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Italia, approvata la legge sull’intelligenza artificiale

Dal parere tecnico dell’IIT al confronto con l’AI Act europeo: un nuovo quadro normativo per lo sviluppo e l’uso responsabile delle tecnologie digitali

Il 17 settembre il Senato ha approvato in via definitiva il Disegno di Legge n. 1146-B/24, che introduce una cornice normativa nazionale per lo sviluppo, l’adozione e l’impiego dell’intelligenza artificiale. Il provvedimento definisce principi di trasparenza, responsabilità umana, sicurezza, protezione dei dati e non discriminazione, con applicazioni che toccano diversi ambiti, dalla sanità alla pubblica amministrazione, dalla giustizia al mondo del lavoro.

La legge si inserisce in un contesto in cui l’IA è sempre più presente nei processi decisionali e nei servizi pubblici e privati, rendendo necessaria una regolamentazione chiara che possa accompagnarne la diffusione senza rallentarne l’innovazione. Per questo motivo, il testo normativo prevede sia principi generali e sia specifiche previsioni settoriali. In ambito sanitario, ad esempio, si stabilisce che l’IA possa essere utilizzata come supporto alle decisioni diagnostiche e terapeutiche, ma senza sostituire la valutazione del medico. Sul piano del diritto d’autore, la legge conferma che solo le opere frutto dell’ingegno umano possono godere di protezione legale, affrontando così uno dei temi più discussi legati alla creatività generata da macchine.

Durante la discussione del DDL alla Camera, l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) ha fornito un parere tecnico alla X Commissione Attività produttive, richiamando l’attenzione su aspetti scientifici e operativi fondamentali per un’applicazione efficace della legge. Nel documento si sottolinea come l’introduzione di vincoli normativi eccessivi potrebbe ridurre la competitività del sistema produttivo nazionale, soprattutto in relazione ai requisiti di trasparenza e spiegabilità dei modelli di IA di larga scala, e si evidenzia l’importanza di destinare adeguate risorse economiche e strumenti operativi agli organismi di controllo e alle autorità preposte alla vigilanza, affinché la normativa possa essere implementata in modo coerente ed efficace.

Uno dei punti accolti nel testo finale riguarda l’inclusione della robotica tra i settori strategici nazionali, insieme a intelligenza artificiale e cybersicurezza, riconoscendo così il ruolo sempre più interconnesso di queste tecnologie nello sviluppo industriale e scientifico del Paese. Il parere dell’IIT ha inoltre espresso sostegno alle misure che facilitano il riutilizzo dei dati sanitari per scopi di ricerca e l’integrazione del Fascicolo Sanitario Elettronico, raccomandando, però, un’attenzione particolare alla protezione dei dati sensibili e alla disponibilità di infrastrutture adeguate

Sul piano europeo, la legge italiana si confronta con l’AI Act, il Regolamento (UE) 2024/1689, che introduce un approccio risk-based alla regolamentazione dell’intelligenza artificiale, classificando i sistemi in base al loro livello di rischio e stabilendo obblighi proporzionati. Il Regolamento europeo prevede, però, un sistema di supervisione armonizzato a livello centrale e nazionale, a differenza della normativa italiana che affida la governance ad enti esistenti, quali l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID) e l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN), senza creare nuove autorità indipendenti dedicate esclusivamente all’IA.

L’approvazione del DDL IA rappresenta un passo avanti verso la definizione di un quadro normativo integrato tra livello nazionale ed europeo. I prossimi mesi saranno decisivi per l’adozione dei decreti attuativi, che dovranno tradurre in misure operative i principi fissati dalla legge.

In questo percorso, il contributo di istituzioni scientifiche come l’IIT potrà continuare a fornire competenze tecniche e analisi basate sull’evidenza, favorendo un’applicazione della normativa che tenga conto sia della tutela dei diritti fondamentali e sia delle esigenze di sviluppo tecnologico e industriale.

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