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Sono due i progetti IIT finanziati dall’European Research Council per spingere ricerche pionieristiche verso la commercializzazione

Le ricercatrici e i ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia impegnati nella ricerca diagnostica sulle abilità sensomotorie dei bambini e nella progettazione di materiali innovativi sono i destinatari dei fondi Proof of Concept dell’European Research Council

Sauro Succi a Roma e Alessandra Sciutti a Genova sono i due Principal Investigators dell’IIT-Istituto Italiano di Tecnologia premiati oggi con i finanziamenti Proof of Concept (PoC) dall’European Research Council (ERC). Entrambi riceveranno 150,000 euro per poter trasferire i risultati delle rispettive ricerche sul mercato. I due progetti sono accomunati dall’alto grado di innovazione tecnologica applicata alla soluzione di problemi, quali gli elevati consumi energetici nella computazione informatica e la diagnosi precoce di disabilità nei bambini. Il progetto di Succi, infatti, mira a sviluppare software poco energivori per lo studio di nuovi materiali da applicare nell’ingegneria tissutale, la fotonica e la catalisi; quello di Sciutti punta a sviluppare una tecnologia sensorizzata in grado di migliorare la diagnosi e la riabilitazione delle disabilità sensomotorie nei bambini.

L’annuncio da parte dell’ERC vede una lista di 100 beneficiari in tutta Europa. 12 progetti saranno finanziati in Italia, il terzo Paese per numero di sovvenzioni PoC. Lo schema di sovvenzioni Proof of Concept è aperto solo alle ricercatrici e ai ricercatori attualmente o precedentemente finanziati dall’ERC, sviluppando i risultati dei progetti di ricerca ottenuti grazie ai medesimi fondi.

LBFAST è il nome del progetto di Sauro Succi, Senior Researcher dell’IIT a Roma a capo del Multiscale and Quantum Simulations lab; l’obiettivo è quello di simulare a livello computazionale il comportamento micro- e macroscopico di materiali vetrosi morbidi, i cosiddetti Soft Glassy Materials (SGM). Questi fluidi complessi dalle proprietà simili sia ai solidi sia ai liquidi, come schiume ed emulsioni, sono caratterizzati dalla capacità di deformarsi sotto stress, risultando essenziali nelle applicazioni industriali e scientifiche. Durante il progetto precedente, dal nome COPMAT, il gruppo di ricerca guidato da Succi, in collaborazione con i ricercatori Marco Lauricella e Adriano Tiribocchi dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo-IAC-CNR e Andrea Montessori dell’Università Roma Tre, ha condotto simulazioni a computer per esplorare le caratteristiche di nuovi tipi di materiali vetrosi morbidi. Il metodo applicato ha permesso di superare i limiti dei tradizionali metodi di fluidodinamica nel valutare le proprietà fisico-chimiche a livello nanometrico degli SGM quando sono a contatto con altri materiali. Tramite il nuovo progetto LBFAST i ricercatori puntano a sviluppare un software che consenta il design e la produzione di materiali da applicare nell’ingegneria tissutale, nella fotonica e nella catalisi. I progressi sono promettenti anche sul fronte della sostenibilità: LBFAST mira a sviluppare un nuovo software autonomo ed efficiente dal punto di vista delle risorse utilizzando l’approccio computazionale chiamato metodo Lightweight Lattice Boltzmann (LLB), che utilizzerà multiple GPU per il calcolo ad alte prestazioni, riducendo significativamente i costi finanziari e il consumo energetico. In particolare, si prevede che LBFAST richieda il 50% di dispositivi GPU in meno rispetto ai metodi standard attuali, risparmiando il 75% in energia elettrica, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo.

Al centro del progetto ARIEL (Assessing childRen manIpulation and Exploration skiLls) di Alessandra Sciutti, ricercatrice responsabile dell’Unità COgNiTive Architecture for Collaborative Technologies dell’IIT a Genova, vi è invece la comprensione e diagnosi precoce delle disabilità sensomotorie nei bambini mediante l’utilizzo di oggetti sensorizzati. Sciutti, con il supporto della dottoressa Francesca Tinelli dell’Istituto Scientifico Stella Maris di Pisa e del ricercatore post doc IIT Dario Pasquali, si propone di sviluppare myCube (multisensory Cube), un dispositivo sensorizzato capace di misurare in modo quantitativo le capacità di manipolazione dei bambini. Il cubo sarà leggero e in grado di rilevare il proprio orientamento nello spazio, la propria posizione e i punti di pressione tattile sulle sue facce. Producendo feedback vibratori e auditivi e grazie a motivi in rilievo sulla sua superficie, oltre che a un design personalizzabile, myCube verrà progettato per essere un’attività coinvolgente per i bambini. Successivamente allo sviluppo di myCube, del suo software e delle procedure di valutazione aptica, l’obbiettivo di ARIEL sarà quello di validare l’efficacia dello strumento su una vasta coorte composta sia da bambini sani, sia da bambini affetti da paralisi cerebrale. Una volta disponibile sul mercato, il kit myCube si propone di diventare uno strumento olistico, non invasivo e preciso, in grado di valutare le capacità dei bambini nella manipolazione per migliorare la diagnosi di una vasta gamma di condizioni che influenzano il neurosviluppo.

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