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“Quale mondo lasceremo ai nostri figli? Quali figli lasceremo a questo mondo?”

Nella cornice di S. Lorenzo a Genova sono ripresi gli incontri di “Cattedrale Aperta”. Nell’incontro sono intervenuti Roberto Cingolani, Roberto Marchesini, Padre de Gioia e il Cardinale  BagnascoIl tema proposto nella serata del 5 di dicembre al folto pubblico che ha seguito l’incontro era incentrato su quale futuro lasceremo ai nostri figli. Hanno proposto le loro riflessioni Roberto Cingolani direttore scientifico dell’IIT e Roberto Marchesini psicologo e Psicoterapeuta coordinati da Padre Mauro de Gioia.Cingolani, che già aveva partecipato l’anno scorso agli incontri di Cattedrale Aperta con un intervento sulla robotica ha sottolineato in apertura del suo intervento i mutamenti subiti dal nostro pianeta che hanno avuto dalla fine del secolo scorso ad oggi un incremento impressionante. Il nostro mondo concepito per ospitare tre miliardi di persone ora ne accoglie sette miliardi, tra trent’anni saremo dieci miliardi. Lo stesso rapido sviluppo lo si è avuto nel recente passato nell’ambito della ricerca e delle nuove scoperte. Se nei secoli passati compariva una buona idea ogni mille anni, nell’ultima parte del secolo scorso, fino ad oggi, ogni mese compare una buona idea in ambito scientifico o tecnologico.Questi e altri dati Cingolani li ha proposti per sottolineare il momento di grande cambiamento che stiamo subendo. La nostra reazione al mutamento si concretizza nel dissennato impegno per modificare il pianeta, peggiorandolo, per sopravvivere. La biodiversità è stata devastata dalle nostre razzie:consumiamo 2600 km cubi di acqua ogni anno e per continuare a crescere il consumo aumenterà. Questa risorsa, come altre, non è illimitata, sicuramente le ricchezze naturali così come il mercato del lavoro sono mal distribuite nel globo e quindi viviamo in un mondo a due velocità. Fatte queste considerazioni, riflette Cingolani, per uno scienziato è forse più facile parlare ai propri colleghi che ai propri figli. In questa veste, il direttore scientifico dell’IIT ricorda che è indispensabile adottare iniziative e comportamenti che alzino il livello sociale medio e riducano le differenze. Gli scienziati devono condurre delle analisi fredde e realistiche sulle nuove tecnologie scartandole se il rapporto rischio-beneficio non è positivo. Bisogna comunicare ai nostri concittadini in modo trasparente quale futuro ci attendo e come possiamo evitare la catastrofe. Siamo in ritardo ma dobbiamo reagire. Si deve ridare al pianeta la sua architettura naturale attraverso un processo sostenuto da scienziati non più specializzati ma globali esperti in diverse branche del sapere.Lo psicoterapeuta Roberto Marchesini ha introdotto la sua riflessione facendo leggere alcune pagine tratte dal Gatto con gli Stivali. Il gatto nella fiaba è il simbolo della virtù della saggezza è l’unico figlio del mugnaio che ce la fa, gli altri due che avevano avuto in dono un asino e il mulino, soccombono. Il senso della metafora utilizzata da Marchesini è quello della perdita del valore della metafisica. Viviamo il tempo della materialità, la più brutale. I bambini non ascoltano più i racconti, le favole, non giocano più, chiedono ai genitori oggetti che isolano e che condizionano. La costruzione di un pupazzo di neve non attira più i bambini travolti dalla tecnologia. Il male dei nostri anni, ha rimarcato Marchesini, è il male di una vita senza senso una vita senza compimento. “Torniamo a raccontare le storie ai nostri bambini e regaliamo anche noi come il mugnaio il gatto, così si erediterà, come nella fiaba, il suo regno.”Nell’intervento conclusivo Cingolani ha sintetizzato in tre punti la sua risposta sul futuro dei figli e non solo:

  • Ogni azione ha una conseguenza. Conoscenza è responsabilità.
  • Non ci sono scorciatoie alla fatica. Si deve vivere con onestà e sacrificio. Le regole vanno rispettate “non si salta la fila” anche se questo comportamento spesso non paga non si deve derogare. Ricordarsi le regole della lealtà sportiva.
  • Cercare, anche se è sempre molto difficile, di essere giusti anche con chi, per diverse ragioni, si pone in modo negativo.

Ha concluso la serata il Cardinale Angelo Bagnasco riprendendo con un acuto intervento, l’essenza delle riflessioni di Cingolani e Marchesini. Citando Platone ha ricordato che la polis è stata fondata sulla cura dell’anima intesa come il desiderio e la ricerca costante della verità. Un invito e un monito anche per i nostri figli. 

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