Intervista a Valentina Pasquale, Research Data Management Specialist di IIT
Per il terzo anno consecutivo, l’Istituto Italiano di Tecnologia lancia il “Premio di Dottorato in Neuroscienze “Pedro Lagomarsino de Leon Roig” dedicato alla memoria del giovane ricercatore argentino scomparso prematuramente. Il riconoscimento verrà assegnato alla miglior tesi di dottorato conseguita in Italia nei cicli XXXVI e XXXVII, capace di coniugare eccellenza scientifica, rigore metodologico e i principi dell’Open Science.
Le candidature sono aperte fino al 14 luglio 2025 e il vincitore sarà annunciato in autunno. Ne parliamo con Valentina Pasquale, ex collega di Pedro Lagomarsino e attualmente Research Data Management Specialist di IIT
Pedro Lagomarsino de Leon Roig è ricordato per il suo contributo scientifico al gruppo al quale anche tu facevi parte come ricercatrice, la linea di ricerca Optical Approaches to Brain Function guidata da Tommaso Fellin, ma anche per la sua visione di una scienza aperta, trasparente e condivisibile. Hai qualche ricordo di come vi siete approcciati a questo modo di intendere la scienza quando lavoravate nello stesso lab?
Durante i primi anni del suo dottorato Pedro ed io abbiamo lavorato in stretta collaborazione, contribuendo ad una pubblicazione scientifica per la quale abbiamo da subito seguito i princìpi dell’Open Science, condividendo i dati e il codice a supporto dei risultati. Abbiamo avuto diverse occasioni di confrontarci su questi temi e ricordo che Pedro attribuiva grande importanza alla trasparenza e alla riproducibilità della ricerca.
Il premio valorizza non solo l’eccellenza scientifica, ma anche l’adozione dei principi FAIR e la diffusione dell’Open Science. Quanto è importante oggi, nella formazione dei giovani ricercatori, promuovere questi valori insieme alla qualità dei risultati?
E’ estremamente importante fornire ai giovani ricercatori le competenze per gestire i dati in modo efficace e renderli accessibili e riutilizzabili da altri ricercatori. Questo bagaglio culturale e di conoscenza sta alla base della loro formazione come scienziati. Per questo motivo da 5 anni IIT e Università di Genova collaborano per proporre ai dottorandi un corso di “Open Science and Research Data Management”: il corso ha avuto da subito un ottimo livello di partecipazione e conferisce agli studenti le basi per la comprensione di questi argomenti.
Siamo arrivati alla terza edizione del premio. Come sono andate le precedenti due e che significato ha portare avanti questo premio?
Fin dalla sua prima edizione, l’iniziativa ha suscitato un grande interesse, raccogliendo numerose candidature di altissimo livello. La selezione dei vincitori tiene conto sia degli aspetti metodologici sia dell’eccellenza scientifica dei risultati: l’iter di valutazione, così come la composizione della Commissione, riflette l’importanza di entrambi gli aspetti. Proseguire su questa strada è per noi una priorità: non solo per onorare la memoria di Pedro, ma anche per trasformare il suo ricordo in un’opportunità concreta per sostenere e ispirare le nuove generazioni di ricercatori.