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Ricercatori senza frontiere: Pakistan

“La nave vuota fa molto rumore.” (“Thotha Chana Baje Ghana”)

Muhammad è un Ph. D student nel gruppo di Despina Fragouli all’interno dello Smart Materials Lab di IIT guidato da Athanassia Athanassiou. Durante il suo dottorato si sta occupando di ingegnerizzazione di materiali derivati da vari rifiuti organici, per esempio per rendere potabile l’acqua del mare.

Di cosa ti occupi nello specifico?  Ti spiego brevemente. Negli ultimi decenni, le risorse di acqua potabile come fiumi, laghi e falde acquifere si sono significativamente ridotte a causa della rapida crescita della popolazione, dello sviluppo industriale e del riscaldamento globale. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite (ONU), la scarsità d’acqua potrebbe colpire due terzi della popolazione mondiale entro la fine del 2025. È quindi essenziale trovare un modo efficiente ed efficace per produrre acqua potabile. In questo contesto, la purificazione dell’acqua tramite evaporazione veloce grazie al riscaldamento solare è stato recentemente dimostrato essere un metodo efficace, a basso costo e sostenibile. In questo modo, l’energia solare viene sfruttata per generare vapore dall’acqua di mare attraverso un processo fototermico utilizzando materiali porosi.”

E cosa ti piace di questa ricerca? “L’idea di lavorare a qualcosa di essenziale per l’essere umano tanto quanto l’ossigeno.”

Ha frequentato la scuola secondaria della sua città natale, il Chenab College di Jhang. Si è laureato in ingegneria dei materiali nella più prestigiosa Università del Pakistan, la UET Lahore, e nel 2017 ha voluto affrontare la sfida di lasciare il suo paese e proseguire gli studi in Italia, all’Università di Lecce.

In Italia come ti sei trovato? Penso che l’Italia sia uno dei paesi paesaggisticamente più belli del mondo. Ha un meraviglioso patrimonio artistico e culturale mondiale. Forse, se posso dirlo, non amo il sistema burocratico di accoglienza italiana degli stranieri non europei… ma anche il traffico, quello di Genova a volte è davvero difficile da sopportare!

Certo, quando sono arrivato avevo una profondissima nostalgia di casa ed è lì che ho pensato che avrei tanto voluto tornare in Pakistan. Con il tempo però la mia idea sta cambiando, e forse credo che rimanere in Europa possa essere più produttivo e migliorare le mie prospettive future.”

Raccontami un po’ di te e del tuo passato. Un ricordo, un piatto tradizionale pakistano e qualcosa che ami di Genova, oltre la tua esperienza in IIT.  “Sono nato in un piccolo villaggio sito al centro della provincia di Punjab che conta 438.000 abitanti circa. Anche il dottor Abdus Salam, Premio Nobel per la Fisica nel 1979, è nato a Jhang!!!

È un posto che adoro perché sono nato li  e perché ha risorse naturali sorprendenti come due fiumi (Chenab e Jehlum), una terra molto fertile e una zona desertica bellissima chiamata Thal. Ho visto la neve per la prima volta in vita mia a 19 anni, i miei genitori mi hanno portato a visitare la zona nord del Pakistan, vicino alla Cina. Nevicava, ed è stata un’avventura sorprendente. La coltre di neve copriva l’intero paesaggio, quasi a renderlo più tranquillo. Sono andato lì l’ultima volta a Luglio del 2019, poi è arrivato il Covid…

In Italia mangio spesso la pizza ai Quattro Formaggi! mentre del mio paese amo moltissimo il “Mutton karahi”, una portata di agnello o montone cucinati con tante spezie, yogurt e salsa di pomodoro.” 

Muhammad, è stato un anno difficile per tutti. Per te cos’è stata la pandemia dal punto di vista emotivo e lavorativo? “Non sono più potuto tornare in Pakistan innanzitutto. E mi mancano molte delle cose che facevo prima, campus estivi, partecipare alle conferenze scientifiche dal vivo. Ma anche uscire con gli amici e rivedere la mia famiglia. Un anno che ha messo a dura prova la mia sfera emotiva, compromettendo a volte la mia cerchia sociale e rendendomi più stressato. Dall’altra parte però ho imparato a fare molte cose da solo, a vivere da solo, anche se resto tanto preoccupato per la mia famiglia in Pakistan.

Anche dal punto di vista lavorativo all’inizio sembrava tutto faticosissimo, poi il piano di IIT per l’utilizzo dei laboratori e degli spazi mi ha permesso di continuare a lavorare senza problemi fortunatamente.”

Salutaci con un piccolo sogno nel cassetto che ti auguriamo di realizzare presto.

“Vorrei tanto eccellere nel campo della scienza e della tecnologia. E vorrei continuare a fare ricerca nelle aziende che si spendono per l’ambiente.”

 

In bocca al lupo Muhammad!

 

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