Il team IIT di Roma, grazie ad una nuova tecnica non invasiva di microscopia, individua nuovi meccanismi alla base della SLAUn team di ricercatori coordinato da Giancarlo Ruocco del Center for Life Nano Science, il centro IIT – Università La Sapienza di Roma, ha sviluppato un nuovo tipo di tecnica di microscopia ottica ad altissimo contrasto in grado di misurare otticamente le proprietà meccaniche, come rigidità e viscosità, di strutture intracellulari di dimensioni molto inferiori a quelle visibili fino ad oggi.In particolare, questa tecnica consente di studiare, come mai si era fatto prima, il comportamento delle strutture intracellulari in cui si esprime una specifica proteina (FUS) direttamente associata alla SLA. Attraverso questa nuova tecnica i ricercatori hanno scoperto che specifici sottocompartimenti cellulari diventano più rigidi e più viscosi quando viene espressa la proteina FUS mutata. Questo spiegherebbe il motivo fino ad oggi sconosciuto per il quale nei motoneuroni dei pazienti affetti da SLA si formano gli aggregati dannosi. Circa 250 mila persone al mondo ogni anno sono colpite dalla sclerosi laterale amiotrofica (SLA), una malattia degenerativa che colpisce i motoneuroni, le cellule del sistema nervoso che trasportano il segnale di movimento dal cervello ai muscoli.Studi recenti hanno suggerito che le proprietà meccaniche di particolari granuli cellulari composti da proteine e molecole di RNA possono essere alterate nelle cellule di pazienti con la SLA formando degli aggregati presumibilmente tossici, responsabili della morte dei motoneuroni. Tuttavia, i limiti delle tecnologie esistenti avevano finora impedito di verificare questa ipotesi.Lo studio pubblicato sulla rivista internazionale Communications Biology del gruppo Nature può contribuire alla realizzazione di nuovi mezzi diagnostici e fornisce informazioni fondamentali per raggiungere una maggiore comprensione dei meccanismi patologici alla base della SLA, necessaria per individuare un domani nuove strategie terapeutiche.