Cosa lega le spade laser di Star Wars al ricamo e alla robotica?
Il Ludosport è una disciplina innovativa, diffusasi oramai in tutto il mondo, che si chiama anche “Scherma con spada luminosa” (o “Light Saber Combat”). Si tratta di un vero e proprio sport che unisce l’amore per la fantascienza e quello per la scherma e le arti marziali.
Poi ci sono ricamare, cucire vestiti e leggere libri. Sono hobby “tra di loro selvaggiamente contrastanti che confondono spesso le persone quando mi sentono parlare”.
Si presenta così Ana Tanevska, macedone, nata nella capitale Skopje.
Post Doc del gruppo CONTACT – “COgNiTive Architecture for Collaborative Technologies” coordinato da Alessandra Sciutti, precedentemente PhD sotto la guida di Francesco Rea e di Giulio Sandini. Il suo dottorato consisteva nello studio di una architettura cognitiva per l’interazione uomo-robot, da sviluppare sulla piattaforma umanoide iCub. Su cui adesso continua a lavorare, entusiasta dice lei, studiando come riportare nel robot la capacità dell’uomo di adattarsi al partner durante un’interazione, per poter rendere più umana la collaborazione uomo-macchina.
“Prima di venire a Genova ho completato laurea e master nei Balcani, a Skopje dove sono nata. Ho conseguito la triennale in Ingegneria Informatica, ed è stato durante il primo anno che mi sono innamorata degli studi di robotica pensando di intraprenderla come carriera. Così ho proseguito con un master in Robotica, appunto. Durante gli ultimi anni qui mi sono dedicata anche ad essere lab e teaching assistant per diverse classi e ho apprezzato moltissimo anche l’insegnamento.”
Cosa ti piace di più del tuo lavoro e di IIT?
Onestamente tutto quello che riguarda il mio ambiente di lavoro mi piace moltissimo (e mi è mancato moltissimo in questi mesi di quarantena!). Mi trovo davvero bene con il mio team, siamo un gruppo fantastico di colleghi e supervisor, ci motiviamo a vicenda e nessuna idea viene snobbata o considerata con superficialità. Pur avendo background accademici molto diversi tra di loro lavoriamo tutti insieme alla piattaforma iCub, che io considero un grande esempio di multidisciplinarietà e di come la scienza dovrebbe funzionare. Il gruppo è misto, lavoro con colleghi italiani ma anche provenienti da Brasile, Egitto, Francia, Colombia, Giappone e Spagna. E abbiamo avuto collaboratori che hanno fatto da noi un periodo e venivano da Paesi Bassi e dal Canada! Mi ritengo fortunata, non siamo solo colleghi ma trascorriamo del tempo insieme anche oltre l’orario di lavoro. Abbiamo anche viaggiato in diverse città tutti insieme, e organizziamo serate di degustazione di whisky, giornate di escursioni, oppure giornate a “zero rifiuti e vita ecosostenibile”!
Ana mi racconta del suo carattere un po’ ansioso che in Italia ha risolto accettando la nostra calma, il vivere i problemi con meno tensione. È così che ha affrontato le difficoltà burocratiche di essere cittadina extra-EU, imparando a conoscere e saper gestire i limiti di un altro territorio che, come dice lei, le ha insegnato a scoprire un nuovo lato del suo carattere, “più calmo”. Mi racconta anche dalla sua fastidiosa allergia, solitamente dovuta al polline dei grandi e numerosi parchi della sua città natia, ma che anche qui a Genova (seppur con meno parchi del Balcani) la tiene sotto assedio durante la stagione primaverile.
Mi hai raccontato che ti piace l’Italia, e che Genova è una città che hai sentito tua quando sei arrivata quattro anni fa. E con il cibo come ti trovi?
Non vorrei risultare scontata, ma la cucina italiana la adoro. Ok, a parte i piatti a base di gamberi di cui non sopporto nemmeno l’odore!!! I miei piatti in assoluto tra i preferiti sono la torta di bietole, la prescinsêua e la focaccia con cipolla! Non sorprende quindi che il piatto macedone che più amo sia il “burek”, una torta salata tradizionale, fatta con un impasto a strati molto sottili e riempito con cipolle e carne macinata. È assolutamente delizioso, ti getta istantaneamente in un coma di carboidrati! ed è qualcosa che (come la focaccia) può essere gustato in qualsiasi momento del giorno – puoi mangiarlo venerdì sera all’una di notte mentre sei fuori casa, ma anche domenica mattina a colazione con la famiglia! È l’unico piatto che mi manca molto della cucina casalinga, tuttavia mi sono avvicinata a ricrearlo con l’impasto di pasta sfoglia che puoi trovare qui in Italia nei supermercati.
Cosa vuoi fare da grande Ana?
Ero convinta di voler diventare una professoressa. Poi sono arrivata in IIT e ho scoperto un profondo amore per la ricerca. Non so dove mi porterà la mia carriera, ma so che mi piacerebbe tenere con me sempre la curiosità viva che possa guidarmi per scoprire nuove cose, la motivazione per esplorare e perseguire nuove idee, ma soprattutto non vorrei mai perdere lo spirito di collaborazione! Che si tratti di ricerca o accademia, il nostro successo e progresso non valgono nulla se non sono condivisi in una comunità di persone.
“Сите возрасни прво биле деца, но малку од нив се сеќаваат на тоа.” È la traduzione macedone di una frase di uno dei miei libri preferiti, Il Piccolo Principe, ovvero “Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano”.
Mi piacciono gli inverni molto molto freddi. Mi riportano indietro alla mia infanzia a Skopje con tutta la mia famiglia. Ci avvolgevamo in spessi vestiti invernali, tutto ero tranquillo e sereno, combattevamo con le palle di neve tra di noi, e facevamo angeli sulla neve fino ad avere vestiti e capelli bagnati. Per poi tornare a casa a prendere un tè caldo tutti insieme. Un ricordo da bambina.
Buoni sogni, da bambina e da adulta Ana. In bocca al lupo!