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Agricoltura 4.0: lo scenario del Ministro

Intervista a Stefano Patuanelli, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali

 

Quale è la dimensione dell’industria agro alimentare nazionale?

Secondo l’ultimo Rapporto Qualivita ISMEA i dati economici della #DopEconomy, relativi al 2019, fotografano un settore in crescita: 16,9 miliardi di euro di valore alla produzione (+4,2% in un anno), un contributo del 19% al fatturato complessivo dell’agroalimentare italiano e un export da 9,5 miliardi di euro (+5,1% in un anno) che corrisponde al 21% delle esportazioni nazionali di settore, grazie al lavoro di oltre 180.000 operatori e l’impegno dei 285 Consorzi di tutela riconosciuti.L’Italia nella “galassia” delle produzioni certificate con i suoi 818 prodotti è il Paese con il maggior numero di prodotti DOP IGP al mondo nel corso del 2017. Le produzioni certificate sono presenti su tutto il territorio in maniera capillare anche se con piccole differenze di area. Una eccellenza riconosciuta in tutto il mondo che abbiamo il dovere di tutelare guardando allo stesso tempo al suo futuro come sta facendo il MIPAAF.

Cosa intendiamo per agricoltura 4.0?

L’Agricoltura 4.0 è l’evoluzione del concetto di “agricoltura di precisione”. Usiamo questo termine per definire interventi mirati ed efficienti in campo agricolo a partire da dati come, per esempio, le caratteristiche fisiche e biochimiche del terreno. Un insieme di strumenti e strategie che consentono all’azienda agricola di impiegare in maniera sinergica e interconnessa tecnologie avanzate con lo scopo di rendere più efficiente e sostenibile la produzione.

Adottare questo tipo di soluzioni in campo agricolo consente, ad esempio, di poter calcolare in maniera precisa qual è il fabbisogno idrico di una determinata coltura, di prevedere l’insorgenza di alcune malattie delle piante o individuare in anticipo i parassiti che potrebbero attaccare le coltivazioni, tutto evitando di fatto gli sprechi.

Un altro ambito è quello della tracciabilità della filiera con strumenti che consentono dal campo al confezionamento di raccogliere dati utili a mantenere sotto controllo ogni step del processo. Riducendo il margine di errore si ottiene una filiera corta capace di produrre alimenti di massima qualità e in maniera sostenibile dal punto di vista ambientale. Sostenibilità, razionalizzazione ed attenzione all’ambiente devono diventare le parole chiave che guidano le nostre azioni non solo nel settore agroalimentare.

Come vede il futuro di questo settore?

L’agricoltura è il terreno più fertile per declinare la transizione ecologica e quella digitale, e ora bisogna fare subito un salto quantico verso l’innovazione del settore primario, parlando di 5.0. Siamo di fronte, a una nuova rivoluzione nel settore primario perché ci sono le condizioni affinché questo settore partecipi alla transizione ecologica attraverso i servizi digitali e tutti quei sistemi che consentono oggi di preservare le matrici ambientali, aumentando la capacità produttiva dei terreni ma al contempo riducendo l’utilizzo di quelle parti che poi hanno difficoltà a rigenerarsi. In questo nuovo scenario consolidare partnership anche con istituti di ricerca eccellenti come l’IIT diventa anche per il nostro settore non solo auspicabile ma necessario.

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