Intervista a Simona Romeo ed Andrea Morten (Ufficio Energy & Environment), che seguono il Sistema di Gestione Ambientale di IIT
Nel contesto della crisi ambientale, sociale, sanitaria e delle risorse di un Pianeta messo a dura prova dalla presenza della nostra specie, la sostenibilità, sia ambientale sia sociale, sta acquisendo un ruolo di primo piano. Una delle possibilità di affrontare problemi che abbiamo generato noi stessi è la ricerca scientifica. Università, enti di ricerca, fondazioni e enti finanziatori hanno, nelle ultime decadi, spostato la loro attenzione verso i temi della sostenibilità, abbracciando le sfide poste dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite che comprende i 17 Sustainable Develpoment Goals, gli obiettivi a cui tendere nei prossimi 10 anni per migliorare le sorti del pianeta Terra.
Le strutture di ricerca stesse, però, nello svolgimento della loro attività, possono avere un impatto sull’ambiente e sulla società che non può e non deve essere trascurato. Un centro di ricerca è un oggetto complesso che comprende attività diverse ed esigenze specifiche: dal lavoro di ufficio indispensabile per il funzionamento della struttura alle attività sperimentali, ognuna con peculiarità tipiche della disciplina scientifica.
L’Istituto Italiano di Tecnologia, ad esempio, comprende circa 1700 unità di personale, distribuite sul territorio nazionale in una rete di 13 centri che svolgono attività di ricerca in 4 domini scientifici (Robotica, Nanomateriali, Tecnologie per le scienze della vita e Scienze computazionali) che sono molto diversi tra loro, seppur intimamente connessi, e hanno esigenze gestionali profondamente differenti.
Abbiamo raggiunto Simona Romeo ed Andrea Morten dell’Energy and Environment Office di IIT per capire quali sono le problematiche e le strategie di gestione degli aspetti ambientali di un centro di ricerca così eterogeneo come l’Istituto Italiano di Tecnologia.
Quali sono le aree di intervento del vostro gruppo di lavoro?
Il nostro lavoro si svolge dietro le quinte della ricerca, seguiamo tutti gli aspetti inerenti agli impatti ambientali ed ai consumi energetici delle attività nelle diverse sedi di IIT, nell’ottica di monitorare e mettere in campo azioni per minimizzarli. Ci occupiamo di impostare la gestione delle infrastrutture e delle attività in conformità alla politica ambientale che IIT ha deciso di adottare. Il nostro è un lavoro trasversale che parte da verifica della conformità normativa, mappatura degli impatti ambientali delle attività presenti nelle varie sedi, redazione di procedure per la gestione degli impatti significativi fino ad arrivare alla gestione e controllo operativo per la loro minimizzazione nonché alla pianificazione di azioni da mettere in campo per il miglioramento continuo.
Come viene gestito, all’interno di un centro di ricerca, l’impatto di attività molto diverse tra loro? Ad esempio quelle d’ufficio rispetto a quelle dei vari laboratori (dalla robotica alla biologia molecolare) con criticità differenti?
In effetti un centro di ricerca coniuga insieme attività molto diverse fra loro in termini di impatti ambientali. Si parte con una mappatura dei diversi processi, verificandone gli impatti e modulando gli interventi ed i monitoraggi per ognuno di loro in funzione dei risultati di questa analisi. Ovviamente i potenziali impatti ambientali variano notevolmente ed è necessario unire all’efficacia nel monitoraggio anche un’efficienza che ci permetta di ottimizzare le risorse e non attuare interventi non appropriati al contesto. Per quanto riguarda l’esempio citato, gli uffici presentano impatti ridotti in numero e gravità (consumo di carta, energia per i pc, etc.) rispetto alla maggior parte delle attività sperimentali. Nei laboratori chimici e di neuroscienze gli impatti ambientali aumentano in numero e significatività richiedendo una gestione ed un monitoraggio più puntuale e attento.
Quali sono stati i principali successi in termine di gestione ambientale?
Nel 2014 abbiamo intrapreso un percorso che ci ha portato ad implementare un Sistema di Gestione Ambientale (SGA) conforme alla Norma UNI EN ISO 14001, che, per ogni sede, permette di identificare, gestire gli aspetti ambientali e pianificare attività nell’ottica del miglioramento continuo. Nel 2015 abbiamo ottenuto la certificazione del SGA da parte del RINA per la sede centrale di IIT a Genova (CCT – Center for Convergent Technolgies); nel 2016 è stata estesa all’Officina Meccanica (MWS – Mechanical Workshop). Nel corso di quest’anno, malgrado le difficoltà dovute all’emergenza sanitaria in atto, c’è stata una ulteriore estensione della certificazione per la sede presso il Parco Scientifico e Tecnologico degli Erzelli a Genova (CHT – Center for Human Technologies). Nei prossimi anni auspichiamo di includere nel perimetro altre sedi sul territorio nazionale. Nell’ambito del SGA, oltre agli aspetti ordinari di controllo e registrazione degli impatti, ogni anno definiamo diversi obiettivi ed azioni finalizzati a migliorare la performance ambientale di IIT. I temi toccati nel nostro piano di miglioramento vanno dalla diminuzione del consumo di risorse, all’ottimizzazione della gestione dei rifiuti, dal coinvolgimento dei colleghi nelle attività di gestione alla comunicazione dei risultati raggiunti.
Cosa significa essere certificati ISO 14001
Viste le criticità in campo ambientale del nostro Pianeta, la certificazione ambientale è una necessità oltre che un dovere morale per qualsiasi struttura che abbia potenzialmente un impatto ambientale. La realtà di IIT, come ente di ricerca scientifico-tecnologica non può che essere attenta agli appelli a contrastare il cambiamento climatico e ridurre i nostri impatti: iniziare il percorso di certificazione per noi è stato naturale e coerente con la nostra mission. Le diverse linee di ricerca hanno, infatti, tra i propri obiettivi ricadute positive sulla sostenibilità ambientale e il SGA è uno strumento per garantire che la ricerca sia condotta in maniera sostenibile. La certificazione del SGA riveste una grande importanza, è uno stimolo continuo e comporta che tutti gli aspetti ed azioni del SGA adottato siano verificati da un ente terzo. La certificazione quindi garantisce che il nostro sistema sia conforme alla norma ISO 14001 ed applicato correttamente. Per noi, l’esito positivo di una verifica è sempre una soddisfazione personale. Per i colleghi e per l’esterno è garanzia che IIT opera gestendo e minimizzando i propri impatti ambientali.
Quali iniziative rivolte ai dipendenti avete messo in campo in IIT?
Recentemente abbiamo aderito alla campagna “Plastic Free” promossa dal Ministero dell’Ambiente, un’iniziativa che ha riscosso molto successo fra i colleghi. Nell’ambito della campagna abbiamo provveduto ad installare erogatori di acqua potabile (servizio purtroppo sospeso per emergenza Covid-19) e distribuire gratuitamente borracce in alluminio, per il consumo d’acqua alla scrivania. Inoltre abbiamo sostituito i bicchieri e le paline di plastica con analoghi in materiale biodegradabile nei distributori di bevande calde. Sempre in tema di miglioramento dell’efficienza dell’uso delle risorse naturali, IIT ha sviluppato un progetto di digitalizzazione dei flussi documentali ai fini della riduzione dei consumi di carta. A garanzia di una gestione dei rifiuti prodotti dalle attività di ufficio, si è provveduto a distribuire in maniera più funzionale i contenitori per la raccolta differenziata presenti presso il CCT e CHT. Contestualmente si è inserito su ciascun contenitore un QR Code che permette di reperire informazioni sulle tipologie di rifiuti da conferire in ciascun contenitore in maniera pratica e veloce.Per condividere le iniziative, abbiamo creato nella intranet una sezione ‘Going Green’ in cui tutti possono reperire informazioni circa le iniziative promosse. Da ultimo aggiungiamo che la presenza del SGA ci è stata di aiuto nel realizzare le verifiche sull’esecuzione delle sanificazioni per emergenza Covid-19 eseguite dal servizio di pulizia. Il SGA è uno strumento duttile che può aiutare la gestione anche di aspetti imprevisti come quelli dovuti alla situazione di emergenza sanitaria in cui ci troviamo.
Quali attività prevedete di mettere in campo per il futuro?
Nel 2021 vorremmo puntare l’attenzione sul tema Energia. Ovviamente i consumi dovuti alle particolari strumentazioni scientifiche sono imprescindibili, dato ciò desideriamo puntare all’efficientamento delle infrastrutture che le ospitano. Il nostro obiettivo in questo ambito prevede l’analisi dei consumi di una sede, con l’installazione di misuratori dei consumi energetici, per effettuare una diagnosi ed ottenere gli elementi per poter calibrare le azioni da mettere in campo nei prossimi anni. Inoltre abbiamo in programma anche la certificazione della tipografia interna secondo lo standard “FSC – Forest Stewardship Council”. La maggior parte della comunicazione è realizzata attraverso canali informatici, ma rimane una attività di stampa delle brochure e documenti informativi per incontri scientifici in presenza o attività divulgative che vorremmo gestire seguendo lo standard FSC a tutela della gestione sostenibile delle foreste. Naturalmente molte attività di ricerca IIT si focalizzano su temi ambientali ma noi crediamo fondamentale che la sostenibilità sia non soltanto un fine della ricerca, ma anche un mezzo (infrastrutture e gestione operativa) su cui si appoggia la ricerca stessa.