Intervista a Tracy Lee Stum, autrice e street painter americana di fama mondiale, specializzata in street art 3D interattiva con gessetti
Nata in Pennsylvania, Tracy Lee Stum ha iniziato a disegnare non appena ha impugnato il suo primo pastello. Da piccola ha frequentato la scuola privata e si è laureata in disegno e pittura alla Tyler School of Art / Temple University di Philadelphia. Dopo aver scoperto lo street painting per caso nel 1998, ha deciso di dedicarsi a questa forma d’arte a tempo pieno. Dal 2008 partecipa al programma Arts Envoy per il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America viaggiando in Tagikistan, Thailandia e India, con dimostrazioni e workshop di 3D art presso università e scuole d’arte per promuovere l’istruzione, la consapevolezza e uno scambio interculturale positivo.
Puoi dirci di più sul tuo lavoro? Da dove arriva l’idea del progetto e come scegli il luogo per rappresentarlo?
Pratico l’arte dello street painting da circa 23 anni. Ho iniziato dipingendo capolavori classici con gessetti sulla strada, poi sono passata allo stile 3D che mi ha permesso una maggiore libertà di espressione. L’idea di un dipinto può essere ispirata dalla location in cui sarà realizzato, da temi attuali che mi incuriosiscono o che trovo affascinanti o da visioni che ritengo si tradurrebbero bene in un’immagine 3D. Nelle mie opere si scorge spesso un sottile umorismo: in questo modo spingo l’osservatore ad andare più a fondo, ad addentrarsi nell’immagine che ho creato.
Il luogo in cui scelgo di rappresentare le opere dipende dalla disponibilità. Negli Stati Uniti gli street painter sono solitamente relegati a festival ufficiali ed eventi autorizzati per realizzare le loro opere. La maggior parte dei festival di street painting propone un’ampia gamma di temi, e di conseguenza una maggiore libertà di espressione.
Com’è cambiato il lavoro di voi artisti in questo lungo e difficile anno di pandemia?
Il mio lavoro ha subito una transizione dalla strada al computer durante la pandemia. Ho trascorso il 2020 a pianificare il mio ultimo progetto – TiLT: A Tracy Lee Stum Museum. Ho costruito i modelli, elaborato i programmi, scelto i colori, progettato la grafica, ecc. Tutto nel mio home studio. Era già in programma, quindi sono semplicemente passata in modalità progettazione/pianificazione durante il lockdown. Mi sento estremamente fortunata: sono pienamente consapevole di quanto il 2020 sia stato difficile per molti a livello mondiale, mentre il mio lavoro non si è interrotto. Quando vengo limitata tendo all’introspezione e a concettualizzare per il lavoro futuro: trovo che questo sia il miglior modo di mettere a frutto la mia energia creativa.
Dove e quando hai conosciuto il nostro robot umanoide iCub? Perché hai pensato di trasformarlo in un dipinto 3D?
Ho scoperto il robot iCub online, in alcuni video, quando stavo cercando dei robot per un progetto. Quel progetto è stato sospeso, ma ho trovato iCub così interessante da volergli dedicare una delle mie opere. Mi interessa il modo in cui le persone vedono la tecnologia e come influisce sulla nostra vita. I robot tendono a essere fraintesi nella società, guadagnandosi l’etichetta di “Sci-Fi” o “alieni”. A mio parere iCub aveva caratteristiche più umanizzate e attraenti (viso/occhi) rispetto a molti robot della mia ricerca, e ho pensato che questo lo rendesse più avvicinabile e apprezzato. Ho voluto trasmettere questo anche nell’opera di street painting che ho creato, nella speranza che gli spettatori possano interessarsi ai robot e al motivo per cui li etichettiamo in un determinato modo.
Hai mai pensato che i robot possano sostituire artisti come te, in futuro? O pensi piuttosto che possano essere d’aiuto?
Penso di sì; sono a conoscenza dell’esistenza di nuovi robot in grado di dipingere, in street art, grandi murales senza che nessuna persona sollevi un pennello! La creatività si sposta quindi al livello del design e della programmazione. Se pensiamo al duro lavoro fisico, i robot potrebbero sicuramente rappresentare un grande aiuto per gli artisti che faticano a gestire lo stress e gli sforzi di questo lavoro così impegnativo. Ma alla fine, personalmente preferisco dipingere con le mie mani.
Come credi che un robot al tuo fianco possa aiutarti?
Forse in attività come mescolare i colori, o nel lavoro di preparazione che non mi piace molto; potrebbe spostare oggetti di grandi dimensioni o preparare il sito. Dovrei innanzitutto conoscere le capacità del robot: forse sarebbe utile nello sviluppo e nella creazione di nuove applicazioni/installazioni.
Ho letto che stai lavorando all’apertura di un nuovo museo a New York: puoi darci alcune anteprime o qualche ulteriore dettaglio sulla tua prossima avventura?
Questo museo sarà il punto di riferimento per il mio nuovo brand: TiLT Museums. Ho collaborato con American Dream per presentare le migliori illusioni ottiche 3D dipinte a mano che potessi immaginare, nella speranza di offrire una piacevole attrazione che possa meravigliare ed educare i nostri ospiti sul mondo dell’anamorfismo. L’apertura al pubblico è prevista per la fine di aprile. Tutti possono seguire @tiltmuseums su Instagram, Facebook, Twitter e presto anche su TikTok. I biglietti saranno disponibili su www.americandream.como suwww.tiltmuseums.com.