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IEEE Women in Engineering – International Leadership Summit – Italy

L’appuntamento è domani alle ore 16 online.

Si terrà domani la conferenza online aperta a tutte e tutti “Women in Engineering International Leadership Summit Virtual Event” organizzata dalle ricercatrici IIT Marianna Semprini e Michela Chiappalone, in collaborazione con IEEE Women in Engineering (IEEE WIE) e supportata da IEEE WIE Affinity Group – Italy Section. L’iscrizione è possibile fino a questa sera.

“Quando abbiamo ricevuto la mail da IEEE WIE di cui siamo socie, che annunciava l’apertura del bando per organizzare l’International Leadership Summits 2020 (WIE ILS), abbiamo pensato fosse arrivato il momento di farci avanti” dicono quasi in contemporanea le ricercatrici di Rehab Technologies IIT-INAIL Michela Chiappalone e Marianna Semprini.

Il bando in questione è la call annuale che IEEE WIE invia alle ricercatrici di ambito STEM per organizzare giornate di empowerment femminile e di approfondimento scientifico che si rivolgono a tutt* coloro, facenti parte del mondo scientifico e non, interessat* ad approfondire queste tematiche.

Le due ricercatrici IIT hanno fatto bene ad aderire perché la loro proposta è stata selezionata tra quelle vincitrici dell’edizione 2020, la prima volta per l’Italia, che quest’anno è anche l’unico Paese europeo rappresentato.

Causa Covid l’evento in presenza è stato rimandato al 2021, ma domani si potrà assistere ad un’anticipazione del progetto a cui hanno lavorato le due ricercatrici sotto forma di evento virtuale ridimensionato a cui parteciperanno 3 speaker.

Abbiamo raggiunto al telefono le ricercatrici Marianna Semprini (MS) e Michela Chiappalone (MC), rispettivamente Chair e co-Chair dell’evento, per avere maggiori informazioni:

Come mai due ingegnere impegnate nel loro lavoro di ricerca, si sono ritagliate del tempo per organizzare un evento di empowerment femminile?

MS: Fondamentalmente perché crediamo che ce ne sia bisogno. Nel 2018 io e Michela siamo andate ad una conferenza alle Hawaii organizzata da IEEE e IEEE Engineering in Medicine and Biology Society – EMBS dove siamo state invitate ad un pranzo organizzato da WIE di cui eravamo già socie. Durante il pranzo una ex ricercatrice ha raccontato la propria esperienza di transizione dal mondo della ricerca a quello dell’industria, condividendo con noi la sua storia di successo, ma anche difficoltà e imprevisti di questo cambio vita, legati sia al diverso ambiente lavorativo e alle diverse abitudini, quanto all’essere donna. Ne abbiamo discusso con le altre commensali e tra tutte noi si è creata una connessione che credo sia il senso delle community. Quel momento, quella testimonianza me la ricordo ancora adesso perché mi ha fatto capire che siamo in tante a vivere esperienze simili.

MC: Quando abbiamo ricevuto la mail da IEEE, con il bando che invitava noi socie a proporre un progetto per un evento di empowerment e international leadership, abbiamo pensato che ci sarebbe piaciuto ricreare quell’atmosfera proprio qui in IIT dove lavoriamo tutti i giorni e dare l’opportunità a chiunque sia interessato a prendere parte all’evento e ascoltare storie personali e di lavoro per saperne di più, trovare dei riferimenti o perché no dei modelli. Dipende dalla sensibilità e dalle esigenze di chi ascolta.

Perché è importante creare comunità? E a chi si rivolge questa conferenza?

MS: Quest’anno durante il lockdown si è tenuto il Global Summit di WIE traslato in versione digitale causa Covid. Il fuso orario era quello degli Stati Uniti e infatti ho seguito gli interventi di empowerment a fine della giornata lavorativa, mentre preparavo la cena per la mia famiglia, buffo no? Beh in questo contesto ho ascoltato le testimonianze di alcune tra le prime studentesse iscritte alla Facoltà di Ingegneria, potremmo definirle pioniere del mondo STEM, e sentire i loro racconti fatti di pregiudizi, piccole-grandi battaglie vinte e soddisfazioni, è stato veramente d’ispirazione per me. È per episodi come questo che reputo sia importante creare una comunità.

MC: Abbiamo progettato questo evento affinché fosse un evento inclusivo, aperto a tutti e tutte. Crediamo che le persone scelte per gli speech possano avere qualcosa di interessante da dire a molte donne e molti uomini.

 L’ambiente lavorativo della ricerca è per eccellenza basato su meriti e risultati effettivi. Ravvisate nel settore discriminazione basata su pregiudizi?

MS: Il nostro ambiente lavorativo è sicuramente tra quelli che più si basano sui risultati per la valutazione professionale delle persone e mi piace pensare che dove c’è cultura gli stereotipi di genere abbiano vita più dura. Tuttavia è pur sempre una realtà fatta di persone, scienziati certo, ma prima di tutto persone. Nei laboratori ci sono persone, alle conferenze ci sono persone e quindi senza additare l’intero settore mi sento di dire che anche nella comunità scientifica ci sono ancora persone, poche per la verità, che vedono con sfiducia o diffidenza la donna ingegnera-ricercatrice. Ed è per questo che crediamo nell’importanza di eventi come questo per abbattere gli stereotipi.

MC: In generale no. Tuttavia come dice Marianna, nel complesso di persone che frequentano questo mondo c’è una piccola percentuale che non perde occasione per farmi ricredere. Mi piacerebbe che conferenze come quella di domani servissero per togliere terreno sotto ai piedi a questi pochi.

Chi sono gli speaker che parteciperanno domani?

MS: Domani sentiremo tre speaker che rappresentano 3 storie diverse. Valentina Pasquale, ingegnera e brillante ricercatrice in IIT, con uno spiccato interesse per la scienza e per la ricerca che poi ha deciso di lasciare, spostandosi nel settore del “data management”. Le ragioni di questo cambiamento ce le spiegherà lei stessa domani nel suo intervento “My journey from research to data stewardship: a new career pathway in science”. Elivira Pirondini, ingegnera, giovane PI, laureata all’EPFL di Losanna, da poco trasferitasi all’Università di Pittsburg presso il Department of Physical Medicine and Rehabilitation. Lei rappresenta a pieno la mobilità internazionale e il nomadismo richiesto dalla Ricerca con tutto quello che ne consegue. Terrà il talk “International mobility and related challenges”.

MC: Il terzo speaker è Stefano Zucca, neuroscienziato, postdoc all’University College di Londra presso l’Institute of Behavioural Neuroscience (IBN). Lui nell’intervento “Mental health in academia: stressors among underrepresented groups” ci parlerà dei problemi di salute mentale nel mondo dell’accademia con particolare focus sui gruppi sottorappresentati: le cosiddette “minorities”.

Cosa ci dobbiamo aspettare dal summit del 2021?

MS: Sarà un evento che mescola scienza e dibattiti sociali, all’engagement femminile in ambito scientifico e business. Ci saranno grandi personalità del mondo della ricerca e non solo.

MC: Possiamo anticipare che si terrà in presenza su due giornate. Le mattine verranno dedicate a panel e presentazioni prettamente scientifiche, i pomeriggi a focus group sulla figura della donna nel mondo del lavoro. Da non perdere!

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