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Gli Ambasciatori della Scienza

Gli addetti scientifici e spaziali per la diplomazia scientifica

La diplomazia scientifica al servizio della crescita dell’Italia, questo il titolo della conferenza delle addette e degli addetti scientifici e spaziali 2023: un incontro per discutere il ruolo crescente del settore della ricerca scientifica e tecnologica per la competitività del Sistema Paese. Quest’anno, per la prima volta, l’evento si è svolto fuori dalla Farnesina, il 6 e 7 marzo presso l’Università di Padova.

Chi sono, però, le addette e gli addetti scientifici? Professionisti, accademici e ricercatori che prendono servizio nelle nostre ambasciate e consolati in tutti i paesi del mondo, promuovendo il sistema della ricerca e dell’innovazione italiana nei contesti stranieri. La loro figura è il risultato di un lavoro di coordinamento tra diversi ministeri, in primis tra il MUR ed il MAECI.

A loro sono stati dedicati questi due giorni durante i quali sono intervenuti anche il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione, Antonio Tajani, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il Ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini.

Quattro le sessioni tenute durante la conferenza: “Scienza e innovazione: non è una questione di genere”; “Spazio, la nuova frontiere dell’internazionalizzazione”; “La ricerca come motore della competitività del Sistema Paese” e “La risposta dell’innovazione italiana alle nuove sfide globali”. A quest’ultima ha preso parte, con un proprio intervento, anche il Direttore scientifico dell’IIT, Giorgio Metta.

Nella prima sessione hanno raccontato la loro esperienza donne che sono pioniere in alcuni settori scientifici prettamente maschili e che hanno voluto sconfessare il titolo della sessione illustrando come, in realtà, scienza e innovazione siano invece anche una questione di genere. Infatti, la scienza dovrebbe iniziare a sviluppare anche una disciplina di “gender innovation”. Ad esempio, ancor oggi, nella maggior parte dei casi, medicine e screening vengono testati quasi esclusivamente su maschi, senza prendere in considerazione potenziali risposte diversificate a seconda del genere.

Il Ministro Tajani nel proprio intervento ha sottolineato anche lui il ruolo cruciale delle donne nella scienza e nell’innovazione e ha inoltre affermato come la politica estera “non sia competenza esclusiva del ministro e dei diplomatici, ma di ogni italiano che lavora: la rappresentanza militare, l’industria e le PMI, ma anche la nostra cultura e il nostro sapere”, ponendo l’accento sul settore spaziale che “significa crescita, conoscenza di nuove opportunità e rappresenta il futuro in tanti settori sul quale investire di più”.

Il Ministro Adolfo Urso, ribadendo l’importanza del ruolo svolto dagli addetti scientifici e spaziali a sostegno del nostro sistema Paese, ha ricordato come le imprese “sempre più nelle loro attività dovranno mettere al centro scienza, tecnologia e innovazione, tanto più che con loro bisognerà affrontare la duplice transizione: quella ecologica e digitale”. Infine, a conclusione degli interventi istituzionali della prima giornata, il Viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, ha ricordato il programma Artemis per il ritorno sulla Luna, “fra i progetti centrali” per l’Italia e per il quale “fin da adesso è importante stringere alleanze”, in vista di “due fattori che daranno impulso alla nuova corsa all’aerospazio: la guerra in Ucraina, che dimostra quanto lo spazio sia importante per la difesa e la sicurezza, e proprio Artemis, sfida incredibile che indicherà  agli abitanti del nostro pianeta lo  spazio come nuova frontiera”.

Lo spazio è stato anche l’argomento conclusivo della prima giornata della conferenza, toccando argomenti come la “space economy”, il 75° Congresso astronautico internazionale nel 2024 a Milano, accompagnato dal Convegno internazionale dell’aeronautica e quello sulla cosiddetta “space law” e il ruolo preminente dell’Italia in questo settore sempre di più in espansione.

Durante la seconda giornata, il dibattito sostenuto dagli esperti, che hanno partecipato alle due tavole rotonde, si è incentrato sul tema degli investimenti nella ricerca per rendere l’Italia un polo estremamente attrattivo per le eccellenze che ricercano all’estero e, soprattutto, riportare a casa i cervelli in fuga.

L’intervento del Ministro del MUR, Anna Maria Bernini, ha sottolineato come oggi l’Italia esporti “know how e tecnologie in quei paesi dove prima imparavamo” e in questo “gli addetti scientifici e spaziali hanno un ruolo fondamentale”. Il Ministro ha poi ricordato le grandi infrastrutture italiane, luoghi “di scoperta e crescita, ma anche dove si valorizzano i comparti, si fa ricerca innovativa, si creano condizioni per lavorare insieme. Il nostro Paese è un collettore di pace, per questo vogliamo in Italia Einstein telescope”. Il futuro osservatorio di onde gravitazionali europeo rappresenta, infatti, una nuova frontiera in cui l’Italia può dare il suo contributo.

Il nostro Direttore scientifico, proprio su questi argomenti, nel suo intervento ha sottolineato il momento eccezionale per le disponibilità finanziarie che dà il PNRR, però, per portare a casa dei risultati, i fondi da soli non sono sufficienti perché non fanno la ricerca, bisogna sviluppare il talento in Italia, fare network, costruire un’offerta che renda il Paese attrattivo.

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