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Ricercatori senza frontiere: India

L’arte della pazienza e del sacrificio, per cultura e lavoro

Raj è nato in India, e questo è già abbastanza per identificare parte della sua cultura e del suo stile di vita in cui pazienza e calma ne fanno da padrona. La terra dello yoga e delle pratiche energetiche e del corpo per una maggiore consapevolezza di sé, la terra in cui preghiera e ascesi sono un’unica cosa, e di sontuose tradizioni e credenze spirituali. E’ nato in un piccolo paesino che quand’era bambino diventata isola durante la stagione dei monsoni da giugno a settembre, perché circondato da fiumi che si riempivano durante quel periodo dell’anno, e che adesso è invece circondato da ponti e quindi collegato alla terraferma.

Puoi descrivermi un ricordo della tua terra?

Ci sono tantissimi ricordi legati al mio paese che potrei condividere ma mi piace ricordarne uno a cui sono molto legato e riguarda la mia infanzia. Quand’eravamo bambini in estate ci riunivamo tutti insieme per giocare in un frutteto pieno di alberi di Mango (uno dei miei frutti preferiti) e trascorrevamo tutto il giorno a mangiare quanti più frutti di mango possibili nonostante il caldo afoso di quei pomeriggi. E’ sicuramente il ricordo più dolce che mi viene in mente.

 

L’India è una nazione di grande letteratura, mi racconti un’espressione nella tua lingua che ti piace particolarmente?

La nostra antica civiltà è certamente piena di citazioni che varrebbe la pena raccontare, forse due sono quelle a cui tengo di più.

वसुधैव कुटुम्बकम्” che significa “il mondo è un’unica famiglia” e “सा विद्या या विमुक्तये” che invece vuol dire “Il Sapere ti rende libero”.

  

Quando è arrivato a Genova, circa tre mesi fa, era preoccupato di non trovare “delicatezza” che ritiene essere un aspetto fondamentale del trasferirsi in un continente così diverso da quello di origine, e un aspetto che lo preoccupava molto prima di giungere in Italia. Poi ha dovuto ricredersi, “sono rimasto sorpreso dall’Italia e dalle persone che ho incontrato qui. Sono state subito gentilissime e mi hanno accolto come non mi sarei mai aspettato e tanto da non farmi sentire così lontano da casa”. La Genova spaccata a metà tra mare e monti è certamente un connubio che affascina il “foresto” e soddisfa gli amanti delle camminate, “a parte qualche giorno di pioggia di troppo che rovina i momenti liberi…”, ma anche la bellezza dei porticcioli e il colore delle albe e dei tramonti a cascata sul mare nella Regione.

Continuando a parlare di adattamento in Italia, vuoi raccontarmi i tuoi piatti preferiti del passato e del presente e cosa ti è piaciuto del primo approccio con IIT?

Essendo vegano (per scelta) sono un po’ limitato nella scelta dei piatti tipici italiani che spesso sono costituiti da alimenti di origine animale. La Ribollita è uno dei miei piatti preferiti, oppure quando sono stato a Napoli mi è piaciuta moltissimo la Pizza marinara. Certamente nel mio paese ho molte più opzioni, direi il riso basmati con l’ocra ma anche mango e papaya a volontà!

IIT è un posto molto molto accogliente. Il modo in cui l’Istituto accoglie i propri ricercatori provenienti dall’estero è a braccia aperte e con il massimo sostegno. Il mio team è decisamente multietnico, proveniamo da India, Francia, Giappone, Australia, Polonia, Belgio, Finlandia. E’ anche un posto molto formativo dal punto di vista professionale. Ti permette di lavorare a contatto con persone e personalità diverse e quindi di accelerare il ritmo della ricerca, e anche di conoscere persone e posti in ambiente accademico che altrimenti sarebbe stato impossibile frequentare.

A questo punto raccontami del team in cui lavori e di cosa ti occupi in IIT Raj!

Ho conseguito il mio dottorato di ricerca presso l’Università degli Studi di Napoli “Parthenope” con il supervisor Prof. Agostino Iadicco. Dopo il completamento del mio dottorato, ho lavorato come Post-Doc sotto la guida del dott. Luigi Sirleto, fondatore del laboratorio di ottica non lineare e ultraveloce presso Istituto per la microelettronica e microsistemi (IMM) del CNR di Napoli. Qui sono stato coinvolto nell’imaging biomedico non lineare senza etichettatura.

Attualmente lavoro come Post-Doc nel laboratorio “Nanoscopy & NIC@IIT” coordinato dal prof. Alberto Diaspro. Sto costruendo un microscopio ottico “multi messenger” che possa rispondere a tutte le richieste sollevate da un biologo per i suoi campioni. E’ un tipo di sistema completamente nuovo, con diverse modalità di imaging integrate sul singolo banco ottico. La microscopia ottica multi messenger serve per decriptare l’organizzazione e la funzione della cromatina nelle cellule viventi.

 

Ha studiato in India e si è laureato presso il The National Institute of Technology – NIT Warangal prima di arrivare in Italia. E mi racconta con una certa cura l’importanza di studiare per poter scegliere il proprio destino lasciando che siano le passioni a decidere. Per lui è la ricerca la passione massima, per questo motivo non ritiene necessario scegliere dove trasferirsi o se tornare nel proprio paese d’origine. “Servire la scienza non ha confini.

Qual è il tuo sogno di carriera?

Voglio trascorrere la mia vita lavorativa nel mondo accademico e della ricerca. Adoro moltissimo sviluppare nuove tecnologie e trovare nuovi ambiti e discuterne con colleghi. Per risponderti meglio uso una citazione dello scienziato Randy Pausch: “Segui le tue passioni, credi nel karma e non dovrai inseguire i tuoi sogni, verranno loro da te.”

Io sto inseguendo le mie.

In bocca al lupo Rajeev!

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