Iniziamo oggi la pubblicazione in quattro puntate dell’intervista alla Commissaria europea Mariya Gabriel*. Si tratta di un approfondito intervento che affronta i grandi temi della politica della commissione europea per la ricerca nei prossimi anni
Domanda 1: Nell’Unione europea e nel Regno Unito si sono registrati oltre 1 milione e mezzo di casi di coronavirus, la prima pandemia che cittadini e istituzioni europee hanno dovuto affrontare. La ricerca scientifica è fondamentale per comprendere il virus Sars-CoV2, il suo comportamento e il suo impatto sull’uomo. Il dialogo tra gli Stati membri dell’UE ha consentito di coordinare una risposta comune all’emergenza e le istituzioni europee hanno avviato diverse iniziative contro la Covid-19. Può farci alcuni esempi?
La Commissione europea ha intrapreso un’azione forte e coordinata per combattere la pandemia di coronavirus e aiutare l’Europa a riprendersi dalle devastanti ripercussioni economiche della crisi di Covid-19. Gran parte delle misure economiche, di sanità pubblica, per la mobilità e il turismo sono state concepite per fronteggiare la crisi sanitaria.
Vorrei sottolineare che la ricerca e l’innovazione sono essenziali per combattere la pandemia e per una ripresa sostenibile e inclusiva. Da gennaio abbiamo mobilitato la ricerca e l’innovazione europee per fronteggiare la crisi e lo abbiamo fatto rapidamente. Vi faccio alcuni esempi.
Siamo riusciti a stanziare 48,5 milioni di EUR di finanziamenti di Orizzonte 2020 a sostegno di 18 progetti di ricerca volti a comprendere meglio il virus, a contribuire a una gestione clinica più efficiente dei pazienti e a migliorare la preparazione e la risposta della sanità pubblica. Sono orgogliosa di poter dire che i progetti sono un vero esempio di collaborazione, in quanto coinvolgono 151 équipe di ricerca provenienti da tutta Europa e non solo. Più di recente abbiamo finanziato con 128 milioni di EUR altri 23 progetti di ricerca, che coinvolgono 347 gruppi di ricerca da 40 paesi, per aumentare il livello di preparazione dei sistemi sanitari.
Ad aprile abbiamo avviato il piano d’azione ERAvsCorona, adottato dagli Stati membri, che ha contribuito a coordinare con le amministrazioni nazionali tutte le attività di ricerca e innovazione, in particolare i finanziamenti, i dati della ricerca e lo scambio di informazioni. In meno di 2 settimane abbiamo istituito la piattaforma europea di dati sulla Covid-19 per consentire una raccolta e una condivisione rapide dei dati disponibili a sostegno dei ricercatori in Europa e nel mondo.
In soli tre mesi di collaborazione, il piano d’azione ha già prodotto risultati, tra cui un maggiore coordinamento delle azioni intraprese dagli Stati membri e dalla Commissione, azioni congiunte per offrire sostegno finanziario, nuove opportunità di finanziamento, il riorientamento di progetti esistenti, la condivisione dei dati e l’istituzione di meccanismi che consentono di conciliare le grandi idee con le opportunità di mercato. Il piano dimostra che agendo rapidamente e insieme si ha un forte impatto.
Ad aprile-maggio abbiamo organizzato una hackathon europea per sviluppare soluzioni innovative per combattere l’epidemia. Si tratta di un approccio nuovo e forte alla collaborazione aperta e partecipativa. Mi ha sorpresa la rapida risposta degli oltre 20 900 partecipanti, che hanno proposto più di 2 150 soluzioni in ambiti quali la sanità e la vita quotidiana, la continuità operativa, il lavoro e l’istruzione a distanza, la coesione sociale e politica e la finanza digitale. Le soluzioni vincitrici sono state invitate ad aderire a una piattaforma COVID del Consiglio europeo per l’innovazione per agevolare i collegamenti con gli utenti finali, come gli ospedali, e offrire accesso agli investitori, alle fondazioni e ad altre opportunità di finanziamento da tutta l’UE.
Quando la Commissione europea ha assunto la guida della lotta al coronavirus su scala mondiale tramite la mobilitazione per una risposta globale al coronavirus, l’Unione europea ha contribuito con 1,4 miliardi di euro alla ricerca sui test, i vaccini e le terapie. Un miliardo di euro, mobilitato tramite Orizzonte 2020, finanzierà progetti di ricerca per lo sviluppo di vaccini, nuove terapie e strumenti diagnostici. A maggio l’UE e i suoi partner hanno ospitato l’evento di raccolta fondi per la risposta globale al coronavirus, a cui è seguito il vertice mondiale dei donatori di giugno. Sono stati raccolti 16 miliardi di EUR per l’accesso universale ai vaccini, alle terapie e ai test a prezzi accessibili e a sostegno dei sistemi sanitari di tutto il mondo. Tramite il Consiglio europeo per l’innovazione, la Commissione ha erogato quasi 166 milioni di EUR a imprese altamente tecnologiche a sostegno di innovazioni per fronteggiare la pandemia di coronavirus. Le start-up e le PMI selezionate per il sostegno provengono da 16 paesi, tra cui 12 Stati membri dell’UE, il Regno Unito e 3 paesi associati.
Ma sostenere le comunità non basta, è essenziale ottenere risultati concreti. Alcuni arriveranno nel prossimo futuro, ma altri sono stati immediatamente disponibili, come la piattaforma “Re-open EU”, che contiene informazioni essenziali che consentono una ripresa sicura della libera circolazione e del turismo in tutta Europa. La piattaforma fornisce informazioni in tempo reale sulle frontiere, i mezzi di trasporto disponibili, le restrizioni di viaggio e le misure di sanità pubblica e di sicurezza.
Inoltre, il mio team del Centro comune di ricerca ha sviluppato materiale di controllo positivo per la convalida dei test RT-PCR che i laboratori possono utilizzare per verificare il corretto funzionamento dei test per il coronavirus ed evitare falsi negativi. Campioni di questo materiale sono stati inviati ai laboratori di analisi di tutta l’UE, compresi i principali centri virologici di riferimento e gli ospedali.
Tutto ciò dimostra che possiamo progredire quando siamo ben coordinati e sfruttiamo al meglio le rispettive capacità.
Mariya Gabriel* è Commissaria europea per l’innovazione, la ricerca, la cultura, l’istruzione e la gioventù