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Anche l’IIT nel progetto della Casa delle Tecnologie Emergenti di Genova

L’Opificio digitale per la Cultura di Genova

A febbraio è stata inaugurata la sede della Casa delle Tecnologie Emergenti (CTE) – Opificio digitale per la Cultura di Genova (https://cte.comune.genova.it/) nei locali dell’ex stazione ferroviaria di Genova Prà, un edificio che è stato rinnovato per accogliere quello che si prepara ad essere un polo regionale importante per lo sviluppo di competenze innovative, start-up e trasferimento tecnologico nell’ambito dell’industria culturale e creativa. La CTE nasce nell’ambito di un progetto, di cui il Comune di Genova è capofila, finanziato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) con il coinvolgimento di un partenariato di dieci soggetti pubblici e privati, tra cui l’IIT.

L’IIT partecipa al progetto con la ricercatrice Arianna Traviglia, coordinatrice del Centro dell’IIT a Venezia, e il ricercatore Ferdinando Cannella, coordinatore della Industrial Robotics Facility.

La nostra partecipazione nel progetto della Casa delle Tecnologie Emergenti di Genova segna un passo fondamentale nell’elevare gli standard della conservazione, gestione e accesso ai beni culturali custoditi nei magazzini dei musei italiani, iniziando con la Depositeria e il Museo di Archeologia Ligure di Genova”, spiega Traviglia. “La nostra ricerca, condotta da un team multidisciplinare composto da robotici, ingegneri, informatici, museologi e archeologi, si basa su tecnologie all’avanguardia come robotica, 5G, scansione 3D, blockchain e intelligenza artificiale, mirando a rivoluzionare la gestione dei depositi museali”.

Il Center for Cultural Heritage Technology (CCHT) dell’IIT a Venezia ha proprio l’obiettivo di ricercare e promuovere nuove tecnologie per l’analisi e la conservazione dei beni culturali, tangibili e intangibili, ampliando e migliorando gli attuali approcci. Nel caso del CTE di Genova, il gruppo coordinato da Traviglia si occuperà di definire come meglio automatizzare i processi di gestione e digitalizzazione dei beni culturali presenti nei depositi museali attraverso l’utilizzo di robot intelligenti e di scanner 3D ad altissima definizione sulla base delle esigenze dei conservatori e gestori museali. Tale operazione avverrà in parallelo a un’azione di monitoraggio accurato dello stato di conservazione delle opere.

La costruzione dell’infrastruttura robotica vedrà impegnato il gruppo coordinato da Cannella, e sarà disegnato in modo da mettere a deposito e movimentare i beni culturali presenti nella Depositeria di Sampierdarena e nel Museo di Archeologia Ligure di Genova, con l’automazione adattata in base alla fragilità degli oggetti che dovranno essere presi e manipolati. Il sistema, grazie all’interazione con gli altri partner di progetto, sarà munito di tecnologia 5G, la quale, combinata con gli scanner 3D sviluppati dal gruppo di Traviglia, permetterà di acquisire e trasferire tutte le informazioni utili a una corretta gestione, conservazione e digitalizzazione del bene custodito.

Il progetto della CTE di Genova, inoltre, grazie al contributo degli altri partner, mira a realizzare un Museo diffuso che da una parte incrementi la conservazione e la sicurezza del patrimonio culturale genovese, e dall’altra lo renda fruibile all’interno di percorsi immersivi per cittadini e turisti.

La CTE di Genova nell’essere uno spazio dove convergeranno diverse tecnologie emergenti, avrà anche il valore di infrastruttura aperta, pronta a ospitare nuove imprese innovative nel campo dell’arte e della creatività. L’“Incubatore Diffuso” sul territorio attiverà percorsi di creazione e accelerazione di business e trasferimento tecnologico, come già promosso tramite due bandi rivolte a start-up e piccole-medie imprese (PMI), una dedicata all’accelerazione di business e l’altra al trasferimento tecnologico, nel settore della filiera culturale e creativa.

La Casa delle Tecnologie Emergenti di Genova si aggiunge alle sei già attive a livello nazionale (Bari, L’Aquila, Matera, Prato, Roma, Torino). Il valore totale del progetto CTE-Genova ammonta a 12,6 milioni di euro, di cui 8,6 milioni finanziati dal MIMIT a valere sul Fondo di Coesione e 4 milioni di co-finanziamento da parte dei partner di progetto.

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