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Generare innovazione dalla ricerca d’eccellenza

I progetti Proof of Concept dell’ERC

Affinché si generi eccellenza scientifica, si devono creare spazi in cui le menti creative possano operare in autonomia, senza però mettere da parte una sana competizione e la selezione dei migliori: era questo il pensiero che una delle fondatrici dell’European Research Council (ERC), Helga Nowotny, esprimeva nel 2006 (H. Nowotny, JCOM 5 (4),  2006) riflettendo sui cambiamenti della scienza contemporanea e sull’importanza di un continuo rapporto di influenza reciproca tra ricerca, innovazione e società. Qualche mese dopo, nel 2007, con l’avvio del programma quadro 7, l’Unione Europea istitutiva l’ERC, ad oggi la prima organizzazione europea per il finanziamento della ricerca di frontiera di alto livello. Nel 2011 l’interesse dell’ERC per le ricadute sociali e commerciali della scienza di eccellenza, si traduceva in uno specifico schema di finanziamento, i Proof-of-concept (POC) grants, progettato per incoraggiare i titolari delle loro sovvenzioni a esplorare il potenziale di innovazione delle idee già sviluppate nell’ambito dei loro progetti. Da allora una parte del bilancio dell’ERC è destinata ai POC, che nel 2019 è stato equivalente a 30 milioni di euro utilizzati per supportare in totale circa 200 progetti con 150 mila euro ciascuno. Con il denaro aggiuntivo, i ricercatori possono, ad esempio, investigare opportunità commerciali, stabilire diritti di proprietà intellettuale o condurre convalide tecniche per i loro risultati di ricerca di frontiera.

All’IIT sono in totale 8 i ricercatori che negli ultimi anni hanno ricevuto questo tipo di finanziamento per 9 progetti POC: Cristina Becchio, Antonio Bicchi, Gianni Ciofani, Paolo Decuzzi, Francesco De Angelis, Giandomenico Iannetti, Liberato Manna, Teresa Pellegrino; impegnati in progetti che vanno dallo sviluppo di tecnologie per la diagnosi precoce dell’autismo, a nanoparticelle per il rilascio controllato di farmaci antitumorali, a dispositivi per valutare la tossicità cardiaca dei farmaci, fino allo studio di robot manipolatori in ambito industriale.

I progetti più recenti sono quelli di Iannetti, Manna e Pellegrino, risultati vincenti nell’ultima fase di finanziamento del 2019, tra i 76 progetti sovvenzionati in Europa e i 9 in Italia.

Con il progetto SpinRec, Giandomenico Iannetti si prefigge di sviluppare un dispositivo indossabile che permetta la registrazione diretta della attività elettrica del midollo spinale, mentre il soggetto sperimentale riceve stimolazioni ed esegue movimenti naturali. In caso di successo, SpinRec permetterà per la prima volta di misurare in modo diretto l’attività dei circuiti neuronali sensorimotori nel midollo spinale, e ottenere una diagnosi e un trattamento precoce nei pazienti con lesioni midollari e dolore cronico.

HyperCube è il progetto di Teresa Pellegrino, volto a sviluppare nuovi trattamenti antitumorali, per esempio per il Glioblastoma Multiforme, con ridotti effetti collaterali. Pellegrino metterà a punto una procedura per la produzione, su larga scala, di nanoparticelle magnetiche a forma di nanocubi, che saranno utilizzati principalmente per generare calore al tessuto tumorale, se esposti a campo magnetici esterni. Inoltre, il suo gruppo lavorerà allo sviluppo di una procedura, anch’essa pensando all’utilizzo a larga scala, per il rivestimento dei nanocubi con polimeri intelligenti per il trasporto di farmaci chemioterapici da rilasciare sul tessuto solo in funzione dello stimolo termico generato dai nanocubi, combinando così la terapia del calore con quella farmacologica mirata e selettiva. Nello stesso tempo i nanocubi potranno agire da agenti di contrasto per le risonanze magnetiche.

Dedicato alla chimica per le energie rinnovabili è il progetto di Manna, HyCat, che ha come focus la realizzazione di nuovi catalizzatori per la produzione dell’idrogeno a seguito dell’elettrolisi dell’acqua. Attualmente i catalizzatori più efficienti utilizzano metalli costosi e rari, come il platino, oppure il rutenio, i quali sono dispendiosi dal punto di vista economico e presentano un’attività catalitica limitata. I nuovi catalizzatori saranno realizzati in modo che le quantità di metalli nobili da utilizzare siano inferiori e la durata di attività sia più lunga.

A partire dal 2019, l’ERC ha introdotto un ulteriore strumento per facilitare la nascita di innovazioni dalla ricerca di eccellenza, l’ERC Virtual Venture Fair, ovvero una piattaforma web dove i ricercatori beneficiari di POC possono entrare in contatto con potenziali investitori, in particolare business angels, interessanti a impegnare capitali di rischio a lungo termine. Si tratta di un progetto pilota e tra un paio d’anni ne sarà valutato l’esito.

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