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8 marzo. Le scienziate che studiano i robot

Intervista a Sabine Hauert, Presidente di Robohub.org, la comunità che nomina ogni anno le donne più geniali della robotica

Robohub.org è uno dei maggiori blog dedicati alla robotica, con circa un 1 milione di visualizzazioni ogni anno. In Italia è noto per avere inserito nell’elenco delle migliori  scienziate nel campo della robotica diverse ricercatrici che lavorano nel nostro Paese: nel 2015 Barbara Mazzolai di IIT e Cecilia Laschi della Scuola Superiore Sant’Anna, nel 2018 Laura Margheri di IIT e Rita Cucchiara dell’Università di Modena e Reggio Emilia. Scienziate con formazioni e personalità diverse, ma con in comune la capacità di sapere emergere, per le loro idee e capacità di realizzarle, in un settore tecnologico considerato ancora ad appannaggio degli uomini. Presidente e co-fondatrice della comunità Robohub è una donna, Sabine Hauert, Assistant Professor all’Università di Bristol in Inghilterra.

Ogni anno pubblicate la lista delle 25 donne in robotica più importanti, come realizzate la selezione?

L’elenco è preparato con Andra Keay, Managing Director di Silicon Valley Robotics e parte del nostro staff centrale, e con Hallie Siegel, che è stata la prima Managing Editor di Robohub. E’ da sei anni che aggiorniamo la lista di tutte le donne straordinarie che vorremmo presentare sulla nostra piattaforma. E la lista continua a crescere e crescere, il che è fantastico! È importante rendersi conto che non si tratta di una classifica. Il nostro obiettivo è di presentare le scienziate che si occupano di robotica ,segnalare il paese di provenienza. Illustrare la loro carriera, e i loro studi l’ambito professionale (ad esempio, se sono in un’azienda o in università).

Quanto è importante sottolineare il ruolo delle donne nella robotica?

Le donne possono e devono giocare un ruolo importante nella robotica. Dovremmo prendere parte alla progettazione e realizzazione delle tecnologie che in futuro avranno un impatto sulla nostra vita quotidiana. Io spero che, attraverso il lavoro di Robohub, continuando a mostrare e includere nella comunità donne con formazioni diverse, possiamo incoraggiare altre donne a volere unirsi, ad entrare nel campo. La robotica è un settore così interdisciplinare! Ma penso anche che oltre alle donne, dovremo migliorare la rappresentazione di altre minoranze.

Perché è nato Robohub?

E’ nato più di 10 anni fa, quando abbiamo iniziato a pubblicare il podcast  “Robohub”, di cui a breve festeggeremo il traguardo di 300 episodi. Il nostro obiettivo era quello di migliorare la qualità dell’informazione sulla robotica intervistando esperti del settore. Un paio di anni dopo abbiamo creato Robohub.org, un’organizzazione non-profit dedicata a creare connessioni nella comunità robotica di tutto il mondo. L’idea era di fornire al pubblico informazioni gratuite e di alta qualità, consentendo agli scienziati di raccontare le loro storie. Ciò ha significato da una parte aiutarli nella comunicazione della scienza e dall’altra costruire un sito web che avesse una buona visibilità.

Quanto è grande la comunità Robohub oggi?

Grazie all’impegno del nostro team centrale e di tutti i nostri volontari, oggi Robohub è un’organizzazione internazionale nota in tutto il mondo. Abbiamo aiutato migliaia di robotici a raccontare la loro storia. Il sito riceve un milione di visualizzazioni ogni anno, cosa che ci rende tra i maggiori  blog di robotica al mondo.

Cosa suggerirebbe ai giovani ricercatori, maschi e femmine?

Quando ho iniziato il mio dottorato ho voluto studiare gli sciami di robot volanti e pensavo che non sarebbe stato possibile trovare un lavoro al di fuori del mondo accademico, perché, mi dicevo, “chi assumerebbe qualcuno con tali capacità?”. 10 anni dopo, il mercato dei robot volanti è in piena espansione! Credo che il vero obiettivo di chi fa ricerca in campi d’avanguardia è di inventare il futuro, quindi, ai giovani dico: forza, provateci.

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