Un saggio di Antonio Calabrò, giornalista e manager
Calabrò, direttore della Fondazione Pirelli e vicepresidente di Assolombarda, affronta nel suo ultimo libro (sottotitolo: Lavoro, innovazione, benessere, inclusione), un tema di grande interesse per chi osserva i fenomeni disgreganti che stanno attraversando le nostre società: il valore socioculturale delle imprese, intese come elemento formativo e aggregante oltre che, naturalmente, volano per la crescita economica.
L’analisi, venata da una strisciante amarezza dovuta alla constatazione della fine di molte illusioni in campo economico e politico, affida all’impresa una nuova responsabilità, oltre a quella fisiologica del creare profitto. L’azienda diventa un aggregatore culturale che diffonde la positività del fare, del credere e del perseguire degli obiettivi orientati al miglioramento della qualità della vita, delle relazioni, della riduzione delle diseguaglianze.
L’impresa è quindi un soggetto attivo nella società e contribuisce a determinarne le mutazioni, oggi molto più che in passato, perché, nel tempo che stiamo vivendo, siamo alla ricerca di nuovi paradigmi, indirizzi, élite capaci di condurci, di nuovo o finalmente, verso un futuro di crescita consapevole. L’atteggiamento antindustriale che ha caratterizzato un’ideologia piuttosto radicata anche nel nostro Paese ha fatto il suo tempo: tra le poche certezze che restano per chi cerca un lavoro o un interlocutore per ottenere sostegno per iniziative culturali o filantropiche non rimane che il sistema delle imprese, quello che Calabrò descrive come «l’Italia innovativa senza chiusure e retrotopie: Un Paese colto, aperto, internazionale, attraente. È l’Italia dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova guidato da Roberto Cingolani, un’eccellenza internazionale per la ricerca scientifica e la robotica».
___SCHEDA DEL LIBROTitolo: L’impresa riformistaAutori: Antonio CalabròEditore: Bocconi EditoreAnno edizione: 2019