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Integrare la dimensione di genere nella ricerca

Una strategia per affrontare le disuguaglianze di genere nel settore della ricerca e dell’innovazione

Horizon Europe è il nuovo programma di finanziamento europeo per la ricerca e l’innovazione (R&I), che segue Horizon 2020. Il programma (2021-2027) indica alcuni importanti obiettivi di policy che riguardano, rispettivamente, le transizioni verde e digitale e l’agenda SDG. Tra questi impegni, la dimensione di genere emerge come un obiettivo trasversale. In particolare, una serie di interventi promette di affrontare le disuguaglianze di genere smantellando le barriere materiali e culturali che lasciano le donne in una posizione di svantaggio nel settore della ricerca.

Secondo She Figures 2021, il rapporto triennale della Commissione Europea sulla parità di genere nella ricerca, le donne ricercatrici in Europa rappresentano solo il 33% dell’intera popolazione di ricercatori, con rilevanti tendenze al ribasso in settori quali le scienze naturali, l’ingegneria e l’ambito tecnologico- un fenomeno noto come gender segregation. I dati mostrano che, rispetto agli uomini, le donne continuano ad affrontare importanti sfide di carriera legate al genere, con un progressivo abbandono nelle diverse fasi della propria carriera, sia in ambito formativo che professionale- un fenomeno noto come leaky pipeline (tubatura che perde). Inoltre, i dati rivelano che le disuguaglianze di genere persistono nelle istituzioni R&I sia a livello organizzativo che culturale, e sono radicate nei processi di carriera impattando, in particolare, le possibilità delle donne di accedere ai ruoli decisionali e alle posizioni di vertice- un fenomeno noto come glass ceiling effect (soffitto di cristallo).

Un’ampia ricerca indica che fattori quali, le politiche discriminatorie di finanziamento e di assunzione, così come la mancanza di equilibrio tra lavoro e vita privata, giocano un ruolo importante nel produrre e mantenere le disuguaglianze di genere nel settore R&I. Oltre a questi fattori, ne esistono altri più nascosti e sottili legati all’area della R&I, come gli stereotipi di genere, o gli approcci gender-blind, gender-biased e gender-neutral nella produzione di conoscenza. Gli effetti negativi di questi fattori sono meno evidenti, ma non meno importanti.  Ad esempio, la mancata considerazione delle variabili di genere nelle analisi dei dati, rappresenta un fattore critico che può influire sulla qualità della produzione scientifica, con importanti omissioni e distorsioni nel processo di produzione e diffusione della conoscenza. Al contrario, incoraggiare un approccio gender-sensitive nello sviluppo di contenuti e metodi di ricerca, sembra portare a risultati scientifici più validi, a strategie di innovazione più eque, con un aumento complessivo della qualità e dell’impatto sociale della ricerca scientifica (Stanford University e Commissione Europea 2020).

In sostanza, le disuguaglianze di genere nell’ambito R&I, sia in Europa che a livello internazionale, richiedono interventi a più livelli, che affrontino non solo le problematiche legate ai processi organizzativi e istituzionali, ma anche la mentalità culturale e i metodi di produzione della conoscenza nella scienza.

Nel percorso di cambiamento intrapreso da istituzioni e organizzazioni R&I, una tappa decisiva è l’adozione del Gender Equality Plan (GEP). Il GEP è uno strumento di analisi e azione attraverso il quale gli attori della ricerca monitorano la propria forza lavoro, mappano le aree di disuguaglianza e sviluppano strategie concrete per invertire la tendenza. È importante notare che alcuni programmi di finanziamento per la ricerca, tra cui Horizon Europe, richiedono oggi l’adozione del GEP come criterio di ammissibilità per gli enti e le istituzioni di ricerca che intendono presentare domanda di finanziamento (EIGE 2022).

I principali obiettivi strategici del GEP nelle istituzioni e organizzazioni R&I possono essere riassunti in tre punti: l’equilibrio di genere nei gruppi di ricerca, l’equilibrio di genere nel processo decisionale e la dimensione di genere nei contenuti della ricerca. Tralasciando i primi due punti, ci concentriamo sul terzo, che rappresenta un’innovazione saliente introdotta dal programma Horizon Europe.

Nell’ambito di Horizon 2020, l’integrazione della dimensione di genere è stata inserita, per la prima volta in un Programma Quadro di Ricerca, nel criterio di assegnazione denominato “eccellenza” presente nel modello di proposta, e nel relativo sottocriterio di valutazione. Il programma Horizon Europe mira a proseguire e intensificare gli sforzi di integrazione della dimensione di genere nella ricerca scientifica. Il suo obiettivo è produrre un impatto positivo sull’intero processo R&I, toccando le diverse fasi del processo di ricerca e sviluppo: da come vengono stabilite le priorità di ricerca e le decisioni di finanziamento, alla scelta della strategia metodologica e di analisi dei dati, fino al modo in cui i risultati della ricerca vengono valutati e diffusi alla società.

Per raggiungere questi obiettivi, Horizon Europe ha introdotto nuovi requisiti nei moduli di richiesta di finanziamento in cui i richiedenti sono invitati a descrivere come la dimensione di genere (cioè legate al  sesso e/o al genere) sia presa in considerazione nella proposta di progetto. Se i candidati non ritengono che la dimensione di genere sia rilevante nel loro progetto specifico, sono tenuti a giustificare la loro strategia con fonti adeguate. Questi aspetti della proposta di ricerca vengono poi valutati nell’ambito del criterio di eccellenza.

In che modo IIT si è mosso nell’ambito delle sfide riguardo la dimensione di genere nella ricerca? Nel 2021 l’Istituto ha approvato il suo GEP, definendo un insieme di azioni e interventi quadriennali per promuovere l’uguaglianza di genere. Seguendo le indicazioni della Commissione Europea e delle istituzioni internazionali, IIT si è impegnato a promuovere cambiamenti strutturali rispetto alle tematiche di genere, sia a livello individuale che organizzativo e culturale. Questo impegno è supportato da azioni e iniziative che vanno dal monitoraggio degli indicatori di genere, alle attività di comunicazione e formazione.

Le attività di formazione sono una parte essenziale della strategia di IIT. Il loro obiettivo è aumentare la consapevolezza del personale scientifico sulla dimensione di genere nella ricerca e sulle sue implicazioni scientifiche e sociali. A tal fine, nel marzo 2022 IIT ha lanciato il corso di formazione interna “Gender Dimension in Research” per aiutare i ricercatori e le ricercatrici a familiarizzare con alcune questioni concettuali relative al sesso e al genere, a integrare nella propria ricerca contenuti e metodi gender-sensitive e ad applicarli nello sviluppo di nuovi progetti e procedure di finanziamento.

Sono aperte le iscrizioni alle ricercatrici e ai ricercatori e a tutti i postdoc di IIT per le nuove sessioni di formazione che si terranno online in tre diverse date disponibili: 22-24 novembre, 14-16 dicembre, 17-19 gennaio.


Riferimenti.


*IIT, Diversity, Inclusion and Social Impact Office

 

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