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Telethon supporta il progetto dell’IIT di protesi retinica “chimica”

Il progetto di Elisabetta Colombo, ricercatrice del Center for Synaptic Neuroscience and Technologies dell’IIT a Genova, è risultato vincente nell’ultimo round di finanziamenti della Fondazione Telethon, che ha assegnato 6,35 milioni di euro in tutta Italia per approfondire la conoscenza delle malattie rare e favorirne il trattamento

Colombo si dedicherà allo studio di una nuova protesi retinica per risolvere i problemi causati dalla retinite pigmentosa, una malattia genetica degenerativa della retina che provoca la graduale perdita della vista periferica e la cecità notturna, portando con l’età alla totale perdita della vista: una condizione per la quale non è attualmente disponibile una cura efficace.

In Regione Liguria, quello di Elisabetta Colombo è uno dei tre progetti finanziati da Telethon con un investimento totale della Fondazione pari a oltre 500 mila euro. La loro selezione è avvenuta in seguito ad una valutazione tramite il metodo della peer-review, coinvolgendo quindi un comitato di esperti internazionali o Italiani che lavorano all’estero che non hanno conflitti di interesse rispetto al progetto da valutare. Nello specifico di questo finanziamento, la valutazione dei singoli progetti è stata affidata alla Commissione Medico Scientifica (CMS) della Fondazione, composto da 28 membri, che si sono avvalsi del supporto di 199 revisori esterni.

“Ogni ricercatore, con ogni progetto candidato, contribuisce ad un avanzamento della scienza e dona la speranza alla comunità dei pazienti di poter avere soluzioni concrete per le proprie patologie rare”, ha dichiarato Celeste Scotti, direttore Ricerca e Sviluppo di Fondazione Telethon.

Il progetto di Elisabetta Colombo prevede lo sviluppo di una protesi retinica basata sul rilascio di glutammato, il principale neurotrasmettitore eccitatorio della retina, così che si possa ripristinare il collegamento tra fotorecettori dell’occhio e neuroni della retina interna, il quale viene danneggiato dalla malattia privando la retina di fotosensibilità. Colombo e il suo team di ricerca combineranno strumenti nanotecnologici e polimeri intelligenti per interfacciare i neuroni della retina interna con un nanodispositivo in grado di rilasciare glutammato sotto stimolazione luminosa e ricreare così una connessione ibrida abiotica/biotica con il tessuto retinico degenerato.

“Grazie a questo progetto potremo sviluppare una protesi retinica “chimica” interamente organica e flessibile e verrà testata su modelli preclinici di retinite pigmentosa”, spiega Colombo. “Questa strategia supera il concetto di stimolazione elettrica delle protesi retiniche allo stato dell’arte, fornendo uno strumento terapeutico biomimetico e quindi più simile al funzionamento biologico della retina”.

Il progetto durerà 2 anni e darà la possibilità al team di ricerca di definire le basi della nuova tecnologia protesica e di impostare ulteriori studi necessari a traslare i risultati a livello clinico sull’uomo; tale processo prevederà tempi di validazione più lunghi, per cui sarà importante ricevere un continuo supporto economico.

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