Cerca
Close this search box.

“Identifying IIT People Diversities – We need your voice”

Per poter attuare l’inclusione e l’equità dobbiamo prima conoscere le nostre diversità

Disponibile da ieri per tutto il personale IIT un sondaggio anonimo per conoscere meglio la popolazione della Fondazione, attraverso la voce di chi vorrà raccontarsi. I dati già in possesso, aggiornati ad aprile 2022, parlano di 1900 persone di staff complessivo provenienti da oltre 60 Paesi. L’area scientifica è rappresentata da oltre l’80% del personale e di questi il 51% proviene dall’estero: il 30% è costituito da stranieri e il 21% da italiani rientrati. L’età media è di 35 anni con il 40% di donne e il 60% di uomini. Ma ci sono altre informazioni legate per esempio al background culturale del personale, alla sensibilità su tematiche quali il linguaggio di genere, piuttosto che all’orientamento religioso, che IIT ritiene importante conoscere per riuscire ad agire nel quotidiano rispettando le ideologie e le posizioni di tutt* all’insegna dell’inclusione e dei pari diritti.

Lina Donnarumma, Diversity and Inclusion Manager di IIT, in cosa consiste la survey e com’è possibile accedervi?

Il questionario, completamente anonimo, si è aperto ieri e sarà disponibile sulla piattaforma di un consulente esterno. Si compone di una serie di domande non obbligatorie che indagano la varietà e diversità di IIT ma anche il nostro percepito e le nostre aspettative. L’opzione “preferisco non rispondere” è presente per la maggior parte delle risposte. È possibile accedere al questionario in qualsiasi momento da pc e da smartphone, grazie al link che è stato inviato dal consulente via mail a tutto il personale IIT degli 11 centri in Italia. Il link è disponibile anche tramite il QR Code stampato su locandine e roll-up distribuite in tutte le nostre sedi. Il consulente raccoglierà le risposte anonime e fornirà a IIT i dati aggregati.

Qual è l’obiettivo del questionario e con che spirito l’avete preparato?

Come Ufficio Diversity and Inclusion ci siamo accorti che ad oggi conosciamo solo la superficie della nostra comunità IIT, solo la punta dell’iceberg. Non conosciamo invece la parte più nascosta ed identitaria, la cosiddetta “diversity” nelle sue 3 dimensioni, quella che ci dà informazioni sulle caratteristiche della popolazione di IIT. Solo con un questionario ben strutturato sarà possibile ottenere queste informazioni e comprendere e tutelare le minoranze. Avere una popolazione eterogenea è importante ma non sufficiente. Ersilia Vaudo Scarpetta, Chief Diversity Officer dell’ESA, diceva proprio qui su OpenTalk “La diversità senza l’attenzione all’inclusione, rimane una questione di numeri e non crea il valore atteso”.  Affinché tutti gli elementi possano fondersi e convivere, e dunque si realizzi effettivamente inclusione, generando valore aggiunto e innovazione, è necessario conoscerli e pianificare interventi culturali, formativi e organizzativi ad hoc che tengano conto delle necessità di tutt*, evitando ogni forma di discriminazione anche quelle implicite. Grazie all’inclusione poi si può parlare di equità: ovvero permettere a coloro che partono da posizioni diverse di avere gli strumenti necessari per ottenere un pari risultato. Pertanto se collaboriamo tutti e tutte, riusciremo ad individuare le nostre principali diversità ed essere più efficaci. Per questo auspico un alto tasso di risposta da parte dei nostri colleghi e colleghe.

Fino a quando sarà possibile accedere al documento e cosa seguirà a questa fase?

Sarà possibile accedere fino alla prima settimana di agosto e mi preme sottolineare che noi riceveremo dati aggregati quantitativi. Il questionario rappresenta solo la prima fase di un progetto complesso, disegnato in collaborazione con due consulenti esterni. Al questionario seguiranno altre due fasi: una di analisi qualitativa dei dati che verrà effettuata tramite gruppi di lavoro composti da personale IIT. Questi momenti saranno organizzati e gestiti da un consulente esterno diverso da quello che gestirà il questionario.  Si faranno approfondimenti qualitativi delle principali aree di diversità che emergeranno. Una seconda fase prevederà la presentazione dell’assessment sulla diversity unita ad un piano di azione che soddisfi le dimensioni che emergeranno dalle analisi, corredato da specifici KPI di monitoraggio.

Quando prevederete il prossimo?

Abbiamo bisogno di un alto tasso di risposta per questa prima fase progettuale, che ci permetta di attuare piani ed interventi ad hoc che monitoreremo con dei KPI. Naturalmente poiché ci evolviamo nel tempo, non escludo che in futuro si possa effettuare una successiva analisi per verificare se e come siamo cambiati. Adesso però è importante focalizzarci sul presente. L’obiettivo è partire dalla Diversity & Inclusion per arrivare alla Diversity, Equity & Inclusion e solo con la partecipazione e collaborazione di tutti e tutte potremo farcela.

Condividi