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Ricostruire meglio: la tecnologia inclusiva in un mondo post Covid19

Intervista a Monica Gori, coordinatrice dello Unit for Visually Impaired People Lab di IIT

Abbiamo intervistato Monica Gori meno di un anno fa (https://opentalk.iit.it/un-parco-giochi-in-casa/), quando la prima ondata di pandemia aveva sorpreso tutti. Grandi e piccini, con un lockdown nazionale inatteso e imprevedibile. Scuole chiuse, DaD e dispositivi con cui fare i conti e adattarsi giorno dopo giorno.

A meno di un anno dalle prime disposizioni torniamo da lei per chiederle cosa è cambiato, cosa è migliorato e cosa potrà cambiare per i disabili e i bambini con disabilità in una società postpandemica. Cosa ci sta insegnando questa crisi sanitaria e come possiamo prepararci per una società più inclusiva e meno difficile in ogni ambito della vita, anche digitale.

Torniamo da lei oggi 3 dicembre, per “La Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità” istituita dalle Nazioni Unite nel 1981, e che quest’anno ha come tema “Ricostruire meglio: verso un mondo post COVID-19 inclusivo della disabilità, accessibile e sostenibile”. Dal luglio del 1993, il 3 dicembre è diventato anche Giornata Europea delle Persone con Disabilità, come voluto dalla Commissione Europea e quest’anno la Giornata durerà per tutta la settimana dal 30 novembre al 4 dicembre in concomitanza con la 13a sessione della Conferenza degli Stati parte della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità.

Ciao Monica, un anno fa speravi in una “comunicazione “ufficiale”” anche per bambini e bambini con disabilità circa l’emergenza sanitaria. C’è stata secondo te una accettazione passiva delle regole o si è riusciti a diffondere una consapevolezza anche tra le persone fragili?

Credo che sia stato fatto tanto lavoro da parte di istituzioni, insegnanti e centri ospedalieri e di riabilitazione. In questi mesi ho visto molti sforzi nel cercare di riorganizzare l’insegnamento e la riabilitazione per i più fragili. I medici si sono reinventanti e adattati alle esigenze per poter far tornare i bambini nelle strutture e non perdere la riabilitazione. Gli insegnanti hanno cercato nuovi modi di includere anche a distanza i bambini con disabilità. Nonostante l’impegno mentre in alcuni casi gli sforzi hanno portato grandi miglioramenti, in altri casi, soprattutto per le disabilità più gravi e per quelle che non hanno potuto usufruire della digitalizzazione questi non sono bastati. Credo che questo periodo si porterà con sé una grande deprivazione sociale soprattutto per i bimbi fragili.

 In che modo tu e il tuo team vi state adattando a questa nuova realtà di emergenza per far fronte alle collaborazioni con medici e riabilitatori rispondendo alla necessità di rendere la vostra ricerca ancora possibile e il loro mondo meno problematico in queste settimane complicate? Che difficoltà state riscontrando sul campo?

Noi nel nostro percorso, stiamo continuando a lavorare con i centri cercando di portare avanti lo sviluppo tecnologico riabilitativo. A seguito dell’emergenza abbiamo avuto modo di riadattare gli studi alle procedure concesse e stiamo provando a creare tecnologia multisensoriale digitali e inclusiva da usare anche a distanza con poca supervisione. Abbiamo continuato gli incontri con bambini e adulti con disabilità seguendo le procedure concesse, mostrando la nostra volontà di aiutarli nel piano sociale e percettivo anche in questo momento di difficoltà. Da tavoli di lavoro e questionari fatti con loro sono emerse necessità legate all’aumento di distanza sociale e difficoltà di interazione in questo periodo. Alcuni non vedenti hanno riportato la difficoltà nel potersi avvicinare all’altro per chiedere aiuto, vista la necessità di mantenere la distanza intrapersonale e la difficoltà nel comprendere quest’ultima in assenza di visione. Basandoci su questa e altre osservazioni, stiamo pensando a nuove soluzioni per poterli aiutare ad interagire con l’altro anche in questo periodo difficile.

 L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile adottata dall’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite recita così (https://unric.org/it/wp-content/uploads/sites/3/2019/11/Agenda-2030-Onu-italia.pdf):

Ci impegniamo affinché vi sia un’educazione di qualità a tutti i livelli (scuola primaria, secondaria di primo grado, secondaria di secondo grado, università e formazione tecnica e professionale). Tutte le persone a prescindere dal sesso, dall’età, dalla razza o dall’etnia, persone con disabilità, migranti, popolazioni indigene, bambini e giovani, specialmente coloro che si trovano in situazioni delicate, devono avere accesso a opportunità di apprendimento permanenti che permettano loro di acquisire gli strumenti e le conoscenze necessarie per partecipare pienamente alla vita sociale. Ci impegneremo ad assicurare ai bambini e ai giovani un ambiente stimolante per la piena realizzazione dei loro diritti e la messa in pratica delle loro capacità, aiutando i nostri paesi a beneficiare del dividendo demografico attraverso scuole sicure, comunità coese e le famiglie.

La risoluzione è stata adottata 5 anni fa. Cosa è stato fatto e cosa si può fare ancora grazie anche alla tecnologia per rendere questo mondo davvero più inclusivo e sostenibile?

Credo che la un miglioramento potrebbe essere ottenuto attraverso un apprendimento multisensoriale basato su competenze individuali che tenga in considerazione le capacità di attenzione e memoria di ciascun bambino. In un mondo ideale secondo me ogni bambino dovrebbe poter scegliere come accedere all’insegnamento, attraverso uno o più sensi. Questo abbatterebbe la disabilità in modo naturale perché bambini con e senza disabilità avrebbero uno stesso canale di apprendimento. Fuori da scuola credo che la multisensorialità nel gioco e nello sport potrebbe essere un grande aiuto per facilitare l’inclusione.

 Che cosa auguri e ti auguri per una – speriamo non lontana – ricostruzione di società postepandemica più inclusiva? Quali sono le tecnologie su cui si potrà lavorare per attuare dei cambiamenti immediati?

Auguro che l’avvicinamento sociale al quale si ritornerà sia per tutti. Mi piacerebbe ripartire con una società che faciliti il gioco e lo scambio sociale tra bambini con e senza disabilità. Mi piacerebbe vedere più ambienti per tutti che favoriscano lo scambio a varie età tra bambini con e senza disabilità. Sarebbe bello vedere più parchi gioco e strutture per tutti dove i percorsi per bambini disabili non si separano da quelli per i bambini non disabili o sport fatto in modo congiunto tra bambini con e senza disabilità. Questo perché secondo me la disabilità si può affrontare sin da piccoli nel gioco oltre che nella importante riabilitazione. Stiamo studiando nuovi modi per creare un parco giochi sensorizzato e inclusivo nel quale nessuno si possa sentire escluso. Stiamo anche lavorando sullo sviluppo di dispositivi sonori per lo sport e per il gioco di squadra. Siamo a disposizione come sempre per supportare e aiutare il futuro riavvicinamento sociale per lo sviluppo e la validazione di nuove tecnologie.

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