I fondi assegnati dal Ministero dell’Università e Ricerca nell’ambito del Fondo Italiano Scienza Applicata (FISA). IIT e D-Tails consolidano le attività di ricerca congiunte
Dallo studio della retina all’individuazione dei primi segni di Alzheimer, grazie a una nuova generazione di oftalmoscopi che cambieranno la diagnostica delle malattie neurodegenerative: è l’obiettivo del progetto ROAD vincitore di un finanziamento di oltre 3,3 milioni di euro dal Ministero dell’Università e della Ricerca, nell’ambito del bando FISA – Fondo Italiano per le Scienze Applicate. Il progetto, della durata di cinque anni, è stato proposto da D-Tails – Disruptive Technological Advances in Life Science S.r.l. Società Benefit, e dall’Istituto Italiano di Tecnologia a Roma.
La diagnosi dell’Alzheimer avviene attualmente tramite una serie di esami invasivi, quali la PET e i prelievi del fluido cerebro-spinale, e test cognitivi che si intraprendono alla comparsa dei primi sintomi, quando cioè la patologia ha già iniziato a manifestarsi. La possibilità di riconoscere l’insorgenza della malattia in modo precoce è una delle maggiori sfide della medicina.
Il Center for Life Nano- & Neuro-Science (CLNS) dell’Istituto Italiano di Tecnologia a Roma e l’azienda D-Tails – Disruptive Technological Advances in Life Science S.r.l. Società Benefit, stanno sviluppando una nuova metodologia in grado di indentificare in modo tempestivo l’insorgenza della malattia, attraverso una analisi non invasiva della retina.
Grazie al progetto finanziato dal MUR, intitolato “ROAD – Retina Observation for Alzheimer Diagnostic”, le due realtà puntano a realizzare una nuova generazione di oftalmoscopi, che oltre a permettere l’analisi del fondo oculare per individuare malattie dell’occhio, permetterà di riconoscere i biomarcatori precoci dell’Alzheimer direttamente nella retina.
La malattia di Alzheimer, infatti, come molte altre patologie neurodegenerative, è caratterizzata dalla presenza nel sistema nervoso centrale – di cui la retina fa parte – di aggregati microscopici di specifiche proteine. Queste proteine, diverse da patologia a patologia, si trovano in uno stato aggregato, il quale, non essendo fisiologico, attivano processi infiammatori e alterano alcuni meccanismi biochimici nelle cellule neuronali.
Il progetto è ambizioso ed è basato su una tecnologia brevettata unica nel suo genere, il cui sviluppo verso un prodotto scalabile e trasferibile in ambito clinico è al centro delle attività di D-Tails, rispondendo a una richiesta della comunità e del mercato sempre più ampia.
Il finanziamento coprirà parzialmente il costo dell’intero progetto (di poco superiore ai 5 milioni di euro) e sarà suddiviso tra D-Tails SB per la fase di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, inclusa l’ingegnerizzazione e il testing sul campo; e l’IIT per la ricerca fondamentale e la messa a punto dei principi scientifici alla base del dispositivo.
“Con ROAD vogliamo colmare un vuoto cruciale nella diagnosi precoce dell’Alzheimer. Questo progetto rappresenta per D-Tails non solo un salto tecnologico, ma anche un’opportunità per contribuire a un cambiamento reale nella vita delle persone. E grazie a questo finanziamento pubblico, oggi siamo pronti a costruire una tecnologia accessibile per tutte le cliniche di tutto il mondo”, dichiara Vincenzo Ricco, CTO e co-Founder di D-Tails SB.
“ROAD è la sintesi di anni di ricerca di frontiera nell’imaging biomedicale. Grazie alla sinergia con D-Tails, possiamo finalmente trasformare un’idea ad alto impatto scientifico in una metodologia per studiare l’evoluzione nel tempo della patologia, l’efficacia di eventuali molecole terapeutiche – alcune già esistenti – e impostare uno screening di massa per la diagnosi precoce dell’Alzheimer. È un esempio virtuoso di trasferimento tecnologico e innovazione applicata” commenta Giancarlo Ruocco, Principal Investigator e Coordinatore del CLNS di IIT.
I due team di ricerca hanno l’obiettivo, alla fine dei cinque anni, di avere un primo prototipo funzionante da mettere a disposizione del settore della ricerca farmacologica, accelerando così l’individuazione e la sperimentazione dei trattamenti necessari per combattere la malattia di Alzheimer e le altre patologie neurodegenerative.



