campo della nano-ottica; e l’americano Michael Vincent Lombardo, in arrivo dall’Università di Cipro e responsabile oggi del Laboratorio di Autism and Neurodevelopmental Disorders presso il Centro di IIT a Rovereto (Trento), focalizzandosi sullo studio dello spettro autistico e degli elementi di differenza tra i vari tipi di manifestazione dell’autismo . Ad oggi IIT conta in totale 36 progetti finanziati dall’ERC.
Arash Ajoudani, originario dell’Iran, è responsabile del laboratorio Human-Robot Interfaces and Physical Interaction (HRI²) all’IIT di Genova, dove nel 2014 ha conseguito il dottorato in robotica e automazione. Negli anni si è affermato come ricercatore a livello internazionale, conquistando diversi riconoscimenti tra cui l’Amazon Research Awards nel 2019, il Premio Innovazione Robotica a MECSPE2019, e il KUKA Innovation Award nel 2018. Con il progetto Ergo-Lean, finanziato dall’ERC, Ajoudani si propone di studiare l’ergonomia delle interazioni tra uomo e robot in contesti lavorativi industriali, per evitare l’insorgenza di problemi di salute fisica dovuti a movimenti ripetitivi e, di contro, molto variabili nelle moderne linee di produzione. L’obiettivo è quello di produrre un sistema di robotica collaborativa in grado di anticipare i comportamenti dell’essere umano e di intervenire affinché non siano dannosi, anche migliorando la produzione manifatturiera.
Francesco Di Stasio, genovese, grazie al finanziamento ERC ritorna all’IIT dalla Spagna, dove ha lavorato come ricercatore post-doc presso l’Institute of Photonic Science (ICFO) di Barcellona. L’esperienza in Spagna nasce per merito di un altro finanziamento europeo per giovani ricercatori, le Marie Skłodowska-Curie Actions, che Di Stasio ha ottenuto nel 2016 quando era ricercatore del dipartimento di Nanochimica dell’IIT. Scienziato dei materiali, con un dottorato in fisica conseguito a Londra, Di Stasio svilupperà il progetto NANOLED per la fabbricazione di nuovi diodi emettitori di luce dalle dimensioni micrometriche o inferiori, che siano in grado di generare una singola particella di luce in modo controllato. Tali diodi saranno alla base delle future tecnologie quantistiche nei computer e nelle telecomunicazioni.
Ilka Kriegel, tedesca, è ricercatrice della linea di ricerca in Nanochimica all’IIT di Genova dal 2016. La sua formazione avviene in Germania a Monaco, in Italia tra Milano e Genova, e negli Stati Uniti. In particolare, grazie a un progetto Marie Skłodowska-Curie Actions, dal 2016 al 2019 svolge attività di ricerca tra i laboratori dell’IIT di Genova e quelli dei Berkeley Labs dell’Università della California. Nel 2016 è nella classifica delle 10 migliori donne di scienza “L’Oréal-UNESCO For Women in Science” e vince il bando prestigioso della Christiane Nuesslein-Volhard Foundation. Con il progetto Light-DYNAMO Kriegel vuole realizzare un nuovo tipo di nanomateriale, basato su nanocristalli e materiali bidimensionali, che potrà cambiare il modo di accumulare l’energia solare, anche quando questa è presente in modo discontinuo, per rilasciarla come alimentazione per dispositivi elettronici.
Velia Siciliano, originaria di Napoli, è dal 2017 responsabile del laboratorio Synthetic and Systems Biology for Biomedicine presso il Centro di IIT a Napoli. Dopo aver conseguito la Laurea magistrale presso l’Università di Napoli Federico II, e il Dottorato di Ricerca in Genetica Umana presso il Telethon Institute of Genetics and Medicine nella stessa città, Siciliano si trasferisce negli Stati Uniti, per lavorare come Postdoctoral fellow nel dipartimento di Bioingegneria e nel Centro di Biologia Sintetica del MIT a Boston. Nel 2015, ritorna in Europa, a Londra, in seguito alla vincita di una borsa di studio per giovani ricercatori indipendenti conferita dall’Imperial College. Il progetto Synthetic T-rEX, finanziato dall’ERC, combina biotecnologie e medicina per potenziare le immunoterapie che si basano sull’uso di cellule T geneticamente modificate, dette CAR-T. Le CAR-T, che sono attualmente utilizzate nella clinica per il trattamento di tumori del sangue e che si stanno sperimentando anche per tumori solidi, in alcuni casi esse possono perdere di efficacia, ovvero si esauriscono. Siciliano si propone di realizzare delle CAR-T munite di sensori che registrano il livello di attività della cellula e si attivano, potenziandolo, quando questa va incontro all’esaurimento.
Gli “Starting grant” sono i più prestigiosi finanziamenti per i giovani ricercatori che l’ERC promuove per investire sui nuovi talenti e rendere l’Unione Europea un luogo di ricerca d’eccellenza. Ciascun ricercatore potrà, infatti, costruire la propria squadra di lavoro e condurre gli studi in autonomia.
In totale i ricercatori di IIT che hanno ricevuto un finanziamento da parte di ERC sono: Arash Ajoudani (Starting grant), Antonio Ambrosio (Consolidator grant, rientrato dagli USA), Maria Rosa Antognazza (Starting grant), Cristina Becchio (Starting grant and Proof-of-concept), Antonio Bicchi (Advanced grant, 2 Proof-of-concept, Sinergy), Mario Caironi (Starting grant), Laura Cancedda (Consolidator grant), Barbara Caputo (Starting grant), Valentina Cauda (Starting grant, attualmente in un altro istituto), Gianni Ciofani (Starting grant e Proof-of-concept), Francesco De Angelis (Consolidator grant e Proof-of-concept), Paolo Decuzzi (Consolidator grant e Proof-of-concept, rientrato dagli USA), Francesco Di Stasio (Starting grant), Tommaso Fellin (Consolidator grant), Alessandro Gozzi (Starting grant), Giandomenico Iannetti (Consolidator grant, rientrato da UK), Ilka Kriegel (Starting grant), Michael Vincent Lombardo (Starting grant, da Cipro), Liberato Manna (Starting e Consolidator grant), Iwan Moreels (Starting grant, attualmente in un altro istituto), Teresa Pellegrino (Starting grant), Ferruccio Pisanello (Starting grant), Annamaria Petrozza (Consolidator grant), Alessandra Sciutti (Starting grant), Velia Siciliano (Startin grant), Sauro Succi (Advanced grant), Giuseppe Vicidomini (Consolidator grant), Agnieszka Wykowska (Starting grant, dalla Germania).