L’iniziativa nasce in seguito alle dimissioni del Presidente ERC, Mauro Ferrari
E’ di ieri l’appello di oltre 300 scienziati in Italia e all’estero a difesa dell’European Research Council (ERC), la prima organizzazione europea per il finanziamento della ricerca di frontiera di alto livello, che eroga borse di ricerca individuali.
L’iniziativa sorge a seguito delle notizie pubblicate da diversi giornali italiani in merito alle dimissioni del Presidente dell’ERC, Mauro Ferrari, annunciate pubblicamente con una lettera apparsa sul Financial Times (https://www.ft.com/content/f94725c8-e038-4841-a5f6-2e046ae78e95) e ripresa in esclusiva per l’Italia dal Corriere della Sera, a cui sono seguite le argomentazioni del Consiglio scientifico dell’ERC (https://erc.europa.eu/news/resignation-mauro-ferrari-%E2%80%93-statement-scientific-council), che riportavano una versione differente dei rapporti esistenti tra il neo Presidente e l’ERC. Un confronto critico che, diventato pubblico, ha trasformato la vicenda in discussioni sul corretto funzionamento dell’ente europeo e la validità delle sue scelte, nonostante, come ricordano gli scienziati nel loro appello “moltissimi vincitori di progetti ERC… hanno ricevuto importanti riconoscimenti, compresi 7 premi Nobel”.
L’appello degli scienziati italiani ha origine da come la vicenda è stata presentata da alcune testate giornalistiche italiane: “La polemica divampata sui media italiani a seguito delle recenti dimissioni dello scienziato Mauro Ferrari da Presidente dello European Research Council (ERC) tende a dipingere quest’ultimo come un organismo gestito da burocrati europei, che finanzia una ricerca fine a se stessa e avulsa dai problemi della società, primo fra tutti l’attuale drammatica emergenza Covid-19”, scrivono nella lettera, ricordando che, al contrario, “l’ERC è l’unica agenzia europea che finanzia la ricerca senza che vi sia un indirizzo deciso dall’alto, dunque esclusivamente sulla base delle idee e delle domande poste dai ricercatori stessi”.
L’appello, scritto durante la prima festività nazionale trascorsa in regime di lockdown contro la pandemia di Covid19, ricorda anche l’impegno dell’Unione Europea nel fronteggiare l’emergenza, finanziando programmi di ricerca dedicati, ed evidenziando che “oltre 50 progetti ERC hanno svolto o conducono ricerche potenzialmente rilevanti per l’emergenza Covid-19 e altri progetti stanno in questi giorni ridefinendo i propri obiettivi per questo scopo”, senza che questo sia dipeso da un’imposizione dall’alto, ma unicamente dovuto all’autonomia del ricercatore ERC, per cui autonomia e eccellenza sono principi cardine.
L’appello è stato fatto circolare tra i ricercatori titolari di finanziamenti ERC in Italia e all’estero e ha visto al momento l’adesione di oltre 300 scienziati, tra cui ricercatori all’Istituto Italiano di Tecnologia, all’Università la Sapienza, all’Università Bocconi, all’Università di Trento, alla SISSA di Trieste, all’Università Ca’ Foscari, al Telethon Institute of Genetics and Medicine, all’IFOM, al CNR, all’INFN, all’INAF, al Politecnico di Milano, all’EPFL a Losanna, al King’s College di Londra, al CNRS, al CERN e tanti altri.
I ricercatori ERC che vogliono unirsi all’appello possono contattare i promotori dell’iniziativa: Irene Bozzoni (Università la Sapienza, Roma), Paola Buzi (Università la Sapienza, Roma), Lorenzo Marrucci (Università di Napoli Federico II), Valeria Nicolosi (Trinity College Dublin), Fabio Sciarrino (Università la Sapienza, Roma).
La lettera si può leggere al seguente link: https://sites.google.com/view/appelloerc/