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Trasferimento tecnologico: perseveranza, pazienza e qualità

Intervista Lorenzo De Michieli, direttore del Technology Transfer di IIT

Lorenzo, è passato un anno dalla tua nomina a direttore del Trasferimento Tecnologico di IIT. Qual è il tuo bilancio di questo primo anno di attività?

È un bilancio positivo. Ho affrontato questa sfida con entusiasmo e grandi motivazioni. Senza questo atteggiamento sarebbe stato difficile vivere questa vicenda professionale. Naturalmente, vi sono delle difficoltà attutite dall’ambizione di rendere IIT una realtà conosciuta ed apprezzata per l’impatto che i frutti della nostra ricerca hanno sulla collettività. Creiamo un circolo virtuoso che inizia dalla ricerca, viene sviluppato dalle imprese e infine raggiunge con i prodotti finali le persone. Questo processo non si concretizza immediatamente e va comunque seguito con un buon passo che è quello che manteniamo per sviluppare questa attività. Per mettere in pratica questa strategia mi sono concentrato sulle persone, sulla creazione dei team, sui processi interni e poi ho elaborato nuove iniziative per i prossimi sei anni seguendo le indicazioni del nuovo piano strategico dell’Istituto.

Come si propone IIT al mondo industriale ed imprenditoriale?

Si deve procedere con serietà presentando dei dati misurabili, concreti che possano convincere i nostri interlocutori a lavorare con noi. Un altro e non secondario impegno per ottenere risultati positivi è la perseveranza. Abbiamo costruito un gran numero di relazioni con esponenti importanti del mondo imprenditoriale e dell’industria e investitori. Perseveranza, pazienza e qualità, sono gli ingredienti del nostro successo. Questi mondi, quello delle imprese e quello del trasferimento tecnologico della ricerca, fanno fatica a trovare dei punti comuni di collaborazione perché hanno caratteristiche molto diverse. Il nostro impegno è quindi quello di costruire un ponte tra ricerca e industria che prevede, appunto, una sicura disposizione ad una costante e pervicace attività di relazione che può portare poi, dopo un periodo anche lungo, alla chiusura di un contratto di collaborazione.

La tua attività è l’anello finale del fondamentale lavoro dei ricercatori. Come si concretizza questa relazione tra TT e ricerca?

La sinergia con la nostra ricerca è ovviamente un momento centrale nella nostra attività. Insieme lavoriamo per sviluppare, ognuno per le proprie competenze, i processi d’innovazione. Questo rapporto si concretizza attraverso, anche in questo caso, una buona capacità relazionale ed una conoscenza del progresso degli studi che i nostri colleghi compiono, con una forte attenzione verso quei progetti che possono animare il trasferimento tecnologico. Naturalmente, le nostre esperienze professionali precedenti aiutano molto nei rapporti con i ricercatori. Molti di noi, infatti, giungono al trasferimento tecnologico dalla ricerca.

Qual è l’atteggiamento dei ricercatori verso chi cerca di rendere economicamente vantaggioso il loro lavoro oltre gli obiettivi di grande valore scientifico quali una prestigiosa pubblicazione o altri riconoscimenti?

È un atteggiamento positivo perché il ricercatore si rende conto che, oltre ai riconoscimenti citati, quello economico diviene la dimostrazione pratica del contributo della scienza al progresso della società. Magari per i ricercatori non è sempre così interessante partecipare con noi ad incontri con imprenditori e investitori ma quando realizzano che la loro idea si può concretizzare in uno scaffale di una farmacia o tra i prodotti di automazione industriale, comprendono appieno il valore delle attività di trasferimento tecnologico. Questo risultato per un ricercatore già affermato dal punto di vista scientifico rappresenta una grande soddisfazione professionale. Ciò avviene perché in IIT un ricercatore, oltre a poter disporre di laboratori e attrezzature eccellenti, sa di poter contare su un di una organizzazione che è in grado di trasferire, attraverso le collaborazioni con l’industria, il suo lavoro nel sistema produttivo, offrendo soluzioni innovative ad un gran numero di persone. Questa è una tendenza ormai diffusa universalmente tra i centri di ricerca e, per quanto riguarda la mia esperienza nel Trasferimento Tecnologico di IIT, la propensione da parte dei ricercatori verso questa dimensione socioeconomica è molto aumentata: concretezza, misurabilità, visibilità sono i parametri che sostengono la visione dei nostri ricercatori.

Quali sono le azioni che la tua Direzione incrementerà nel prossimo futuro?

Dovremo lavorare con ulteriore impegno e concentrazione sulle relazioni con il mondo industriale non solo nazionale ma europeo e mondiale. IIT ha una enorme e consolidata esperienza nella tecnologia hard e investe in modo consistente sulla Intelligenza Artificiale può quindi fornire un eccellente offerta all’industria. Quest’ultima risponde con una grande positività che ci invita ad incrementare ulteriormente queste relazioni. Tale impegno si riverbera poi su di una azione altrettanto importante che è la generazione di start up. Si tratta di iniziative imprenditoriali che per concretizzarsi devono poter contare su di una importante disponibilità di nostri ricercatori.

In occasione degli eventi dedicati ai suoi vent’anni, l’Istituto Italiano di Tecnologia organizza, il prossimo martedì 5 dicembre presso il Palazzo della Borsa Valori di Genova, “EDGE 2023 – Innovation, Impact, Technology” un convegno dedicato al trasferimento tecnologico, che vedrà la presenza di manager, imprenditori, esperti del settore.

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