Il saluto ai colleghi prima di volare via verso nuove esperienze
Ricardo ha concluso il suo percorso in IIT in questi giorni, e mi ha concesso di intervistarlo per salutare, tramite il magazine OpenTalk, i colleghi e Teresa Pellegrino, il PI che l’ha seguito nel percorso di PostDoc in Italia.
“Colgo l’occasione per salutare tutti prima di andare via.
Innanzitutto grazie Teresa per questa enorme opportunità, per avermi accolto nel tuo gruppo e per aver creduto nelle mie capacità di lavorare su un progetto così interessante, stimolante ed eccitante. Grazie per avermi dato l’opportunità di accrescere le mie conoscenze tecniche e scientifiche, e per avermi aiutato a portare avanti la fine di questo progetto in questi ultimi mesi difficili per via della pandemia da Covid-19.
E grazie a voi tutti ragazzi, per avermi fatto sentire bene e accolto, grazie a tutto lo staff, scientifico tecnico e amministrativo.
E grazie ai miei cari e forti collaboratori.
Mi mancherete tutti.”
E’ nato in Madagascar, e ha vissuto per molti anni in Francia che considera una vera e propria seconda casa. In Francia ha completato gli studi presso la University of Strasbourg. All’Istituto Italiano di Tecnologia si è occupato di sintesi, caratterizzazione e studio delle nanoparticelle utili alla terapia trimodale per il trattamento del carcinoma tramite l’ipertermia. Ha collaborato anche con altri colleghi del gruppo in progetti legati alle nanoparticelle magnetiche e il trasporto mirato di radiofarmaci. Il gruppo “Nanomaterials for Biomedical Applications” in IIT è coordinato da Teresa Pellegrino.
Ricardo, raccontami cosa ti è piaciuto di IIT e dell’Italia negli anni trascorsi qui.
“Sicuramente ho amato molto stare qui e in IIT perché sono appassionato di scienze applicate al campo sanitario/biomedicale, e quindi il progetto mi è piaciuto moltissimo. IIT poi è un ambiente particolarmente internazionale, di grande livello scientifico e con ottime facility. Ha anche ottimi uffici di HR con persone sempre gentili e disponibili ad aiutare. Il mio gruppo è fortemente multiculturale, ho avuti colleghi nati in Italia, Spagna, India, Libano e Sierra Leone.
Del Paese e di Genova ho apprezzato tanti aspetti, dal cibo al clima alla possibilità di avere negozi aperti per molte ore anche la domenica, la “passeggiata” di Nervi e il verde di quella zona. Al contempo non riesco a sopportare sia il traffico caotico di alcune città in Italia, l’utilizzo smodato del clacson e l’amore per il calcio, amore che certamente condividete con i cugini francesi!”.
Mi racconti qualcosa del tuo passato, dei posti in cui hai vissuto e del cibo di quei posti che ami?
“Mi sento di appartenere a diversi luoghi, semplicemente perché la mia infanzia si è divisa tra due paesi. Sono nato nella città di Mananara Nord, ubicata sulla costa nord-orientale Madagascar. Una cittadina di circa 15000 abitanti, bagnata dall’Oceano Indiano e con spiagge bellissime. Quando penso alla Francia, invece, ho ricordi legati a Molsheim, un comune di quasi 10000 abitanti in cui ho vissuto per diversi anni, situato in Alsazia a 25 km da Strasburgo. Un posto molto tranquillo ma al contempo vivace per il settore manifatturiero. Lì Ettore Bugatti ha fondato la casa automobilistica che porta il suo nome, per esempio.
Anche sul cibo ho due piatti dei due paesi della mia vita. Della Francia amo sicuramente la “tarte flambée”, nata nella regione dell’Alsazia e che potrebbe descriversi come una pizza. Del Madagascar invece, il “samossa”, un quasi-raviolo!”
Il suo sogno di carriera è legato all’industria del settore biomedicale, in una company.
Grazie Ricardo, in bocca al lupo ovunque tu sia già adesso.
E che possa essere un arrivederci con le persone che vorrai incontrare di nuovo in giro per il mondo!