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Ricercatori senza frontiere: Serbia

Tra scienza e romanzi

Obrenovac è una delle 7 municipalità suburbane di Belgrado, la capitale della Serbia. Lì dove è nata Marina, PostDoc del Center for Cultural Heritage Technology (CCHT@Ca’Foscari) dell’Istituto Italiano di Tecnologia a Venezia.Si è laureata presso la Facoltà di Scienze e Tecnologie alla University of Novi Sad in Serbia, nel Signal Processing Group. Stesso campo da quando aveva 14 anni e frequentava la scuola di telecomunicazioni di Belgrado. Quindi ha lavorato come ingegnere informatico per diversi anni a Belgrado e da lì si è spostata in Portogallo, dove ha ottenuto una Marie Curie PhD scholarship e dopo altri 3 anni ha trascorso qualche mese in Belgio come PostDoc.Nonostante le origini però ama il Sud dell’Europa e così è approdata in Italia come PostDoc al centro IIT di Venezia guidato da Arianna Traviglia.La sua ricerca si occupa principalmente di sviluppare tecnologie innovative per la digitalizzazione, scansione 3D di manufatti/reperti storico-artistico-archeologici attraverso tecniche avanzate di Computer Vision e di accelerare quindi la ricostruzione tridimensionale di oggetti e monumenti creando delle “copie digitali”, preservando così gli originali. Nel centro di Venezia si occupano altresì di utilizzo di dati telerilevati (earth observation, con hyperspectral, multispectral, radar images) per l’identificazione e l’analisi di siti archeologici che giacciono nel sottosuolo. Marina, cosa ti piace del tuo lavoro Il campo del Cultural Heritage presenta delle sfide molto interessanti ed è estremamente versatile. Il fatto che io possa essere parte attiva per proteggere e preservare reperti di decine o migliaia di anni è appagante. Anche impegnativo dal punto di vista tecnico. Ho l’opportunità di combinare molte tecniche di elaborazione delle immagini, telerilevamento e imaging terahertz, tecniche che ho imparato nel corso degli anni. E poi sto lavorando in un ambiente interdisciplinare e internazionale. Mi sembra naturale chiederti quindi come ti trovi in IIT e con i tuoi colleghiIl Center for Cultural Heritage Technology (CCHT@Ca’Foscari) è l’ultimo centro di IIT nato in Italia, piuttosto giovane quindi. Il gruppo non è grandissimo ma è in costante e continua crescita.È un team per lo più costituito da donne, il che per me è inusuale ma molto felice. Ti è piaciuto molto il Portogallo mi hai raccontato. E poco invece il Belgio. Mi sai dire qualcosa su Venezia e l’Italia? E sul cibo che ami?Venezia è una città stupenda, “vibrante”. Non è da criticare se i turisti impazziscono dalla voglia di visitarla. Anch’io l’ho visitato ben 2 volte da turista!Vivo con mio marito nella zona meno caotica però, Mestre, dove la vita è più tranquilla. Sono arrivata qui qualche giorno prima dell’escalation della pandemia da Covid-19, e sfortunatamente non posso dire di conoscerla ancora bene in termini di vantaggi/svantaggi.Sul cibo… amo i frutti di mare, quindi dammi per esempio polpi o calamari e sono felicissima! Apprezzo molto la varietà di prodotti freschi e di alta qualità disponibili in Italia, olive e olio d’oliva, formaggi, pomodori. La Serbia non ha mare. Siamo appassionati mangiatori di carne (abbiamo anche l’espressione che si può tradurre in “un maiale è il re degli animali!”). Ho l’abitudine di dire che abbiamo una dieta montana: mangiamo così tanto per ogni pasto che puoi avere l’impressione che ci stiamo preparando per l’ibernazione!!!! E a parte fare ricerca quali sono i tuoi hobby?Sto completando il mio primo romanzo. Ho iniziato a scriverlo quando ho iniziato la carriera da ricercatrice, circa 5 anni fa. Esattamente pochi mesi dopo la morte di uno dei miei scrittori preferiti, Sir Terry Pratchett.È un romanzo di fantascienza comico, che racconta la vita di Teri, le scelte che l’hanno condizionato e influenzato. Dovrebbe essere un personaggio completamente inventato e tratto da fantasia, ma dentro ho scritto anche un po’ di miei viaggi, quindi ci sono diversi spunti di realtà mista a finzione.  E quindi qual è il tuo sogno nel cassetto?Se me l’avessi chiesto anni fa prima di iniziare il percorso della ricerca ti avrei detto con certezza che avrei voluto fare la project manager o una cosa simile per l’industria. Non è un sogno completamente svanito, ma devo ammettere che mi sono appassionata moltissimo all’ambito accademico specialmente se caratterizzato da mescolanza di discipline. Come ti dicevo sto finendo il mio primo romanzo, sarebbe bellissimo se potessi conciliare lo scrivere con il fare ricerca.  In bocca al lupo per il tuo romanzo Marina, saremo felici di ospitarti per raccontarcelo quando sarà pubblicato!  E grazie

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