Gli Starting grant dell’ERC assegnati a 397 ricercatori in Europa. Lieve miglioramento per l’Italia con 28 borse
Il migliore investimento per il nostro futuro è lasciare che i giovani ricercatori possano prosperare in Europa, inseguendo le loro idee più innovative – così la nuova Presidente dell’European Research Council, la Prof.ssa Maria Leptin, ha commentato la prima tornata di finanziamenti individuali per la ricerca di frontiera nel programma quadro Horizon Europe, gli Starting grant, annunciati oggi. Oltre 4000 i progetti proposti e solo 397 quelli finanziati in 22 paesi membri; un tasso di successo del 9.8% che è da sempre indice dell’eccellenza richiesta dall’ente europeo. L’investimento totale è di 619 milioni di euro, con l’obiettivo di mantenere l’Europa una potenza scientifica.
Se si guarda alla nazionalità dei ricercatori “eccellenti”, l’Italia spicca per il numero dei talenti con 58 giovani ricercatori e ricercatrici premiati, dietro solo alla Germania (67) e meglio della Francia (44). Come negli anni precedenti, anche per questa tornata, è chiaro che si tratta per la maggior parte di talenti che vive e lavora fuori dai confini nazionali, poiché i progetti che verranno condotti nei laboratori italiani sono poco più della metà: 28. Tale dato è interpretato, a ragione, come la fotografia di un Paese che necessita di essere più attrattivo, ma che per quest’anno lo posiziona al sesto posto, a pari merito della Svizzera, dove però, poiché lo stato non è più eleggibile per i fondi dell’UE, i ricercatori e le ricercatrici dovranno cercare di riposizionarsi in altri stati membri dell’Unione affinché non perdano il loro finanziamento.
La situazione in Italia mostra un piccolo elemento positivo. Il dato assoluto, se confrontato con i numeri degli ultimi anni relativi allo stesso tipo di finanziamento (Starting grant), mostra una tendenza di crescita, sia per il numero di grant ottenuti, sia per il numero di istituti che li ospitano (host institution). Nel 2017 si avevano 19 progetti finanziati in 13 istituti; nel 2018, 15 progetti in 10 sedi; nel 2019 il dato era di 17 progetti in 13 istituti. Nel 2020, 20 progetti in 14 istituti, arrivando ad oggi dove si hanno 28 ricercatori e ricercatrici in 17 università o centri di ricerca. Un dato simile si ebbe nel 2012, quando vennero vinti 24 grant, ma a fronte di un investimento complessivo più alto, pari a 800 milioni di euro.
A differenza dell’anno scorso, con 5 grant su 20 ottenuti, l’IIT quest’anno guadagna una nuova borsa grazie al ricercatore Daniele Cortecchia (https://opentalk.iit.it/daniele-cortecchia-premiato-dalleuropean-research-council-per-svolgere-ricerche-innovative-su-nuo/), arrivando così a 51 grant totali. Il numero di borse più alto è dell’Università di Padova (4), seguita dall’Università di Milano (3); in Lombardia si registra il numero complessivo di grant più alto (9), grazie anche un maggior numero di host institutions, Human Technopole, Bocconi, Università di Pavia e Humanitas. In Liguria, oltre all’IIT, guadagna un finanziamento anche l’Università di Genova.