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Passi avanti nello studio della schizofrenia

Il team IIT di Rovereto, grazie ad un innovativo metodo di analisi dei dati, getta nuova luce sull’origine della schizofrenia Al CNCS (Center for Neuroscience and Cognitive Systems) il centro IIT di Rovereto, il team di ricercatori coordinato da Angelo Bifone, ha individuato le regioni cerebrali coinvolte nelle distorsioni della percezione sensoriale tipica dei malati di schizofrenia, dimostrando il ruolo primario di questi effetti nella malattia.La schizofrenia è una malattia psichiatrica complessa i cui sintomi includono psicosi, allucinazioni e gravi disfunzioni cognitive. Il paziente schizofrenico riferisce alterazioni della percezione sensoriale della realtà, ha difficoltà a riconoscere ed elaborare l’altezza e l’intonazione dei suoni oltre ad aberrazioni della percezione visiva. Un esempio noto è la rappresentazione pittorica di un gatto fornita dall’artista inglese Luis Wain durante i vari stadi di avanzamento della sua malattia. Se queste distorsioni sensoriali siano all’origine della schizofrenia, oppure un risultato delle disfunzioni cognitive che la caratterizzano, è oggetto d’indagine.Negli ultimi anni, con l’avvento di tecniche di neuroimmagine come la Risonanza Magnetica funzionale, si è dimostrato che la schizofrenia è associata alla frammentazione della connettività funzionale, ossia al mal funzionamento della comunicazione tra diverse aree della corteccia cerebrale. Tuttavia prima di questo studio non si sapeva quali fossero le aree interessate, ipotizzando quelle della corteccia frontale dove risiedono le funzioni cognitive più elevate come linguaggio e programmazione di azioni.Lo studio, pubblicato sulla rivista internazionale Neuroimage: Clinical, attesta per la prima volta che la frammentazione della connettività funzionale avviene già a livello delle aree sensoriali primarie della corteccia cerebrale, quelle preposte all’elaborazione di base degli input visivi e uditivi. Con sorpresa, invece, i ricercatori non hanno osservato alterazioni della connettività funzionale nelle aree cerebrali frontali, indicando che la schizofrenia coinvolge alterazioni della percezione iniziale del segnale che si riverberano sulle funzioni cognitive superiori, alterandole.Questo risultato è stato reso possibile dall’innovativo metodo di analisi sviluppato dallo stesso team IIT che ha consentito di interpretare con una risoluzione superiore alle tecniche già esistenti la grande mole di dati raccolti dalle risonanze magnetiche funzionali effettutate su 94 pazienti schizofrenici e altrettanti volontari sani.

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