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Genova modello per il Paese

Cervello, tecniche, industria e la burocrazia ai minimi livelli. Intervista al sindaco Marco Bucci

Voci dalla CittàIn un momento di forte apprensione per il nostro futuro siamo certi che, oltre nei centri decisionali centrali, anche in quelli locali si stia lavorando per uscire dal buio nel quale ci ha relegato la pandemia. Vogliamo raccontarvi, attraverso le testimonianze dei nostri concittadini, come stiamo reagendo e come Genova e tutti colori che ci vivono e lavorano vinceranno questa battaglia.


Sindaco Bucci, partiamo dalla emergenza sanitaria in corso. Come crede che sia stata la risposta della Città?La città ancora una volta ha dimostrato di essere forte, tenace, solidale e di questo vado davvero molto fiero. Ma certamente resterà, purtroppo, il gran numero di vittime che il Covid 19 ha fatto in questi mesi.  A loro e a tutte le famiglie va il mio pensiero ed è anche per loro che dobbiamo lottare per far tornare tutto alla normalità. Come Comune di Genova ci siamo immediatamente attivati per aiutare i cittadini sospendendo la TARI fino al 30 settembre e supportare tutte le attività commerciali bloccando anche la tassa per l’occupazione del suolo pubblico. Per venire incontro alle famiglie sono stati anche prorogati i termini per i pagamenti delle mense scolastiche rimodulando anche la tariffazione del servizio, commisurandola ai giorni di effettiva apertura. La nostra amministrazione ha gestito la partita dei voucher alimentari integrando con fondi propri l’importo arrivato dallo Stato per cercare di soddisfare tutte le richieste pervenute. Inoltre dobbiamo pensare che nessuna impresa potrà pagare le tasse come accadeva prima di questa grande crisi e i nostri uffici stanno già lavorando per mettere a punto un nuovo piano di tassazione. Ma sicuramente si dovrà fare ancora di più e il governo centrale ci dovrà aiutare.  Come Anci nazionale abbiamo chiesto 5 miliardi di euro per poter garantire liquidità ai comuni e garantire solidità ai bilanci che in questi mesi stanno soffrendo le  tante uscite necessarie per combattere il coronavirus. Per far ripartire il motore dell’Italia ci vogliono scelte omogenee per tutte le regioni e città.  Il coronavirus, ha messo sicuramente alla prova il sistema sanitario. Come ha influenzato i lavori della ricostruzione del ponte sul Polcevera?Le misure anti-Covid applicate al cantiere del nuovo Ponte di Genova sono diventate un sistema che il Rina, il maggior ente di certificazione italiano, ha certificato. Anche questo è diventato un modello. Si sono analizzate le diverse lavorazioni in essere nel cantiere e per ognuna, si è stillato un elenco di procedure da mettere in atto perché gli operatori potessero procedere in assoluta sicurezza. Com’è noto, per il momento, abbiamo avuto  un solo caso in cantiere, per fortuna non grave, che ha portato all’isolamento di una squadra di una ventina di persone. Sono tutti tornati a lavorare regolarmente da circa un mese. Ma non abbassiamo la guardia: misurazione della temperatura, utilizzo di mascherine, gel per le mani, sanificazione degli spazi comuni e dei mezzi di cantiere sono solo alcuni degli esempi del sistema di prevenzione e protezione da Covid.Pensiamo di ispirarci ai protocolli di sicurezza certificati messi in atto dal Rina nel cantiere del nuovo viadotto sul Polcevera per riaprire nostri teatri, ad esempio, perché possano essere  Covid free. Il Presidente Conte e molti altri esponenti politici nazionali hanno fatto riferimento al “Modello Genova” come esempio virtuoso di una Italia che funziona. Quale è l’ingrediente più importante di questo successo?Non esiste un segreto: non è altro che il modello in uso nelle aziende private. Si affida la responsabilità totale di un progetto a un certo numero di persone, dando loro la possibilità di compiere scelte di natura tecnica in autonomia. E poi si procede in parallelo anziché in sequenza, come si fa di solito nella pubblica amministrazione. Certo questo richiede anche una leadership forte e la possibilità di potersi affidare a persone capaci. Il modello Genova è un modello per il Paese che ci dice che le cose, applicando cervello, tecniche e industria si possono fare e si possono fare bene. Può essere certamente essere un modello da seguire per la gestione delle opere pubbliche in Italia, nel quale la burocrazia è stata ridotta ai minimi termini.  Il nuovo Ponte è una infrastruttura imponente costruita secondo i principi della modernità tecnologica e della sostenibilità. qual è l’importanza delle nuove tecnologie per un lavoro di questa portata?Il nuovo viadotto è innovativo e sostenibile, un’opera in cui la tecnologia ha un ruolo importantissimo. Ad esempio, per garantire la funzionalità e la sicurezza del viadotto sono state previste tecnologie all’avanguardia, con presenza ad esempio di robot per ispezioni, manutenzione e pulizia. Per questo si sta realizzando proprio in questi giorni sulla Spalla di Ponente, sopra corso Perrone, quello che i tecnici hanno denominato “fabbricato tecnologico”, che sarà il cuore high-tech del Ponte.La nuova struttura sarà anche eco-sostenibile, grazie ai pannelli fotovoltaici, che saranno in grado di provvedere all’approvvigionamento energetico dell’intera opera.La tecnologia, però, è stata fondamentale anche durante la demolizione. Uno dei momenti più critici è stato senz’altro decidere di abbattere quello che restava del Morandi con l’esplosivo. Fare un cosa del genere dentro la città è stato difficile ma poi abbiamo coinvolto la tecnologia e in 20 minuti la polvere del ponte non c’era più. Pensa che la costruzione del nuovo ponte e delle opere associate, come il parco e il memoriale per le vittime, possano contribuire al rilancio del tessuto economico della area cittadina limitrofa?Il Parco del Ponte è un progetto di rigenerazione urbana che  sarà d’esempio per tutta Europa: andiamo a riqualificare e valorizzare un territorio con evidenti ricadute positive per la città ma soprattutto per i quartieri limitrofi all’area sottostante il nuovo viadotto sul Polcevera. Abbiamo lavorato perché i cantieri potessero essere avviati una volta pronto il ponte e siamo nei tempi prestabiliti. Siamo arrivati di recente alla definizione del progetto preliminare grazie anche al contributo della cittadinanza coinvolta nei Tavoli di consultazione e devo ringraziare in modo particolare il Comitato dei familiari delle vittime di Ponte Morandi per avere accettato di essere parte attiva di questo progetto nella parte relativa alla definizione dello spazio, fruibile alla cittadinanza, che ci ricorderà cosa è accaduto il 14 agosto 2018 e le 43 persone che hanno perso la vita in quella tragedia. Infine, Sig. Sindaco, guardando al futuro quali saranno gli insegnamenti che dovremmo cogliere da queste esperienze, per la nostra Città e per la Nazione tutta? Spesso parliamo di rivoluzione digitale ed oggi abbiamo capito quanto la nostra tecnologia può essere fondamentale nella nostra vita. Tutti abbiamo usato con più frequenza video chiamate, mail, applicazioni di messaggistica trasferendo il nostro ufficio a casa. Lo smartworking ha dimostrato che possiamo mandare avanti uffici, aziende, la pubblica amministrazione rimanendo nelle nostre abitazioni. Questo comporta benefici anche dal punto di vista ambientale, perché si diminuirebbero gli spostamenti con mezzi privati e pubblici migliorando la qualità dell’aria e, inoltre, potrebbe facilitare l’assunzione di nuove risorse lontane dalla sede centrale.   

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