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Innovazione tecnologica nel settore agricolo

Nell’ambito del programma “Divinazione Expo 2024”, la manifestazione espositiva che precederà il G7 Agricoltura e Pesca, l’evento per approfondire e discutere temi sul settore agricolo dentro il palcoscenico di Ortigia

Nel cuore pulsante della polis greca, si è svolto questa mattina, dalle ore 9:00 alle ore 11:30, un ciclo tematico di incontri a corredo del G7 sulle eccellenze nel settore agricolo e della pesca, presso la sede della Fondazione INDA. Un’occasione per esaminare le innovazioni tecnologiche emergenti (agricoltura digitale, di precisione, robotica, etc) e il loro ruolo strategico nel promuovere la sostenibilità e incrementare l’efficienza del settore agricolo.

Ciascuna di queste soluzioni innovative ha come scopo primario la trasformazione dei processi produttivi e l’ottimizzazione delle risorse, con una particolare attenzione alla riduzione della pressione sugli ecosistemi naturali. Attraverso una gestione più efficiente delle risorse, si punta non solo a migliorarne l’impiego, ma anche a ridurre significativamente le conseguenze negative sugli equilibri ambientali.  Un tema di grande rilievo nello scenario internazionale.

Il contesto italiano in cui si svolge questo dibattito, inserito nel PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, prevede la creazione di cinque Centri Nazionali di eccellenza, con un investimento complessivo di 1,6 miliardi di euro. Questi centri sono aggregazioni di università, enti e organismi pubblici e privati di ricerca e imprese distribuite su tutto il territorio nazionale, con una governance organizzata secondo il modello Hub(attività di gestione e coordinamento) & Spoke (ricerca).

I Centri Nazionali sono dedicati a cinque aree strategiche per lo sviluppo scientifico e tecnologico del Paese: simulazioni, calcolo e analisi dei dati ad alte prestazioni; tecnologie dell’Agricoltura (Agritech); sviluppo di terapia genica e farmaci con tecnologia a RNA; mobilità sostenibile e biodiversità.

Industria e tecnologia giocano un ruolo cruciale nell’espansione del settore agricolo, migliorando produttività, sostenibilità e redditività. L’innovazione tecnologica, attraverso macchinari avanzati, tecniche di coltivazione di precisione e biotecnologie, ha trasformato l’agricoltura tradizionale in un’attività sempre più efficiente.

Il panel che si è tenuto questa mattina a Siracusa, organizzato da Open Gate Italia, ha visto la partecipazione di esperti che potessero raccontare e fare il punto sul cambiamento del settore, noto come Agricoltura 4.0, che ha permesso di migliorare l’efficienza, la sostenibilità e la competitività delle aziende agricole.

Il tavolo tematico è iniziato con un’introduzione generale sulle tematiche dell’Agricoltura 4.0 di Andrea Morbelli, a capo della sezione Public Affairs di Open Gate Italia. Il panel, moderato dal Presidente di Open Gate Italia Paolo Mazzanti, ha visto tra gli ospiti Andrea Di Paolo, Presidente di BAT Trieste, Sergio Marchi, Capo della Segreteria Tecnica di Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Pietro Paganini, Co-Founder e Curiosity Officer di Competere.eu, e Stefano Mariani, Post Doc dell’unità Bioinspired Soft Robotics di IIT. Attori di questo primo panel chiamati a descrivere le eccellenze del made in Italy.

Il Presidente Mazzanti ha sottolineato come l’Agricoltura stia diventando il crogiolo di tutte le possibili innovazioni, un luogo di sperimentazione di ogni tipo di innovazione. 11.500 anni fa, dopo la glaciazione, si è segnato l’inizio dell’Agricoltura in ventuno zone del mondo, normalmente attorno ad alcuni grandi fiumi, dove si sviluppavano i primi nuclei di uomini che, anziché cacciare, coltivavano con l’utilizzo di diverse sostanze che facevano quasi sempre capo al carbonio, elemento essenziale alla vita, delle piante e degli animali. Mazzanti ha ribadito che negli ultimi 200 anni, gli anni dell’industrializzazione, la presenza del carbonio è aumentata di un terzo, provocando buco dell’ozono e riscaldamento globale, e che il nostro compito è ora quello di gestire meglio le risorse, a cominciare dal carbonio, che va contenuto e quantomeno mantenuto a livelli ottimali. L’innovazione ha questo scopo, e oggi dopo l’agricoltura intensiva, stiamo vivendo questo passaggio con una cosiddetta “agricoltura più parsimoniosa”.

Pietro Paganini, Co-Founder e Curiosity Officer di Competere.eu, ha discusso del grande dilemma che attanaglia l’agricoltura, non più solo quello della sostenibilità ma anche quello della richiesta di produttività: produrre a sufficienza per garantire una sufficiente nutrizione nei prossimi anni. L’assenza di sostenibilità, però, si sta abbattendo sull’agricoltura come un boomerang. Da molti anni oramai la produttività diretta si sta abbassando e i fattori climatici e i cambi fisiologici dell’ambiente stanno cambiando, c’è un aumento di domanda e di offerta (siamo a circa 8,1 miliardi di abitanti). I cittadini sono più consapevoli e al problema della domanda si sommano altri problemi, come l’urbanizzazione, i territori agricoli che tendono a ridursi, la mancanza di manodopera e l’assenza di personale qualificato, la mancanza di infrastrutture. In questo abisso di fattori negativi interviene la tecnologia. L’uomo primitivo nel neolitico comincia l’agricoltura con la tecnica, osservare e imparare. Oggi bisogna passare dalla tecnica alla tecnologia.

Stefano Mariani, Post Doc dell’unità Bioinspired Soft Robotics di IIT, dopo una breve introduzione sulla Fondazione, ha esposto alcune delle tecnologie che vengono sviluppate all’interno del laboratorio coordinato da Barbara Mazzolai. Lo scopo è quello di osservare la Natura, che ha lavorato per diversi anni studiando l’evoluzione, soffermandosi su applicazioni che abbiano ricadute anche nel settore dell’agricoltura di precisione come tecnologie di plant care and monitoring, classici esempi di bioispirazione, o le tecnologie sviluppate all’interno del progetto europeo I-SEED, di cui IIT è capofila, che combinano robotica bioispirata, materiali soffici e innovativi, e intelligenza artificiale per sviluppare robot innovativi ispirati ai semi delle piante e in grado di agire come sensori per il monitoraggio dei parametri di salute del suolo, quali la presenza di inquinanti, e dell’aria, come i livelli di CO2, temperatura e umidità.

Andrea Di Paolo, Presidente di BAT Trieste, a capo della direzione corporate & regulatory affairs di Bat Italia, ha raccontato dell’azienda leader mondiale che opera in più di 150 paesi nel mondo, nel settore del tabacco. BAT si occupa di offrire ai propri consumatori, fumatori adulti, prodotti alternativi a potenziale rischio ridotto a base di nicotina. L’Italia è un paese strategico nel campo del tabacco; nel 2021 ha fatto un investimento di mezzo miliardo per la costruzione del primo hub dove si fa ricerca e sviluppo di prodotti di nuova generazione per offrire una valida alternativa alle sigarette cercando di minimizzare l’impatto ambientale. Uno degli approcci è l’utilizzo di intelligenza artificiale (elaborazione dati) per ridurre e ottimizzare i consumi di acqua (l’Italia è il primo produttore europeo di tabacco, la cui produzione supera di quasi un terzo la produzione europeo, ed è il secondo paese per consumo di acqua nella produzione di tabacco.). BAT sviluppa tecnologie totalmente scalabili e utilizzabili anche in altri ambiti.

Sergio Marchi, Capo della Segreteria Tecnica di Francesco Lollobrigida, Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, ha portato i saluti dell’Istituzione ricordando che il tema dell’innovazione è la sfida dell’Italia, soprattutto nell’agricoltura. Un comparto che si basa su due grandi pilastri: radici salde (tradizione e qualità) e innovazione, che viaggia a 360 gradi. Il Capo della Segreteria Tecnica del Ministro dell’Agricoltura ha ricordato che la sostenibilità, ambientale economica e sociale, può essere veicolata insieme all’innovazione e che la ricerca è l’anello di congiunzione.

Il panel ha concluso il primo evento di questa mattina sottolineando l’importanza cruciale di sviluppare filiere integrate di ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico, in grado di affrontare con efficacia le sfide complesse dell’oggi e del futuro.

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