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A.Wykowska tra le “50 donne che bisogna conoscere nell’ambito della robotica mondiale nel 2022″

La ricercatrice IIT rappresenta l’unica afferente a una istituzione italiana inclusa nella prestigiosa classifica.

Tra le 50 donne e persone non binarie che il board di Women in Robotics, seleziona ogni anno come personalità del mondo della ricerca, del tech, dell’industria e dei media che hanno contribuito fattivamente ad accrescere la conoscenza legata al mondo della robotica e la consapevolezza della società verso questo campo, c’è anche la ricercatrice IIT Agnieszka Wykowska, unica proveniente da una realtà lavorativa italiana. La classifica “50 women in robotics you need to know about 2022” – le 50 donne che bisogna conoscere nell’ambito della robotica – è stata stilata a partire dal 2013, un riferimento per segnalare nuove role model in un ambito che sembra quasi esclusivamente appannaggio maschile.

Agnieszka Wykowska è ricercatrice senior, responsabile del team di ricerca “Social Cognition in Human-Robot Interaction” dell’Istituto Italiano di Tecnologia, Adjunct professor di Engineering Psychology presso Luleå University of Technology, visiting professor presso la University of Manchester e editor in chief dell’International Journal of Social Robotics.

Nata in Polonia, Wykowska, si è laureata nel 2006 in “Neuro-cognitive Psychology presso LMU Munich (Germania) dove ha conseguito anche il dottorato in psicologia nel 2008 e l’abilitazionenel 2013. Nel 2016, ricevuti i prestigiosi finanziamenti starting grant dal Consiglio Europeo per la Ricerca – ERC per il Progetto “InStance: Intentional Stance for Social Attunement”, si è trasferita in Italia presso IIT per portare avanti la sua ricerca che studia come e in quali condizioni le persone trattino i robot come esseri intenzionali. Nel suo lavoro, Wykowska opta per la multidisciplinarietà, combinando metodi delle neuroscienze cognitive all’interazione essere umano – robot con l’obiettivo di capire i meccanismi cerebrali durante l’interazione con agenti artificiali e naturali. In particolare in IIT lavora con il robot umanoide iCub. Wykowska ha introdotto iCub, per la prima volta, all’interno di un centro clinico riabilitativo per testare, insieme all’equipe del Centro Boggiano Pico, polo specializzato nei disturbi del neurosviluppo dell’Opera Don Orione di Genova, l’efficacia dell’utilizzo dei robot nel trattamento di bambini diagnosticati con disturbi dello spettro autistico. Inoltre, recentemente, Wykowska e il suo team, hanno lavorato a un test di Turing di tipo non verbale tramite un compito di interazione tra persone e robot mostrando la difficoltà degli esseri umani a comprendere la natura dell’interazione con le macchine.

Wykowska nel corso del 2020 è stata anche inserita nell’iniziativa “Where I Work” (Dove lavoro) dalla rivista Nature nel quale ha raccontato la natura fortemente interdisciplinare del suo lavoro all’Istituto Italiano di Tecnologia.


Women in Robotics è un’organizzazione no profit costituita per donne che lavorano nel campo della robotica e per donne a cui piacerebbe entrare a far parte di questa realtà in futuro.

Ogni anno dal 2013 l’organizzazione stila una lista di 50 donne e persone non binarie che hanno apportato un importante contribuito al Mondo della Robotica dal punto di vista della ricerca, della comunicazione e dell’industria. L’obiettivo è segnalare alla comunità role model di riferimento affinché le nuove generazioni di ragazze e persone non binarie si sentano rappresentate anche in questo ambito, che spesso sembra esclusivamente appannaggio maschile.

Selezione del 2022: https://robohub.org/50-women-in-robotics-you-need-to-know-about-2022/

Dal 2013, Women in Robotics ha premiato e profilato più di 300 persone, tra senior ed emergenti, liberi professionisti o provenienti da grandi company, media o centri di ricerca. I 50 nomi del 2022 si dividono tra lavoratrici autonome o affiliate ad importanti realtà come NASA o Wall Street Journal, provenienti da tutto il Mondo: EU, UK, USA, Australia, China, Turkey, India and Kenya. Le liste vogliono rappresentare una risorsa anche per chi organizza eventi, consegnando loro nomi di professioniste titolate a comparire all’interno dei panel, riequilibrando il gender gap nelle occasioni pubbliche.

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