La tecnologia per contrastare il traffico illecito di beni culturali
Quattro autorità di polizia, due agenzie di frontiera, una scuola di polizia, aziende ed istituti di ricerca esperti nell’ambito dei beni culturali e delle tecnologie riguardanti i sistemi integrati di telecomunicazione e dei protocolli di sicurezza informatici: questi sono i partner del consorzio coordinato dall’Istituto Italiano di Tecnologia e che condurrà per i prossimi anni il progetto RITHMS (Research, Intelligence and Technology for Heritage and Market Security) finanziato dall’Unione Europea. RITHMS intende potenziare, grazie all’aiuto delle tecnologie più innovative, la capacità operativa delle forze di polizia e delle autorità doganali e di frontiera nell’affrontare il traffico illecito di beni culturali, indagando al tempo stesso i meccanismi alla base di questo fenomeno.
Il traffico illecito di beni culturali è infatti passato da essere un fenomeno locale, limitato all’iniziativa di pochi individui, a rappresentare un’attività molto organizzata, fonte di reddito altamente remunerativa per le organizzazioni criminali e i gruppi terroristici che hanno sfruttato le opportunità offerte dal web e dai social media per espandere ulteriormente un mercato già fiorente. In questo contesto, RITHMS propone un approccio interdisciplinare, reso necessario anche dal carattere transnazionale di questo tipo di reati, che spazierà dall’analisi del mercato dell’arte alla criminologia, dagli studi giuridici alla scienza forense, per la creazione di una piattaforma basata sull’intelligenza artificiale in grado di identificare le reti criminali organizzate e di fornire agli investigatori preziose informazioni sulla loro attività e possibile evoluzione. In particolare, la piattaforma sfrutterà le potenzialità della Social Network Analysis (SNA), una metodologia che permetterà di comprendere meglio il comportamento degli individui coinvolti nel traffico illecito attraverso le loro relazioni e interazioni.
Il Progetto ha ricevuto un finanziamento di 5 milioni di euro da parte dell’Unione Europea, nell’ambito del Programma quadro di Ricerca e Innovazione Horizon Europe [accordo numero 101073932]. Il coordinamento di RITHMS è di Arianna Traviglia, a capo del Centre for Cultural Heritage Technology di IIT a Venezia.
“L’ampio Consorzio assicurerà al progetto RITHMS di godere di un articolato spettro di competenze – spiega Arianna Traviglia – contando su partner specializzati sia nelle tecnologie informatiche, sia nelle scienze umane di ambito legale e culturale. Inoltre, la partecipazione di un variegato gruppo di forze dell’ordine, attive in diversi Paesi, permetterà di basare le caratteristiche della piattaforma digitale RITHMS su robuste e dettagliate indicazioni procedurali e giuridiche, e di adattarne le funzionalità così che valgano a livello sovranazionale.”
La lista di partner comprende: Istituto Italiano di Tecnologia (coordinatore), StAG srl (Italia), VTT – Technical Research Centre of Finland (Finlandia), European Software Institute – Central Eastern Europe (Bulgaria), RiniGARD DOO ZA USLUGE (Croazia), Houston Analytics (Finlandia), BEIA Consult International srl (Romania), SatCen – European Union Satellite Centre (Spagna), Universidade da Coruña (Spagna), Hochschule für den öffentlichen Dienst in Bayern (Germania), European Institute Foundation (Bulgaria), Ministero della Difesa, con il Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (Italia), Polizia Nazionale Spagnola (con la Brigada de Patrimonio Histórico), Polizia Nazionale dei Pasi Bassi, Polizia di Confine Bulgara, Polizia Moldava, Polizia di Confine della Bosnia-Erzegovina. Al progetto partecipano anche come Affiliated Entity l’associazione Art Crime Project-APS (Italia) e come Associated Partner, Conceptivity sarl (Svizzera).
Il progetto RITHMS si è già dotato di un sito e di alcuni canali social, sui quali seguire aggiornamenti e risultati:- https://www.rithms.eu– LinkedIn– Twitter