Focaccia, arancini e divulgazione scientifica
Sarà l’entusiasmo tipico dell’età, o saranno le sue origini (John è nato in una cittadina chiamata Chennai, lungo la costa del Bengala, molto vicino allo Sri Lanka) ma leggendo le sue risposte si raccoglie tutto il fervore di un giovane studente che ha voglia di imparare conoscere e scoprire. E raccontarsi.
John è un dottorando della linea di ricerca “Enhanced Regenerative Medicine” diretta da Gabriella Panuccio e sta sviluppando un progetto di ingegneria tissutale sotto la supervisione di Gemma Palazzolo. Il suo lavoro si inserisce nel contesto del progetto collaborativo Europeo FET Proactive HERMES (acronimo per Hybrid Enhanced Regenerative Medicine Systems), la cui missione è quella di rendere possibile la guarigione da malattie neurologiche disabilitanti come l’epilessia del lobo temporale, mediante lo sviluppo di trapianti di tessuto cerebrale bioibrido. Per fare questo, il consorzio HERMES abbraccia tre discipline principali – ingegneria tissutale, ingegneria neuromorfa e intelligenza artificiale. Il suo progetto di dottorato si inserisce nel filone dell’ingegneria tissutale e si focalizza sullo sviluppo di un biomateriale che supporti la struttura e la funzione del tessuto trapiantato. Lavora anche con organoidi cerebrali, ovvero cervelli miniaturizzati e semplificati cresciuti in vitro. In HERMES vogliono replicare una parte specifica del cervello coinvolta nell’epilessia del lobo temporale, ovvero l’ippocampo, per usarlo come componente biologica dell’innesto bioibrido per riparare i circuiti cerebrali danneggiati dall’epilessia.
Ha frequentato scuole e università a Chennai, in India. Si è laureato alla Anna University in Ingegneria Biomedica. Subito dopo si è trasferito a Kleve in Germania per laurearsi in Ingegneria Bionica con specializzazione in Scienze dei Materiali presso la Rhein-Waal University, proseguendo poi alla DWI – Leibniz Institute for Interactive Materials dove gli studi l’hanno ispirato a scegliere di fare un PhD in IIT. “Devo molto a IIT e vivendo così vicino alla Fondazione ne apprezzo anche la maestosità dell’edificio affacciandomi al balcone di casa. Puoi fare ricerca di eccellenza e lavorare con una grande multiculturalità di scienziati qui! I miei più cari amici sono i miei colleghi, che provengono da diverse regioni dell’Italia ma anche dalla Polonia, per esempio.”
Quando parla del suo lavoro parla dell’interdisciplinarietà con cui è sempre a contatto, oltre la complessità delle sfide tipica della ricerca. Un aspetto quest’ultimo che spinge sempre a lavorare di più, e meglio.
Come si è rivelata l’Italia? E cosa mi dici di Genova e del cibo che hai trovato qui?
Prima di trasferirmi in Italia avevo sentito dire che era un Paese di romantici e persone adorabili. Questo non si è affatto rivelato sbagliato! Mi è capitato solo una volta di visitare le Cinque Terre, e lì ho scorto la meraviglia della Natura accattivante che si fonde con l’aria le nuvole e le persone che camminano. Da quel momento mi sono reso conto che in un Paese così ricco di natura e bellezza e così pieno di buon cibo, le persone non potevano che essere straordinarie! La stessa cosa vale per Genova, credo che sia una delle tante città bellissime d’Italia. Con mare e montagne molto vicini alla città. Amo il mare, che mi è molto mancato in Germania, e forse l’unica pecca è che vivo lontano dalla città e non riesco bene a godermela. Per esempio una volta mi è capitato di passeggiare lungo Corso Italia, e senza ombra di dubbio è stato uno dei giorni migliori da quando sono a Genova. Un luogo in cui il cielo incontra il mare, e il mare ruggisce con le sue onde insieme al chiassoso vociare delle persone che vi passeggiano. Una combinazione bellissima che non farebbe sentire sola nessuna persona al mondo. Ecco, Corso Italia potrebbe facilmente essere uno dei miei posti preferiti qui.
E del tuo cibo preferito italiano e indiano cosa mi dici?
Scegliere tra le pietanze italiane è molto difficile. Diciamo che, amo così tanto la focaccia che potrei sposarla! Devo dire però che la mia supervisor Gemma, che è nata in Sicilia, mi ha fatto conoscere gli Arancini. Ecco, se dovessi mai divorziare dalla focaccia mi sposerei un Arancino! Dell’India mi piace molto un piatto assai romantico, il Biriyani, ma anche molti piatti dell’India meridionale che si preparano a colazione come Idly, Pongal e Dosa.
Mi racconti un ricordo dell’infanzia e qualcosa della tua città?
Insegnavo scienze ai bambini delle baraccopoli vicine a casa mia. Mi mancano quelle risate e l’amore di tutti quei bambini. È qualcosa che amerò e terrò sempre nel mio cuore. Chennai è una bellissima città piena di colori – dal nero al bianco e tutte le sfumature nel mezzo – che riflette lo spettro della società indiana: ricchi e poveri che coesistono nello stesso posto. Ha una ricca cultura con cibo straordinario e una lingua meravigliosa. Nonostante molti problemi che mi infastidiscono, mi manca il suono dei veicoli e delle persone che si urlano a vicenda, sono rumori con i quali mi svegliavo ogni giorno.
Come molti ricercatori John da grande vorrebbe fare il ricercatore, svelando quello che ancora non è scoperto della scienza e dedicandosi a quest’amore per tutta la vita. Ma ha un’altra passione, che potrebbe un giorno diventare il suo futuro: diventare un divulgatore accorciando le distanze di comunicazione tra lo scienziato e il pubblico generalista.
Qualunque cosa sceglierai John, in bocca al lupo!
E grazie!