Intervista al Direttore Generale dell’Aeroporto C. Colombo di Genova Piero Righi
Abbiamo intervistato il Direttore Piero Righi sulla gestione dell’emergenza sanitaria e le prospettive di crescita e sviluppo dell’aeroporto di Genova.
Buongiorno Direttore, come sta affrontando l’Aeroporto di Genova questo scenario di emergenza?
L’emergenza ha modificato le priorità della nostra Società. Di norma i nostri sforzi sono concentrati sul mantenimento e lo sviluppo dell’offerta di voli, con un costante confronto con le compagnie aeree. Ora l’obiettivo principale di tutti gli operatori aeroportuali è quello di superare la crisi, mantenendo il perimetro aziendale e le competenze interne, preparandosi nel contempo alla ripartenza. Il nostro aeroporto è rimasto aperto, su indicazione del Ministero dei trasporti. Abbiamo fornito assistenza a numerosi voli speciali organizzati per i rimpatri dei croceristi sbarcati a Genova, circa 2.000. L’aeroporto di Genova ha confermato il suo ruolo di fornitore di servizio pubblico anche nell’assistenza ai voli di Stato, sanitari, di trasporto di personale medico. Al momento abbiamo un solo volo di linea al giorno, da e per Roma, ma contiamo di avere altri voli nelle prossime settimane, con il progressivo ritorno alla mobilità.
Come immagina il mondo aereoportuale del futuro? Ci sono cambiamenti dovuti all’emergenza attuale che modificheranno in modo permanente la vostra attività?
Per rispondere a questa domanda possiamo fare un paragone con le esperienze del passato. Abbiamo vissuto uno scenario del genere all’indomani dell’11 settembre. All’epoca siamo stati condizionati dall’aspetto “security”, con nuove procedure che sono diventate parte integrante dell’esperienza di viaggio aereo. L’emergenza Covid-19 introduce un nuovo rischio, quello della “safety” sanitaria. È probabile che le novità che verranno introdotte da qui ai prossimi mesi, dal distanziamento ai controlli sanitari in aeroporto, verranno mantenuti in tutto o in parte anche in futuro. La grande sfida sarà coniugare le esigenze di sicurezza con la vivibilità dell’infrastruttura. Stiamo lavorando sul concetto di “aeroporto sicuro”, un luogo dove i viaggiatori possano sentirsi a proprio agio. Le dimensioni del nostro scalo, un City Airport regionale, certamente ci aiuteranno.
Siete vicino ad un ampliamento delle strutture e un’intensificazione del traffico. Come l’emergenza cambierà questo processo di crescita dell’aeroporto?
Nel 2018 siamo stati l’aeroporto con il maggior tasso di crescita del traffico passeggeri in Italia, nel 2019 abbiamo superato per la prima volta nella storia del “Colombo” la soglia del milione e mezzo di passeggeri. Questa emergenza ci farà ripartire per certi versi da zero, ma non mette in discussione la nostra strategia a lungo termine. Anche in queste settimane abbiamo proseguito i lavori propedeutici ampliamento del terminal e quelli di ammodernamento, perché il nostro aeroporto sia pronto a intercettare la ripresa del traffico. Chiaramente la situazione di forte crisi rende ancora più sfidanti gli obiettivi di sviluppo e di investimento infrastrutturale.
Quale è il ruolo della tecnologia nel processo di crescita e sviluppo dell’aeroporto?
Sin dalla sua nascita il trasporto aereo è stato un settore ad alto tasso di innovazione. Gli aeroporti sono coinvolti dal processo di sviluppo tecnologico, basti pensare ai processi di automazione introdotti nel corso degli anni per la gestione dei passeggeri e dei bagagli, dalla fase di prenotazione sino ai servizi all’imbarco. Le nuove sfide che si pongono al settore renderanno la tecnologia un fattore ancora più determinante per garantire l’operatività degli scali e la loro attrattività nei confronti di passeggeri e compagnie aeree. Il settore del trasporto aereo si è contraddistinto nel corso degli anni per un elevato tasso di competizione, sia tra gli aeroporti sia tra i vettori. Non esistono monopoli naturali, se non in rare eccezioni. Questa competizione porta a profitti relativamente contenuti in termini percentuali, a fronte di investimenti estremamente significativi sia in termini di capitale immobilizzato per le infrastrutture sia in termini di gestione operativa. Basti considerare che i ricavi delle compagnie aeree nel 2019 hanno superato gli 820 miliardi di dollari, a fronte di appena 32 miliardi di utile netto. Una media di meno di 8 dollari a passeggero. In questo scenario, ottimizzazioni anche apparentemente marginali rese possibili dall’innovazione tecnologica e dall’automazione dei processi possono avere un impatto molto più importante su questo settore rispetto ad altri. L’introduzione delle tecnologie e dell’automazione dei processi è però anche un pre-requisito essenziale per proseguire la propria attività nel momento in cui si affronta una grossa trasformazione, come quella che stiamo affrontando in questo periodo.
Da diverso tempo l’Aeroporto collabora con IIT su diversi fronti. Lei è stato uno dei promotori delle attività svolte con diversi team di ricerca dell’Istituto. Cosa ha portato e cosa potrebbe portare questa sinergia con un Istituto che si occupa di ricerca avanzata?
Proprio perché il settore del trasporto aereo ha nel suo Dna un alto tasso di innovazione, ci è sembrato naturale costruire con IIT un percorso di collaborazione che ha già portato risultati importanti. Per noi questa collaborazione è un’opportunità, visto che alcune delle tecnologie sviluppate da IIT potrebbero essere applicate con successo al settore, come dimostra l’esperienza del software Social Distancing creato dal gruppo di ricerca IIT PAVIS e ora in prova nel nostro terminal. Questa sperimentazione ha suscitato grande da parte dei colleghi di altri aeroporti. Si tratta di un approccio che può fornire preziose informazioni su come rendere sicuri e fluidi i flussi di passeggeri all’interno dei terminal, questione che sarà centrale sin dalla ripresa dell’operatività degli aeroporti. L’aeroporto è anche un ambiente che presenta una grande varietà di processi, nei quali la tecnologia potrà avere un ruolo sempre maggiore. In quest’ottica l’aeroporto rappresenta un test field ideale per alcune delle nuove applicazioni sviluppate dall’Istituto. Oltre a un obiettivo concreto, c’è chiaramente anche l’orgoglio di poter collaborare con uno dei più importanti poli di ricerca europei e che peraltro ha una delle sue sedi agli Erzelli, proprio di fronte all’aeroporto.