È grazie a iniziative come quella di Genova che possiamo pensare di crescere generazioni consapevoliNel 2014 sono stati prodotti più transistor dall’uomo che chicchi di riso dalla natura, i dati prodotti negli ultimi due anni sono molti di più di quelli prodotti nei precedenti cinquanta e l’informazione digitale attraversa il pianeta più velocemente di quanto un segnale nervoso attraversi il nostro corpo. Inoltre la popolazione del Pianeta continua ad aumentare e negli ultimi 50 anni è cresciuta più che negli ultimi 5000 anni concentrando nelle mani del 20% della popolazione L’80% delle risorse causando enormi disparità su scala globale. La disuguaglianza nella distribuzione delle risorse è strettamente correlata alla disponibilità di energia, acqua e cibo, che sono motori della crescita e dello sviluppo di una popolazione. È grazie a queste risorse che si possono costruire infrastrutture, formare i cittadini, educarli e crescere in maniera sostenibile in un modello sociale solido. Questa è la realtà di oggi, in grado di produrre paradossi causati dal progresso di cui noi stessi siamo artefici: riusciamo a vivere più a lungo, ma mettiamo in crisi la sostenibilità sociale, riusciamo a spostarci più velocemente, ma creiamo un debito ecologico, comunichiamo più rapidamente che mai, ma creiamo un debito cognitivo. In questo scenario cosa può fare la scienza? La risposta è semplice e allo stesso tempo complessa: “mettere toppe”. Lo scienziato ha il dovere di analizzare quali sono i problemi reali da affrontare e proporne soluzioni che ne mitighino gli effetti senza creare nuovi squilibri. La scienza e la tecnologia devono mirare a ridurre il divario alzando il livello medio generale, ottimizzando l’utilizzo delle risorse, trovando soluzioni valide sia per chi vuole continuare a crescere sia per chi deve soddisfare i bisogni primari: nutrirsi, crescere, formarsi e vivere con aspettative di raggiungere un’età avanzata. Per raggiungere questo traguardo gli scienziati oggi hanno a disposizione strumenti come l’intelligenza artificiale, le tecnologie genetiche, le nanotecnologie, la scienza dei materiali, il supercalcolo e i big data, che sono diventati strumenti trasversali in settori di grande priorità come la salute, la sostenibilità e l’ambiente, la manifattura, i beni culturali. In particolare la medicina rappresenta una delle sfide principali su cui la comunità scientifica dovrà focalizzarsi per i prossimi anni con l’obiettivo di restringere il gap e rendere disponibili ad un numero sempre maggiore di persone cure all’avanguardia. La medicina di domani sarà sempre più connessa con macchine in grado di supportarci nelle decisioni, nella progettazione di farmaci, negli interventi robotizzati, nelle diagnosi, nelle terapie personalizzate e nei modelli di previsione, servendosi di algoritmi in grado di analizzare grandi quantità di dati e di macchine capaci di aumentare la nostra precisione e le nostre capacità manuali. Anche il campo dei materiali avrà un ruolo fondamentale nella lotta alla disparità tra nord e sud del mondo con la realizzazione di materiali sempre più sostenibili per l’ambiente e sempre più “smart”, capaci cioè di rispondere alle esigenze di costo e sostenibilità di tutte le società. Avremo materiali green in grado di sostituire la plastica o purificare l’acqua, dispositivi per accumulare energia da un soffio d’aria o dal movimento dell’acqua e sorgenti capaci di produrre energia anche dalla più flebile fonte luminosa ed immagazzinarla in modo sempre più efficiente senza impattare sull’ambiente anche alla fine del proprio ciclo di vita. Purtroppo la rapidità con cui la tecnologia evolve spesso diventa una debolezza del nostro modello sociale. La società, come un organismo vivente, ha dei tempi di metabolizzazione dell’informazione e del cambiamento. È necessario quindi un programma concreto di investimenti sostenuto da istituzioni e policy maker rivolti al cittadino e alla sua formazione, alla ricerca e alla divulgazione scientifica di alto livello in modo che aumentino gli strumenti e la consapevolezza nelle persone, fin dai primi anni di vita.Il Festival della Scienza di Genova proprio in questo contesto da diversi anni ormai accompagna a velocizza il processo di metabolizzazione del cambiamento formando il cittadino – adulto e bambino – sui problemi esistenti e sulle possibili soluzioni da adottare.Roberto Cingolani, Direttore Scientifico dell’Istituto Italiano di TecnologiaL’articolo è stato pubblicato su Il Secolo XIX il 23/10/2018