Cerca
Close this search box.

Speciale G20 – Intervista ad Ersilia Vaudo Scarpetta, Chief Diversity Officer ESA

La matematica, un abilitatore di pari opportunità e di futuro

Chi l’ha detto che l’intelligenza artificiale riguarda esclusivamente il più noto mondo dei robot o l’analisi di grandi quantità di dati? Si tratta piuttosto di una disciplina destinata a pervadere la nostra società con molteplici sfaccettature. L’utilizzo che ne viene fatto e i codici che la governano, dipendono da chi ci sta dietro e dunque in definitiva, dall’Uomo e dalla sua modo di vedere il mondo. A ribadire questo concetto è Ersilia Vaudo Scarpetta, Astrofisica, Chief Diversity Officer dell’ESA e Curatrice della XXIII Esposizione Internazionale della Triennale di Milano che sarà speaker all’evento “Visioni del futuro. AI e robotica: dialogo tra scienza e società” organizzato da IIT per il G20 il giorno 29 luglio a Genova. “È importante che l’AI guardi al futuro e non si basi solo su un passato che rischia di essere intriso di pregiudizi. – dichiara Ersilia Vaudo Scarpetta ad OpenTalk – Dobbiamo evitare l’inconsapevole e silenziosa riproduzione di cattive pratiche attraverso mezzi all’avanguardia.  E restare vigili rispetto ad algoritmi modulati su patterns di dati viziati”.

Lei è Chief Diversity Officer dell’ESA. Di cosa si occupa? L’attenzione in Europa è omogenea su questo fronte?

C’è una grande attenzione in Europa verso la diversità nel mondo del lavoro. Si è cominciato a comprenderne l’importanza non solo simbolica, ma anche il valore che rappresenta in termini di maggior performance economica e capacità di innovazione. La centralità del tema della diversità per una azienda riflette anche il tipo di valori che porta e le giovani generazioni sono sempre più attente alla postura sociale dell’azienda in cui desiderano lavorare. Qualche anno fa l’ESA ha sentito il bisogno di aumentare la diversità dei talenti che ne fanno parte concentrandosi su alcuni aspetti quali provenienza geografica, genere, età, background, disabilità, assicurando un ambiente di lavoro che valorizzi l’inclusione.  Gran parte del mio lavoro è focalizzato ad assicurare che le materie STEM e le carriere in ambito spaziale diventino attraenti per un pool molto più eterogeneo di quello di ora. Quando io sono stata nominata Chief Diversity Officer per esempio, le domande di assunzione da parte di donne erano il 16% del totale, oggi siamo arrivati al 28%. Il mio obiettivo è quello che l’ESA non abbia più bisogno di un Chief Diversity Officer.

Sembra tutt’altro che un processo semplice?

Tanto più l’organizzazione è di successo, tanto più è difficile mettere in atto un cambiamento. Ti chiederanno ”perché c’è bisogno di più diversità? Siamo una organizzazione di eccellenza, qual è il problema?” E il punto è proprio questo: aprirsi alla diversità è una sfida.  E solo quando il cambiamento è in atto, allora ci si può rendere conto della trasformazione e del valore che rappresenta. Ma è prima di tutto necessario un cambiamento culturale e l’impegno autentico del management ad andare in questa direzione.

Ma c’è una bella differenza tra diversità e inclusione. Lei stessa ha dichiarato “diversità è essere invitati a una festa, inclusione è essere invitati a ballare”. Solo l’inclusione effettiva consente alla diversità di rappresentare un punto di forza sul lavoro?

Assolutamente sì. L’inclusione nell’ambiente di lavoro vuol dire regole del personale moderne, vuol dire evitare ogni forma, anche implicita, di discriminazione, vuol dire creare un clima in cui si è liberi di esprimersi ed essere se stessi . La diversità senza l’attenzione all’inclusione, rimane una questione di numeri e non crea il valore atteso.

Giovedì primo luglio è partito il progetto “Il Cielo itinerante” nato dalla Collaborazione tra lei e Alessia Mosca, Segretaria generale dell’Associazione Italia-ASEAN e professoressa aggiunta di EU Trade Policy a Sciences Po. Un furgoncino con 4 telescopi e l’impegno dei divulgatori di Space 42 per avvicinare bambine e bambini alle materie scientifiche, facendo tappa nelle città dell’Italia con maggiori problemi di povertà educativa. In cosa consiste il Progetto?

Con “Il Cielo itinerante” abbiamo voluto portare, con un telescopio sopra un pulmino, la scienza dove di solito non arriva : zone di grande disagio sociale e povertà educativa. Con il tour di Luglio andremo in 11 località attraverso il Sud e il centro Italia. Per far giocare i bambini e le bambine con la scienza sporcandosi le mani e osservando lune e pianeti attraverso il buio delle notti estive. Sperando di accendere in loro nuove curiosità. Creeremo anche una piattaforma in cui coinvolgeremo tutti i bambini e le bambine che hanno preso parte al tour per metterli in contatto tra loro e proporre regolarmente dei momenti di Scienza online, garantendo una continuità nel tempo al Progetto. 

Recentemente ha dichiarato al Corriere della Sera “le pari opportunità cominciano con l’inculsione nella matematica già alle elementari“. Perché crede così tanto nell’importanza di avvicinare le bambine alle competenze di base scientifiche e tecnologiche? Al linguaggio STEM?

Secondo gli ultimi dati del World Economic Forum ci vorranno 257 anni per raggiungere la parità di genere e l’anno prima i dati analizzati dicevano 212 anni, quindi non solo non si progredisce, ma addirittura si va indietro. Al cuore di questa regressione per il WEF c’è proprio la diffusa e sistematica assenza di donne dagli ambiti STEM che sono quelli a maggior tasso occupazionale, maggior potere economico a fronte di salari mediamente più alti e sono soprattutto i mestieri di domani. Una maggior presenza di ragazze nelle materie STEM sarebbe la strada di una vera rivoluzione rispetto alla parità di genere, perchè sono questi luoghi dove si immagina e si rende possibile il futuro. L’inclusione nella matematica, già dalle elementari, è quindi un passo critico per costruire un percorso di reali pari opportunità. L’alfabetizzazione quantitativa sarà fondamentale nel mondo domani e nessuno dovrebbe restarne fuori.

Quest’anno la legge Golfo-Mosca compie 10 anni. Un’analisi fatta da Buone Notizie nel 2019 su le 40 maggiori società di Piazza Affari quotate sul listino Ftse Mib, evidenzia che la legge in questa prima decade è stata rispettata e in particolare la percentuale media di donne nei consigli di amministrazione è andata oltre quanto previsto, tuttavia lo stesso ottimo risultato non si è verificato nelle posizioni apicali. In generale, pur evidenziando un miglioramento rispetto al passato, i dati attestano il ripetersi di uno specifico trand. Work-life balance e pregiudizi culturali, sono erbacce difficili da estirpare. Gli autori del libro “Per soli uomini. Il maschilismo dei dati” hanno dichiarato proprio su OpenTalk che per un vero e proprio cambio di passo saranno necesari “forti scatti culturali da parte di uomini e donne” addirittura “un correttivo forzoso”. Accanto al lavoro estenunate di sensibilizzazione della società come quello che anche lei porta avanti, è necessario l’impegno delle istituzioni. È d’accordo?

Proprio perché il mondo, è evidente, non va naturalmente verso la diversità e l’inclusione di genere, sono d’accordo anche io che siano necessari provvediamenti chiari accanto ad attività di sensibilizzazione. Sono sicura che nessuno creda davvero che sono poche le donne in posizioni apicali perché sono meno brave. A questo proposito vorrei ricordare tutte quelle associazioni come Fondazione Bracco che portano avanti iniziative quali “100 esperte”, per promuovere le personalità di spicco femminili in diversi settori. Da fisica ragiono in modo molto pragmatico, lo dicono le leggi della dinamica. Se non si imprime la forza necessaria al cambiamento non ci può essere accelerazione, si rimane fermi.

Laurence des Cars è la nuova Direttrice del Museo del Louvre, prima donna in 228 anni. Dal primo ottobre la Professoressa Maria Leptin, già direttrice dell’EMBO, sarà la nuova presidente del Consiglio europeo della ricerca (ERC). Lei è la curatrice della XXII Esposizione Internazionale della Triennale di Milano…Quanto è importante per le nuove generazioni vedere anche le donne in posizioni di potere nell’ottica di normalizzare la leadership femminile?

La normalizzazione è molto importante. Più la diversità diventa routine più sarà facile liberarsi da stereotipi e pregiudizi. Siamo in un momento di transizione, qualcosa si sta mettendo in moto e dunque ben vengano eventi, articoli, premi per mantenere alta l’attenzione e l’impegno su questo tema. Non è ancora arrivato il momento, ahimè, per per concederci il lusso di essere saturi di questo argomento.

Condividi